Azienda rifiuti, riflettori sui conti

Carrozzone Sapna conti in rosso e record di sprechi

Personale e trasporti, impennata dei costi la Provincia: spesi dodici milioni in più
La replica La società si difende: aumenti dovuti all'accordo sui salari e alla carenza di impianti
Tra le competenze della Sapna c'è anche lo smaltimento rifiuti
19 luglio 2013 - Livio Coppola
Fonte: Il Mattino

«La Sapna dia chiarimenti sulle spese in eccesso». Il monito, carta canta, arriva dalla giunta provinciale nella delibera di approvazione del Bilancio 2012 della società addetta allo smaltimento dei rifiuti napoletani. In particolare, l'assessore al Bilancio Marilena Nasti, nel provvedimento adottato il 15 luglio, chiede ai vertici della Partecipata di spiegare il perché di costi aggiuntivi, circa 12 milioni in più del previsto, dedicati a servizi di trasporto, noleggi, conferimenti e personale. Un surplus che l'amministratore di Sapna, Enrico Angelone, addebita prontamente al contratto integrativo per i dipendenti, previsto per legge, e a un ciclo dei rifiuti condizionato nelle spese dalla carenza di impianti sul territorio. Sta di fatto che, secondo la Provincia, i conti della Sapna necessitano di spiegazioni. La giunta ha preso atto del Bilancio dell'anno scorso dell'azienda, in cui dal risultato di esercizio risulta una perdita ridotta rispetto al 2011, in quanto passata da 611mila e 371mila euro. Negli ultimi dodici mesi la società, che oggi conta 200 dipendenti, ha azzerato le consulenze, ma i tagli non bastano per ora a contenere in toto le spese per il personale. L'assessore Nasti ha richiesto alla Sapna chiarimenti in ordine a «aree in cui si sono registrati maggiori costi rispetto alle previsioni». Per i dipendenti, nel 2012, sono stati spesi 11 milioni e 666mila euro, 405mila euro in più rispetto alla previsione iniziale. Come mai? A rispondere è l'amministratore Angelone, che sul tema relazionerà durante la prossima assemblea societaria. «L'aumento della voce di spesa sul personale è stato determinato dall'accordo sul salario di secondo livello stipulato pochi mesi fa spiega il vertice di Sapna -. L'accordo, peraltro, è previsto dalla legge in applicazione del contratto nazionale per i metalmeccanici ed era dovuto. Nonostante ciò, lo abbiamo approvato rimodulando quello annullato ad agosto 2012, e per concluderlo ci siamo fatti autorizzare dalla Provincia dopo aver chiesto un parere al ministero della Funzione pubblica. Sono dunque benefici concessi per legge e indirizzati ai soli dipendenti, visto che non abbiamo più alcun consulente». Più complicata è la situazione dei «costi di produzione», cioè della spesa per l'attività principe di Sapna, lo smaltimento della produzione di rifiuti di Napoli e provincia. Gran parte dei 12 milioni in eccesso conteggiati dall'assessorato al Bilancio si legano proprio ai costi dei «servizi di terzi», ossia trasporto, pulizia, manutenzioni e, ovviamente smaltimento. Il problema sta nella imprevedibilità dei costi stessi. Ad oggi il ciclo non è completato in sede provinciale, buona parte della frazione umida stabilizzata viene inviata in impianti del sud e del nord Italia, mentre per smaltire la frazione secca tritovagliata si è ricorso non solo al termovalorizzatore diAcerra, ma anche ai famosi trasferimenti in Olanda, costati nel 2012 sette milioni e 278mila euro, cifra girata al consorzio che Sapna ha creato con Asia, partecipata del Comune di Napoli. Le spese si sono poi impennate anche perché, nonostante la minore produzione complessiva di rifiuti rispetto al preventivato (920mila tonnellate all'anno invece di 967mila), i flussi delle diverse frazioni sono cambiati di mese in mese, costringendo la società a modificare le procedure. «L'indice di utilizzo degli impianti Stir della provincia nell'ultimo anno è aumentato dal 64 al 98 per cento spiega ancora Angelone - ma il processo produttivo sta cambiando, anche perché per esportare la frazione umida nelle altre regioni dobbiamo assolutamente stabilizzarla, per evitare blocchi dei trasferimenti. Su questi contiamo comunque di risparmiare ancora di più rispetto al passato, ma l'attuale sistema del ciclo integrato resta un assurdo». Già a dicembre scorso, come prima risposta alla Provincia, Sapna aveva parlato di «criticità nel ciclo di smaltimento dovute a una fragilità nel sistema che comporta mutazioni delle ipotesi assunte». Per dirla in breve, mancano impianti di smaltimento finale sia per il secco che per l'umido. E i costi lievitano, tanto che nel 2013 la Tarsu potrebbe passare da 147 a 160 euro a tonnellata.

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