Dalla piazza ai binari della stazione tornano i professionisti della rivolta

Precari Bros, Banchi nuovi Movimento di lotta per il lavoro una vita in corteo per un posto
25 luglio 2013 - Davide Cerbone
Fonte: Il Mattino

Prendono servizio di buon'ora. Ogni mattina che Dio manda in terra, loro scendono: in una piazza, per strada, sotto un Palazzo, sui binari. O davanti a un inceneritore, com'è successo ieri mattina ad Acerra, dove in trenta hanno bloccato i camion che dovevano conferire i rifiuti. Nelle stesse ore, un manipolo di donne barricadere mandava al cielo urla di rabbia, sporgendosi dai balconi di Palazzo San Giacomo e occupando alcuni locali.
I professionisti della protesta a Napoli si chiamano Bros, Banchi nuovi, Movimento di lotta per il Lavoro. Sono precari, disoccupati, diseredati. Più o meno disperati, nell'accezione autentica del termine: privati, cioè, della speranza. Nel caso di specie, quella di vedere risolte le loro vertenze.
Da anni, tutti i santi giorni, prendono d'assedio un lembo di città. Si definiscono «storici», e Io sono al punto che è difficile immaginarla senza di loro, questa Napoli messa di tanto m tanto a ferro e fuoco.
Orfani di un sistema collassato sotto il peso delle stesse clientele che permolto tempo l'hanno retto, ribaltano autobus, incendiano cassonetti, spalano letame sulle porte degli assessorati regionali (anche quello all'Agricoltura: magari lo avevano scambiato per compost). Che di motivi per perdere la calma quaggiù ce n'è a bizzeffe: i rifiuti, le buche, le tasse. Ma sopra tutti, uno: il lavoro, il lavoro e ancora il lavoro. «Vulimm' fatica», risuona instancabile la litania sotto gli edifici del potere. Aspirazioni tradotte m rime. Che saranno pure baciate, sì, ma somigliano a schiaffi. Testi e musiche da agit-prop, facce incattivite dal rancore.
Il mite Enrico Panini, assessore al Lavoro della giunta de Magistris con una lunga storia nella Cgil è più che comprensivo: «Hanno sempre tenuto un atteggiamento corretto», riconosce. E aggiunge: «Pur criticando la modalità della protesta, ho dialogato a lungo con loro e ho ribadito l'impegno nella lotta alla disoccupazione da parte del Comune, che ha introdotto la cosiddetta "clausola sociale". Domani - conclude Panini - rappresenterò al Ministero del Lavoro i nostri progetti per cominciare a dare risposte concrete al drammatico tema della disoccupazione».
E mentre Stefano Caldero avverte il ticchettio di una bomba sociale pronta ad esplodere, sotto le poltrone dei governanti ribolle un magma nel quale non è sempre facile separare il puro dal marcio, la speculazione dalla verità, il welfare dall'assistenzialismo. Se da una parte le proteste dei lavoratori di Eavbus, Indesit, zoo e Edenlandia sono di facile lettura, infatti, dall'altra c'è questo popolo tradito dalle promesse di una politica balorda che l'ha cavalcato a proprio uso e consumo, riducendo le singole storie, le singole vite, le singole persone m una somma algebrica da riversare nelle urne. Pacchetti di voti belli e confezionati, che sono diventati materiale altamente infiammabile. Roba da maneggiare con cura, prima che gli spettri àÏ'orizzonte bussino alle porte dello stesso potere che li ha creati.

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