Rifiuti, contestato Orlando Orlando: inceneritore, decide la Regione
Napoli, il ministro per l'Ambiente contestato da «No Tav» e centri sociali
Il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando viene contestato in Regione e poi anche a Bagnoli. Contro lui le proteste di chi non vuole l'inceneritore di Giugliano, desidererebbe le bonifiche. «Ma non l'ho scritto io quel piano regionale che prevede l'inceneritore», sbotta. «Sono il primo ad aver detto che era possibile cambiare il piano, ma bisogna trovare alternative valide e sinora ne i comuni ne la Regione ce le hanno date». Quanto alle bonifiche nella Terra dei fuochi annuncia: «Proseguono. Non ci fermeremo».
NAPOLI — Alle 16 e 30 a niimstro dell'Ambiente, Andrea Orlando, arriva a Palazzo Santa Lucia e ad aspettarlo ci sono i lavoratori dell'Astir e la digos. Alle 18 e 30 su via Coroglio sfilano m 50, appartenenti a diversi gruppi, Banchi Nuovi, Comitato Bonifichiamo Bagnoli, centri sociali e No Tav. Manifestano contro il ministro, chiedono bonifiche mai realizzate. La polizia, in tenuta antisommossa, li ferma a una trentina di metri dal circolo Uva, dove il Pd ha organizzato un'iniziativa politica. Qualche momento di tensione tra forze dell'ordine e manifestanti. All'intemo del circolo c'è qualche rappresentante dei comitati della Tena dei Fuochi: anche loro protestano, dicono no all'inceneritore di Giugliano. Anche il suo partito, localmente, dalle deputate Palma e Rostan al consigliere regionale Tonino Amato si schierano contro l'im pianto che dovrebbe bruciare definitivamente 6 milioni di ecoballe stipate da anni nelle campagne del giuglianese. Quella per l'ambiente è la battaglia, sacrosanta, che i cittadini dell'area a Nord di Napoli, quasi soli, stanno conducendo da anni. Ma potrebbe prendere una strada diversa. Anche più radicale. «Sono necessarie forme estreme di lotta per difendere i propri tenitori», ha detto lo scrittore Erri De Luca. «Ma non ha detto solo questo», dice il ministro Orlando. «Le barricate, la violenza, non servono mai. Non sono mai la risposta. Ma De Luca pone una questione giusta: a fronte degli impianti bisogna sempre verificare quali sono le ricadute sulla popolazione, quali sono le conseguenze ambientali». Detto da lui che ormai è diventato il ministro dell'inceneritore ha un che di diplomatico. Esageratamente diplomatico. Ma non è l'uomo del giorno, Andrea Orlando e lo sa. «Non resto, però, col cerino m mano», si sfoga in auto dopo l'incontro in Regione. «Sono disponibile che il piano regionale sia riscritto, l'ho sollecitato — prosegue l'ex commissario del pd partenopeo —, ma se non si riscrive una pagina nuova, non si può strappare la vecchia». Cosa vuoi dire? «Che sinora da Regione e Comune non è arrivata nessuna alternativa concreta». Per questo, anzi per evitare che l'infrazione europea, che d sarà, arrivi però a costard 256 mila euro al giorno, dopo Ferragosto è stata pubblicata la gara per individuare l'area dove, come da piano regionale depositato in Europa nel 2010, sorgerà l'impianto di Giugliano. «E quel piano non l'ho scritto io», ancora il ministro. Ministro, ma non è chiaro se lei voglia realizzare o no l'impianto di Giugliano. «Allora, una volta per tutte — spiega Orlando —, in Campania i quantitativi di rifiuti sono scesi ed io ho detto dall'inizio che il governo è disponibile a rimodulare il piano regionale. Ma ho anche chiesto alternative, di lavorare ad ipotesi diverse». Chiesto a chi? «Ai comuni e alla Regione». Il vicesindaco Sodano la vuole incontrare. «Sodano mi deve dire — su questo punto il responsabile dell'Ambiente sbotta — cosa vuole fare a Napoli e in quali tempi. Sulla base di questo valuterò con la Regione cosa fare». Torniamo a Giugliano. «A Giugliano fl piano regionale prevede un impianto per lo smaltimento delle ecoballe. Ci vorranno 10 o 15 anni per smaltirle in quel modo. Alla Regione allora abbiamo chiesto di aprime una per verificare se si potessero differenziare. Ma a quanto pare non è possibile. Allora abbiamo detto dateci un'alternativa: le volete tombare? Benissimo, verifícate tutte le possibilità e inviateci un progetto». Ebbene? «Siamo sotto infrazione europea sulla base del non adempimento del piano regionale. Il governo è in campo ad adiuvandum. Ripeto sono stato il primo a dire che l'impiantistica era sovradimensionata, che se ci fosse un'alternativa dovrebbe essere presa in considerazione. Ma non è il mio mestiere trovare le alternative e finché non ce ne sono è nostro dovere procedere secondo il piano che è una legge, non una mia scelta. Io non ho nessuna passione ideologica per i termovalorizzatori». Nel frattempo la gara per Giugliano è partita. «Ma la gara serve per individuare l'area, non per l'impianto, siamo in una fase aurorale. C'è tutto il tempo per studiare altre strade. Ma se poi non si trovano si va avanti col piano». In sala a Bagnoli ci sono anche tanti dei comitati della Terra dei fuochi. «Sul tema delle bonifiche abbiamo trasferito oggi 36 milioni per i laghetti di Castel Voltumo, poi si deve ragionare su come utilizzare i fondi europei 2014-20 e i residui per i fondi sviluppo per proseguire questa attività che non deve interrompersi». E ancora: «Stiamo proseguendo il lavoro di mappatura su tutto il territorio a nord di Napoli e nella zona della provincia di Caserta interessata. Riteniamo si debba avere un quadro definitivo e la procura di Santa Maria Capua Vetere, in collaborazione con l'università Parthenope, ha cominciato questo tipo di mappatura a cui noi diamo una mano per completare il quadro. Così che non sia il primo che si sveglia a dire cosa è successo, ma che si abbia un quadro chiaro». Anche l'europarlamentare Andrea Cozzolino chiede un'operazione verità sull'ambiente. L'amarezza è che dopo anni i campani la verità non la conoscono ancora.