«Chiaiano apre». Passa la linea Bertolaso

23 giugno 2008 - Marco Imarisio
Fonte: Corriere della Sera
«Speriamo che piova». Soltanto Giove pluvio può fare la grazia, altrimenti la discarica si farà. Sono quasi le 22 quando i duecento che affollano piazza Titanic si avviano verso casa, accaldati e mesti. Il giorno è arrivato, come tutti sapevano.

La decisione era annunciata da tempo, il timbro dell'ufficialità impresso ieri dal sottosegretario Bertolaso non ha sorpreso nessuno. «Ci ha detto che non poteva permettersi di "saltare" Chiaiano, altrimenti qualunque altro posto nel quale andrà a conferire i rifiuti si ribellerà come abbiamo fatto noi». I reduci dall'incontro dicono di aver apprezzato almeno la sincerità. Chi si aspettava un diktat c'è rimasto male.
L'approccio morbido a Chiaiano si era già rivelato vincente alla fine di maggio, quando dopo gli scontri e le tensioni di piazza si era scelta la strada del dialogo, che immediatamente aveva fatto scendere la temperatura. Ieri non c'è stato alcun pugno sbattuto sul tavolo. Bertolaso ha detto che la discarica si farà, ma ha aggiunto che la cava verrà bonificata, e i primi sversamenti avverranno entro tre mesi, non prima. È una concessione che si può permettere, dal momento che le due nuove discariche di Savignano e Sant'Arcangelo di Trimonte saranno a pieno regime per i primi giorni di luglio, garantendo così una estate tranquilla.
Il sottosegretario ha poi promesso che non verranno sversati più di mille tonnellate al giorno, su mezzi più piccoli dei normali camion con i cassoni, e in fasce orarie tali da non peggiorare la situazione del traffico nella zona, perennemente congestionato. All'inizio si tratterà si spazzatura tal quale, ma poi si passerà alla frazione secca, di pari passo con l'avvio di un forte investimento per la raccolta differenziata nei Comuni interessati dalla discarica.
A piazza Titanic i sindaci sono intervenuti in versione- pompiere, presentando l'incontro appena avvenuto come una mezza vittoria. Poi hanno preso la parola quelli dei Comitati, convinti che i risultati ottenuti siano dovuti soprattutto alla loro mobilitazione. E quindi, continueranno. In questa schermaglia via megafono tra la componente istituzionale della protesta e quella più movimentista, gli abitanti hanno capito quel che c'era da capire. Non subito, ma la discarica si farà. Qualche grido di «venduti », una rassegnazione non irosa, con l'occhio rivolto al megaschermo che trasmetteva Italia- Spagna.
«Una infamia di Stato» dicono quelli dei Comitati, sottolineando come l'annuncio della bonifica della cava abbia l'implicito significato di una sua attuale inidoneità, tesi che loro sostengono dall'inizio. La prova sarebbe nel diluvio della notte tra il 6 e il 7 giugno, 1.200 metri cubi di acqua sulla cava, che il mattino dopo si presentava perfettamente asciutta. I militanti hanno letto quell'evento come l'applicazione pratica dei diagrammi disegnati dai loro tecnici, convinti che il terreno non è impermeabile. «Se piove» dicono scherzando, ma non troppo, «siamo a posto».
Le previsioni, almeno per l'estate, sono inclementi. E allora restano le dichiarazioni di principio, «difenderemo la cava ad ogni costo», «impediremo l'ingresso dei camion», «la lotta continua». Dopo aver ascoltato, gli abitanti non si fermano neppure davanti al maxi schermo e vanno a vedersi la fine della partita a casa. In piazza rimangono soltanto gli irriducibili, perplessi. «Ci si intestardisce su Chiaiano per difendere un piano rifiuti indifendibile e sbagliato» dice Ivo, del centro sociale Insurgentia. C'è la sensazione diffusa che si tratti di una sconfitta mascherata da pareggio. L'unica, vera, carta da giocare rimane quella annunciata dal presidente della Commissione ambiente del Comune di Napoli, Carlo Migliaccio, uno dei capi della protesta. Un bell'esposto. «Evidenzieremo alla Procura tutti i motivi della inidoneità della discarica nella cava di Chiaiano». La speranza, neppure troppo dissimulata, è che si giunga a un sequestro. Se neppure Giove pluvio ce la fa, non resta che la magistratura.

 

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