Orlando: sui rifiuti più differenziata sì all'inceneritore

«Terra dei fuochi, l`esercito non basta Sì al termovalorizzatore di Napoli nord»

Il ministro Orlando: fatti sforzi incredibili ma la maxi-multa Ue arriverà
6 settembre 2013 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

«Non ci sono più misteri o atti top secret», dice il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando riferendosi ai racconti del pentito Schiavone su decine di discariche tossiche ancora interrate, la cui ubicazione è coperta dal segreto apposto, a suo tempo, dalla commissione bicamerale sui rifiuti. Ammette però che c'è un'emergenza sulla terra dei fuochi: «Mandarci l'esercito? Si può fare ma preferisco presidi duraturi che vadano oltre l'aspetto simbolico».
Anche il suo partito chiede che lei si attivi per verificare i racconti dell'ex boss Cannine Schiavone. «L'ho fatto subito: ho parlato con i magistrati di Santa Maria CapuaVetere, quelli di Napoli e con i vertici del Noe. E tutti, univocamente, ribadiscono che quelle notizie, a suo tempo secretate per non pregiudicare le indagini in corso, non sono più da tempo informazioni nuove: tutte sono state già nel corso di inchieste e processi dalla metà degli anni '90 ad oggi. Alcune indicazioni sono risultate vere, altre assolutamente infondate, ci dicono gli atti giudiziari. Sia chiaro, non passi l'idea che sto sottovalutando il problema: ho già disposto affinchè il Noe faccia ulteriori verifiche su alcuni episodi più gravi dal punto di vista dell'impatto ambientale ma, ripeto, i riscontri degli ultimi giorni dicono che non c'è nulla di nuovo o che gli investigatori non sappiano già».
Nessun allarmismo ma la popolazione che vive nella Terra dei Fuochi, nel cosiddetto triangolo della morte, ha paura. «Li capisco. Nei prossimi giorni chiederò la convocazione del comitato nazionale perl'ordine e la sicurezza pubblica affinchè vi sia una formale assunzione di responsabilità su quest'emergenza. Da quando mi sono insediato, mi creda, nonostante le decine di emergenze non abbiamo mai mollato questo problema. I roghi sono diminuiti ma le statistiche non bastano, sono comunque troppi».
Ma continuano. E sempre negli stessi luoghi, non più di 5 o 6, dove delinquenti senza scrupoli bruciano gomma per ricavarne materiali ferrosi. «Io ho detto che i fuochi sono solo diminuiti ma non terminati. Questo significa, anzi, che le attività messe in campo non sono sufficienti. Serve altro».
Cosa? Mandiamo l'esercito? «Sì può anche fare non sono contrario. Ma, al di là dell'aspetto simbolico dei militari, serve organizzare presidi duraturi di forze dell'ordine e un forte coordinamento tra di loro. Io sono convinto che occorre una vigilanza continua e dall'alto. Perché se presidi una determinata zona, quelli si spostano poco lontano ma, purtroppo, continueranno».
Si è parlato anche di aerei, di droni. Ma francamente sembra un'operazione complicata da mettere in atto. «Parlo di un'attività satellitare che già oggi è in grado di controllare i movimenti di mezzi e persone. Occorre solamente che le tutte forze dell'ordine accedano a queste informazioni, elaborate grazie alle università napoletane, e già in uso dalla procura di Santa Maria CapuaVetere. Per ora abbiamo ristretto il campo: protocollo sui pneumatici che servono da innesco ai roghi, il divieto di importare rifiuti speciali in Campania in modo che i controlli non si disperdano su più fronti. E il Sistri allargato a tutti i tipi di rifiuti».
Beh, gli affari illeciti non viaggiano alla luce del sole con bollette e codici in ordine. «Certo. Ma da informazioni di investigatori possiamo ritenere come tutte le aziende, anche quelle di trasporto, che sfuggono a questo tipo di tracciabilità vanno seguite con attenzione. Così il bacino da controllare si restringe».
Ma aumentare le pene? «Al mio ministero ho voluto un gruppo di lavoro coordinato dal gip casertano Raffaele Piccirillo che si è sempre occupato di questi reati. Sono convinto che tutta la normativa penale sull'ambiente vada riformata: in particolare i reati per sversamenti e discariche abusive si prescrivono troppo presto. E così non va bene: serve una modifica».
