Caso Astir La scritta «assassino» sotto la faccia del governatore. Indaga la Digos

Manifesto-choc contro Caldoro Astir, accuse a Caldoro e tensione Regione-Comune

Lavoro, esplode la polemica Regione-Comune
3 settembre 2013 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

«Caldoro assassino» numerosi manifesti sulla vertenza Astir con accuse al governatore, sono stati affissi ieri nei pressi del Palazzo della Regione. Immediata la solidarietà del mondo politico al presidente della Regione. Ma il sindaco de Magistris, rispondendo in tv a una domanda sulla vertenza: «Noi non licenziamo nessuno». Tanto è bastato per far indignare l'assessore regionale alla Formazione, Séverine Nappi, il quale ha accusato de Magistris di «irresponsabilità perché si punta il dito» indicando Caldoro alla piazza. La replica del Comune è stata affidata all'assessore Panini che ha spiegato che il primo cittadino non sapeva dei manifesti, ma tra Regione e Comune la tensione è altissima.
Manifesto anti-Caldoro NAPOLI — Altro che intesa istituzionale e periodici incontri in pizzeria. Qualcosa si sta incrinando nei rapporti tra il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il governatore campano, Stefano Caldoro. Quella vissuta ieri a palazzo Santa Luda è stata una giornata campale: con i manifesti fatti affiggere contro il governatore, sui quali campeggiava la scritta «Assassino», per la questione dell'Astir (la società partecipata della Regione che avrebbe dovuto operare nel settore delle bonifiche ambientali, oggi in liquidazione) e l'assedio dei lavoratori che hanno inscenato una protesta davanti alla sede della Regione. Gli agenti della Digos, si è poi appreso, hanno identificato e denunciato 7 disoccupati appartenenti ai Precari Bros Organizzati, i quali avrebbero distribuito dei volantini che riproducevano il manifesto fatto affiggere contro il presidente della Regione. I toni aggressivi usati hanno provocato le reazioni di solidarietà di numerosi esponenti politici, intervenuti a difesa del governatore: dal Pdl a Fratelli d'Italia al Pd. Mentre la Cgil ha definito «inaccettabili» i termini usati. Ma dal sindaco di Napoli, intervistato dal Tg3 Campania, nessuno si aspettava una così netta presa di distanza: «Noi al Comune — ha detto de Magistris — non abbiamo licenziato un solo dipendente delle nostre partecipate, a differenza di quanto è accaduto in altri enti, come alla Regione. Anzi, ora la atta si aspetta da questi lavoratori ai quali abbiamo salvato il posto grande orgoglio come dipendenti del Comune o di una partecipata». Un commento interpretato dagli ambienti vicini al governatore come una pugnalata alle spalle. Ed è stato così che il presidente della giunta regionale ha affidato al suo assessore alle politiche sociali, Séverine Nappi, la responsabilità di replicare: «Le dichiarazioni del sindaco di Napoli sono un misto di superficialità, incompetenza e, pronunciate nella giornata di oggi, anche una dimostrazione di irresponsabilità — ha sostenuto Nappi —. Vorrei ricordare che, specie in un momento così difficile per il Paese e per il Mezzogiorno, puntare il dito su qualcuno vuoi dire esporto a rischi, anche personali. Pronti ad ogni autocritica, ma o il sindaco ci dice chi abbiamo licenziato oppure ci chieda scusa». A sua volta, de Magistris ha consentito al suo assessore al lavoro, Enrico Panini, di controreplicare e aggiustare il tiro: «Le dichiarazioni del sindaco non sono frutto ne di superficialità ne di incompetenza, ma soprattutto non sono irresponsabili. Si tratta infatti di dichiarazioni, relative al tema del lavoro, che il sindaco pronuncia da tempo e che, quest'oggi, sono state rilasciate prima di venire a conoscenza dell'affissione dei manifesti contro il governatore Caldoro, verso cui il sindaco e l'intera giunta esprimono la massi ma solidarietà umana, rigettando il manifesto e l'uso di parole inaccettabili». Sono circa 460 i dipendenti dell'Astir in attesa di conoscere il proprio destino, dopo chea luglio scorso il tribunale fallimentare ha posto l'azienda m liquidazione, sospendendo la cassa integrazione in deroga erogata dalla giunta Caldoro in quanto, per i curatori, avrebbe rischiato di sottrarre risorse ai creditori. Il fallimento di Astir si deve alla decisione del Tribunale fallimentare di Napoli che, dopo aver escluso lo scorso anno la fallibilità della società, ha modificato il proprio orientamento e respinto la domanda di concordato preventivo. La società ha impugnato il provvedimento e ora si attende che la Corte d'Appello si pronunci. La Astir nacque dalle ceneri della ex Recam. Dai 364 lavoratori Astir del 2003 si è passati ai quasi 500 dell'inizio del 2010. Per la Procura della Corte dei Conti l'aumento delle assunzioni ha trasformato la società da un'azienda di servizi in un «ammortizzatore sociale». Le ultime assunzioni, tutte a chiamata diretta, risalgono al marzo del 2010, pochi giorni prima del voto regionale, e hanno interessato 40 persone. Contratti dalla durata biennale che sono stati interrotti nel 2011 dalla giunta Caldoro per effetto del blocco del turn over. L'Astir, insieme con Arpac Multiservizi e la ex Jacorossi, andranno a costituire, ai sensi della legge regionale di riordino delle partecipate, un'unica società, la «Campania Ambiente e Servizi». Fuori dal coro di solidarietà il commento di Corrado Gabriele, ex assessore regionale alle politiche sociali della giunta Bassolino e ora consigliere regionale del Psi: «La solidarietà espressa al presidente Caldoro — ha sottolineato — nasconde e rischia di far passare di nuovo in secondo piano la vera emergenza sociale, fatta da 463 persone senza lavoro da un anno e mezzo e ora senza più ammortizzatori sociali».

Il suicidio

A scatenare la rabbia dei dipendenti Astir è stato il suicidio di uno di loro avvenuto il 12 agosto scorso. Angelo Evangelista Coppola, di 41 anni, si è tolto la vita nella sua abitazione di Casola, in provincia di Napoli. Ma per i suoi colleghi dell'Astir, la società per le bonifiche ambientali della Campania dichiarata fallita, si è trattato di un suicidio annunciato. «Da quasi due anni — hanno denunciato — si è passati dall'incertezza del lavoro alla cig in deroga ed ultimamente nemmeno più a quella per una diatriba 'tecnica' seguita ad un fallimento strano quanto contorto dell'azienda regionale». Secondo i lavoratori dell'Astir «a pagare ¡I prezzo più alto sono ancora una volta i più deboll ed indifesi». «Il suicidio di Angelo Coppola, operaio della società regionale Astir che si è tolto la vita a Casola al di là degli accertamenti sulle motivazioni - è un pesante monito per tutta la politica e la classe dirigente della nostra regione». Secondo l'ex assessore regionale alla Formazione, Corrado Gabriele, ai 463 lavoratori dell'Astir sarebbe stato fatto firmare un accordo per la cassa integrazione in deroga successivamente sospesa dalla curatela fallimentare avviata dal tribunale di Napoli, ufficialmente per la mancata presentazione dei bilanci



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