RIFIUTI ZERO

Comitati in marcia da Acerra a Napoli In attesa di Chiaiano

22 giugno 2008 - Francesca Pilla
Fonte: Il Manifesto

Il sole brucia, toglie l'aria e non aiuta ad adontare i 18 hn di marcia, da Acerra a Napoli. Tra i più giovani partono le sgomitate: «Un'idea cosi poteva ve-nire solo a un prete». Ci ride sopra anche padre Alex Zanotelli, appiccicato, sudato come le altre centinaia di manifestanti e un ginocchio malandato che gli permette di avanzare solo per metà percorso. «Qui non si scherza, facciamo sul serio», rimbrotta al decimo km, dopo aver superato Casoria, Mario Avoletto, irriducibile dell’antagonismo partenopeo, membro attivo della Rete ambiente: «Abbiamo unito oggi le diverse realtà resistenti perché dobbiamo aprire una vertenza generale». E non sarà il termometro rosso a fermare i 700, compresi le associazioni, gli amici di Beppe Grillo, l’assise di Palazzo Marigliano, il Wwf e Legambiente, che hanno accettato di partecipare allo «scarpinetto». D'altra parte chi è venuto se l’è cercata «Ma per i mille "si” ad altrettante ipotesi ecocompatibili sullo smaltimento dei rifiuti – spiega Anna Fava di Palazzo Mariglia-no -.ci sta bene anche la smazzata votiva. Considerato che questa notte non ho dormito mi pare di stare benissimo. No?». Facce infuocate a parte, sono state sei ore di tragitto, macinate metro per metro, fino al secondo concentramento a piazza Garibaldi per radunare il popolo cittadino, e via per altri tre chilometri con i nuovi arrivati.
Segno dei tempi se per ottenere una «grazia» si è passati dalla tradizionale camminata scalzi fino a Pompei al percorso dal termovalorizzatore più grande d’Europa a piazza Dante. «Sono i due simboli di un progetto scellerato – spiega serio Nicola Capone, a capo del coordinamento regionale – la capitale dell’indifferenziata Napoli e lo scandalo di un progetto assurdo, Acerra. Qui nascerà il primo di 4 inceneritori che dovrebbero bruciare milioni di tonnellat l’anno. Con una diÌferenziata al 30% se ne produrrebbero circa 1 milione e 800mila. E il resto?». E' fatto di motivazioni tecniche e soprattutto economiche, a cui si è aggiunta la proposta del coordinatore campano del Pd Tino Iannuzzi di estendere, con il decreto Berlusconi, a tutti gli impianti quei famosi «premi» per gli imprenditori, i Cip6, da miliardi di euro. «Figo vero? Loro si prendono i soldi e noi il cancro», dice una ragazza tra i 250 delegati delle popolazioni in lotta. Appena dietro Espedito Marletta, il sindaco di Acerra che 4 anni fa nella manifestazione in pieno Agosto si beccò un po' di manganellate da parte del suo stesso stato e oggi annuncia iniziative legali contro i Cip6.
Ma a 24 ore dal via ufficiale alla discarica di Chiaiano, a pochi mesi dal completamento dei lavori per l'impianto brucia-immondizia, con un dl militarizzato, che il sottosegretario Bertolaso possa cedere alla richieste dei comitati sarebbe un miracolo. «Siamo decisi a costruire un boicottaggio – spiega Pietro Rinaldi del centro sociale Insurgentia - non è questione di militari, ma di efficacia delle nostre forme di ostruzionismo. Se stiamo seduti per terra, mani alzate e ci massacrano, significa che passeremo a bucare le ruote degli automezzi, o chissà». Quanto a determinazione, chi è riuscito ad arrivare a Piazza Dante dopo otto ore sotto il sole ne ha da vendere. Chiude Daniele Sepe: Un tempo uno andava in galera perché voleva fare la lotta armata, oggi perché fa la differenziata».

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