Rimanendo in tema di reati nell'area a Nord di Napoli si registra un certo fermento contro il termovalorizzatore che si andrà a costruire. Si potrebbe profilare un pericolo modello no tav? «Non credo ci siano pericoli di questo genere: bisogna comunque uscire da un'emergenza perenne che dura da troppi anni. Io non sono innamorato dei termovalorizzatori ed ho fatto verificare tutte le alternative proposte dai comitati ma, almomento, questa è l'unica soluzione per bruciare 6 milioni di tonnellate di ecoballe. È la vera bomba ecologica da disinnescare. Ma il piano e la scelta non è del ministero che non può sostituirsi alle regioni. A noi tocca verificare che le azioni poi vengano messe in pratica».
Epperò sembra che ci sia un accordo trasversale per tenere fuori Napoli dalla localizzazione di un inceneritore. Un inciucio tra lei e de Magistris con cui ci sarebbero buoni rapporti. «Non abbiamo mai detto no a un termovalorizzatore a Napoli e abbiamo espresso disponibilità a prendere in considerazione rimodulazioni del piano. Rimaniamo in attesa di capire quale contributo la città darà al ciclo regionale dei rifiuti».
Per ora ha contribuito con le crociere dei sacchetti mentre la differenziata è inchiodata al 20 per cento, o giù di lì, dell'era lervolino. «Da palazzo San Giacomo si aspetta un piano dettagliato per un'impiantìstica che tratti rifiuti anche a livello sovracomunale. Il capoluogo non può rimanere fuori e deve fare la sua parte, deve farsi carico di questo problema. Poi la Regione, come prevede la normativa, verificherà se il suo apporto è congruo al ciclo regionale dei rifiuti. Sulla differenziata invece, da oggi in poi, occorrono garanzie serie, un piano per implementare la raccolta e serve un piano serio da presentare m Europa. Non è un atteggiamento da gendarme ma Napoli deve capire che non basta più dire che farà certe cose. Ora si devono fare».
Mentre a Salerno chiedono un inceneritore. «Lì lo stallo è dovuto a un contenzioso giudiziario sull'appalto non superabile nemmeno con la nomina di un commissario. Attendiamo la sentenza dei giudici».
Aleggia però lo spettro della maxi multa che l'Europa comminerà all'Italia e, quindi, alla Campania. Roba da far fallire la nostra regione. «Se mi permette voglio rivendicare il lavoro fatto in questi mesi sulle procedure d'infrazione...».
Prego. «L'Italia ne aveva 28,15 sono state chiuse mentre ne rimangono 13 aperte. Ma di queste 2 mi preoccupano: quella sul ciclo dei rifiuti e delle discariche abusive riguardanti sempre la Campania. Bruxelles ha cambiato atteggiamento è si è dimostrata più disponibile a registrare i progressi fatti. Ma, purtroppo, la sanzione ci sarà: sarà sicuramente inferiore perché ci sono e ci saranno dei passi in avanti ma arriverà. Vedremo comunque nelle prossime settimane: a fine settembre arriverà il piano della regione Campania e verrà sottoposto alla commissione Ue».
Ministro perdoni ma parliamo come se il governo dovesse andare avanti sino a scadenza naturale. Ed invece aleggiano vend di guerra ed ipotesi di caduta. «In questo momento vedo solamente scenari peggiori di questo. E credo che il Pdl non possa legare il destino del Paese a quella di una singola persona, ancorché leader di un partito. Ci sarà la giunta che si pronuncerà sul Cavaliere ma se tutti i giorni ci mettiamo a stare dietro alle dichiarazioni di qualche esponente del centrodestra facciamo un danno di immagine all'Italia. Io credo invece che occorra guardare avanti e sino all'ultimo minuto di questo governo dobbiamo tenere fede all'indicazione maestra per cui è nato: occuparci dei problemi dell'Italia per farla uscire dal tunnel».
In queste ore il Pd napoletano, che lei ha governato per molti mesi, tenta di dare una spallata a de Magistris con un referendum cittadino. «Premesso che non tocca a me giudicare il lavoro dei dirigenti partenopei credo che si tratti di un utile strumento. E il sindaco de Magistris non deve averne paura ma anzi approfittarne per riaprire un confronto con la città. Un'opportunità anche per il partito che deve mobilitarsi e aprirsi all'estemo su base civica, senza rimanere chiuso in se stesso. E coltivare l'illusione di un'improbabile spallata».
Lei è nel Cilento, nel giorno in cui ricorre l'anniversario della morte del sindaco Vassallo. Si accusa U partito di averlo dimenticato. «È la seconda volta che vengo qui: è la dimostrazione che atre anni dalla sua scomparsa le sue idee, i suoi valori sono ancora attuali. E anzi sono al centro dell'azione politica del nostro partito».

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