No agli inceneritori, la sfida No global
NAPOLI. Un lungo e pacifico pellegrinaggio di tanti uomini e donne di tutte le età che, armati solo dei loro striscioni e loro slogan, hanno sfidato una giornata caldissima per riaffermare con forza i loro diritti. Così si è svolta la marcia de “I 1000 del Sì”, partita ieri mattina dalla Stazione ferroviaria di Acerra e giunta nel pomeriggio a Napoli, in piazza Garibaldi. La manifestazione, organizzata dal Coordinamento regionale rifiuti della Campania e dalla Rete campana salute e ambiente, ha visto partecipare tutti i principali movimenti che si occupano del problema rifiuti e di tematiche ambientali. Molto significativa, tra gli altri, la presenza di padre Alex Za-notelli e dell'oncologo Antonio Marfella. I punti cardine sono stati essenzialmente tre: è stata auspicata una raccolta differenziata “spinta” che permetta di separare il rifiuto umido da quello secco; uno sprint sugli impianti di compostaggio e trattamento meccanico biologico ed il no a terrnovalorizzatozi e mega-discariche.
«Purtroppo in Campania – ha detto Nicola Capone – i finanziamenti pubblici vengono utilizzati per costituire gare d’appalto, sui termovalorizzatori o Inceneritori, e non per promuovere e sviluppare la raccolta differenziata». Nel corso della giornata, inoltre, si è proposto di procedere ad una capillarè bonifica del territorio, massacrato da milioni di tonnellate di rifiuti tossico-nocivi, sversate legalmente ed illegalmente». L'oncologo Marfella, dal canto suo, ha sottolineato che è «strettamente necessaria una indagine epidemiologica seria e indipendente, sul rapporto tra discariche, inceneritori e patologie tumorali ». «A questo proposito – ha aggiunto – è particolarmente allarmante la situazione che si verifica a Casalnuovo, in provincia di Napoli. Lì funziona l’unico impianto destinato a trattare i rifiuti speciali e tossici, e purtroppo si nota, nel territorio circostante, un notevole aumento di patologie tumorali, anche rare. Non è più possibile ignoraie il problema e bisogna procedere con uno studio ecologico». A conclusione della giornata, è stato infine sottolineato come sia nimportante battersi per garantire uguali diritti per tutti; dai più recenti provvedimenti governativi, si nota spesso che i campani vengono considerati di serie B».