Ambiente Appalto da un milione di euro per i battelli della Impec in servizio sino al 30 settembre

Cicche, buste di plastica e assorbenti Ecco il mare-pattumiera di Napoli

In 15 giorni raccolte circa 2 tonnellate di rifiuti
7 agosto 2013 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

In soli 15 giorni di attività, gli spazzamare della bnpec, aggiudicataria di un appalto da un minone di euro della Regione Campania, hanno recuperato circa due tonnellate di rifiuti nel Golfo di Napoli. Materassi, sacchetti di immondizia, cicche, boiler e naturalmente moltissima plastica.
NAPOLI — «Recuperarono le reti i pescatori, piene di spazzatura, ed umiliati si ritirarono, alla montagna dal mare». E l'incipit di Miramare, la canzone di Francesco De Gregori che potrebbe ben descrivere le condizioni in cui inciviltà ed indifferenza riducono il mare. In soli 15 giorni di attività, gli spazzamare della Impec, aggiudicataria di un appalto da un milione di euro della Regione Campania, hanno infatti recuperato 3480 chilogrammi di rifiuti, pari a 85,98 metri cubi, lungo la costa tra Cellole ed il Cuento. Materassi, palloni da calcio, sacchetti di immondizia, cicche, nettaorecchie, boiler per scaldabagni, ghiacciaie. Plastica, naturalmente. Ancora: pannolini ed assorbenti. Finiscono in acqua perché c'è chi li getta dalle barche o dai traghetti, oppure perché sono abbandonati sulla battigia e trascinati dalla risacca. Capita anche che siano spinti in mare dai fiumi o dagli alvei trasformati in immondezzai; dalle fogne, laddove manchino i collettori ai depuratori o ci siano sversamenti illeciti. Circa la metà dei materiali raccolti fino ad oggi galleggiava lungo la costa della provincia di Napoli. Nella tratta tra Castel dell'Ovo e Castellammare di Stabia, in particolare, sono stati prelevati, in due settimane, 480 chili. Non è la prima volta che la Campania si dota di spazzamare. Il precedente, che risale agli anni del pentapartito, non è incoraggiante. Fu un clamoroso sperpero di fondi pubblici. Stavolta ci si augura vada meglio. Ne è convinto Giovanni Romano, assessore all'Ambiente di Palazzo Santa Lucia: «E' un servizio utile». Ne è meno sicuro Giovanni Persico, responsabile del circolo del Pd Faro del Samo: «Sono legittimi i dubbi sull'efficacia dell'operazione». Proprio nella zona del Samo, tra luglio e settembre, un problema specifico è rappresentato dagli scarti della lavorazione dei pomodori che talune industrie conserviere immettono abusivamente in fogna o negli alvei, da dove, poi, finiscono a mare. Roberto Jucci, commissario all'emergenza Samo, aveva imposto alle aziende di installare dispositivi di grigliatura a pie di fabbrica, per intercettare le bucce di pomodoro. Terminato il commissariamento, quelle ordinanze non sono state più predisposte. Antonio Ama- to.consigliere regionale del Pd, ha perciò rivolto a fine giugno una interrogazione alla giunta regionale, nella quale chiede quali provvedimenti intenda adottare Palazzo Santa Lucia. La Regione ha delegato la risposta all'Ambito 3. Quest'ultimo ipotizza di affidare un sistema di intercettazione dei rifiuti solidi al gestore del depuratore Foce Samo. Impianto, peraltro, che continua ad operare a scartamento ridotto: da anni non si riesce, infatti, a completare il collettore di Gragnano.

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