No all`inceneritore Giugliano: barricate come i no-Tav

Giugliano si mobilita, appelli sui social network: mercoledì la città scende in piazza
8 settembre 2013 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

GIUGLIANO. Uccidere la terra è un matricidio. E in questa terra dei fuochi e dei veleni, dove la camorra ha sterminato il bene più prezioso, dove non ci sono più madri ne padri, in questa terra che da anni invoca una bonifica, dopo anni di pesti chimiche, l'orizzonte è piatto e anche le strade, come l'Asse Mediano, hanno paura di toccare terra, per non contaminarsi. Hanno distrutto tutto e ci stanno negando il futuro, si sente ripetere come una litania, come un rosario di misteri che portano solo all'Inferno. Le tappe di questa Via Crucis hanno nomi beffardi come Taverna del Rè con i suoi sei milioni di ecoballe, dove si può solo brindare con il percolato. O Cava Riconta, lungo la via che porta almare sequestrato diVarcaturo, dove il fango ribolle in inquietanti laghetti grigi. O Masseria del Pozzo, Resit, Alma e almeno un'altra mezza sporca dozzina di sentine mefitiche. Tutto in cinque-sei chilometri quadrati, un pugno di appezzamenti dove l'agricoltura ormai si coniuga al passato laddove un tempo bastava piantare una mazza di scopa per raccogliere frutta pregiata.
Ora case condonate si alternano a discariche diffuse, piccole, grandi, emerse e sommerse che spuntano come funghi nella notte o che si consolidano da anni come archeologia del consumismo. In questo sfondo che puzza di postatomico, dove la storia la fa la scoria, dove la campagna è stata prostituita più delle immigrate di ogni colore che stazionano davanti a sentieri ideali per infrattarsi, dove dietro ogni ringhiera intravedi un Padre Pio o un Cristo con le braccia allargate o una madonna che non ha più lacrime da versare, in questo mondo fatto a pezzi arriverà l'inceneritore. Lo costruiranno dalle parti di Torre Carinati (per chi è pratico, non molto lontano da Ponte Riccio). È un bene? È un male? A guardarsi attorno, in queste terre stuprate e ingravidate dei rifiuti tossici della camorra, terre che rischiano di partorire saecola saeculorum solo morte, l'inceneritore può avere le fattezze del diavolo.
Giugliano è solo l'epicentro di una no-man's land. È il nome che racchiude tutto, anche perché nel suo sterminato spazio che dal mare arriva aU'Appia, comprende e confina con Villaricca, Qualiano, Mugnano e, nel Casertano, Parete. Ma la peste va oltre, raggiungendo Acerra e a nord, quasi per intero l'Aversano. Confini incerti, paura sicura. Da settimane, dopo anni e anni di denunce e lampi di protesta, la partecipazione s'è fatta più compatta, appena quella che era una voce, il termovalorizzatore per le ecoballe e tutto il resto, è diventata una strada maestra. Pagine e pagine sui social network, gruppi, eventi. Dal Presidio permanente Taverna del Rè (con oltre 1600 «mi piace») ai profili personali su Facebook è un rincorrersi frenetico di iniziative e appelli, di commenti e post. L'appuntamento centrale è a piazza Matteotti, a Giugliano, per la sera di mercoledì prossimo, un 11 settembre che si annuncia, carico di malumori, come un Ground Zero tossico. Anche il gruppo di BidonVillarik, lo spiega Raffaele Cardone, partecipa a un Inceneri-tour che infilerà m ogni evento musicale uno spazio per sensibilizzare il pubblico sul disastro avvenuto e quello annunciato. «I roghi non si fermano mai» spiega. E in tanti, nei siti, nei blog e sui social network mandano cartoline da un deserto dove i Tartari sono indigeni.
«Stavano aspettando labonifica e ci mandano l'inceneritore» sintetizza Domenico Di Gennaro di Agorà, da tempo in prima fila nella battagliacontro il disastro ambientale. «Rispetto al passato la sensibilità della popolazione è cresciuta. Al nostro fianco abbiamo commercianti, contadini, cittadini di qualsiasi orientamento». Si annuncia una mobilitazione che potrebbe ripercorrere la strada delle proteste No-Tav in Val di Susa. Sotto terra non fermentano solo i veleni che inesorabilmente andranno a inquinare la falda acquifera e nell'aria non si diffondono solo fumi che provocano cancri con una percentuale molto più alta che altro ve, ma sta crescendo il seme dell'esasperazione. C'è chi non esita a invocare un estremismo di popolo contro l'estremismo dello Stato, c'è chi è disposto ai sabotaggi, e chi, con un'immagine letale, all'ampliamento del cimitero preferisce l'ampliamento del carcere. Siamo a questo punto.

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