L'intervista Mano tesa dall'assessore all'Ambiente Romano

«Inceneritore, sì al dialogo per un impianto sicuro»

«Capisco le ragioni di chi protesta ma c'è da risolvere il dramma di milioni di ecoballe accumulate»
«Comitato di esperti al lavoro per studiare strutture integrative all'impianto»
«Non serve una guerra ideologica e di preconcetti subito un tavolo per coinvolgere i cittadini nella gestione»
14 agosto 2013 - Francesco Vastarella
Fonte: Il Mattino

«L 'inceneritore è una scelta obbligata per legge. Per fare bene, però, il buon senso, la buona volontà e la coscienza ci obbligano al dialogo senza pregiudizi, senza ideologie». Giovanni Romano, assessore regionale all'Ambiente, alle spalle una lunga esperienza da sindaco a Mercato San Severino e risultati record nella raccolta differenziata, rilancia il confronto e tende la mano dopo le proteste. A Giugliano è alta tensione contro il bando di gara che sta per essere pubblicato sulla gazzetta europea degli appalti.
Assessore teme una ondata di proteste come ad Acerra una decina di anni fa? «Prima di tutto rispetto le ragioni di chi è arrabbiato perché Giugliano è una terra da troppo tempo martoriata da rifiuti e veleni. Evidente che il nuovo progetto è visto come un ulteriore oltraggio, una punizione. Dunque, c'è la necessità di dare risposte e sicurezza. E questo può avvenire soltanto attraverso il dialogo. Io ho cominciato accelerando le gare per le bonifiche, come i 14 milioni avviati lunedì. Ma penso anche a un tavolo permanente di confronto con i cittadini attraverso il quale costruire le garanzie necessarie rispetto a un impianto come l'inceneritore delle ecoballe. La protesta fine a se stessa non servirebbe, non darebbe frutti, anche perché qui si tratta soltanto di applicare la legge del 2008, che non voluto fatto noi».
Quando dice garanzie che cosa ha m mente? «Intendo che i cittadini devono poter entrare nella fase del progetto che riguarda l'insieme delle garanzie tecnologiche e ambientali. Auspico un controllo diretto prima e dopo la realizzazione sul rispetto dei limiti fissati per le emissioni. Non escludo una discussione sull'azionariato popolare, che nella gestione di discariche altrove ha dato grandi frutti. Per questo bisogna abbandonare posizioni ideologiche e preconcette inutili e pericolose».
Ma l'inceneritore resta un punto fermo e dunque ostacola il dialogo. «L'inceneritore lo prevede la legge e l'Europa ci obbliga a smaltire le ecoballe, uno scandalo e una brutta figura mondiale. Solo per questo è un punto fermo. E purtroppo è anche una scelta obbligata e strategica rispetto al territorio. Tuttavia, io ho chiesto aun gruppo di specialisti e tecnici di studiare soluzioni e proposte integrative».
Dice integrative e non alternative, perché? «Perché penso a integrazioni che possano essere efficaci sui tempi di funzionamento e con l'uso dei materiali esistenti nelle ecoballe. Ho chiesto ulteriori verifiche e studi sulla composizione delle ecoballe accontanate».
Lei da l'impressione di volere andare oltre l'inceneritore. Non le sembra un controsenso? «Affatto. L'inceneritore, rispetto a sei milioni di ecoballe, al momento resta la soluzione che non ha alternative. Avessimo avuto un altro impianto come Acerra, che era in programma ma non è stato realizzato, oggi alla Campania verrebbero risparmiati sacrifici e sarebbe una regione modello. Purtroppo, non si sa come smaltire diversamente le ecoballe. Ma l'inceneritore va costruito prima di tutto a tutela dei cittadini. Poi, non sono emerse proposte diverse. Io invece penso a integrazioni di questo progetto, che accelerino lo smaltimento di ecoballe che al momento sono il male peggiore. Non esistono, e tantomeno sipossono pensare, altre discariche; sarebbe una ipotesi assurda in Campania. Insomma, c'è un problema e fare le guerre complicherebbe solo le cose: diamoci una mano per risolvere».  

 

Powered by PhPeace 2.6.4