Il tribunale: l`Astir è fallita Caos anche in Bagnolifutura, stop al pagamento dei debiti

18 luglio 2013 - Patrizio Mannu
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — L'Astir, la società a totale partecipazione regionale — deputata alla gestione integrata dei rifiuti urbani e speciali e al risanamento ambientale — è fallita. Il tribunale ha preso la decisone dopo aver constatato il mancato deposito al Registro delle imprese dei bilanci di 2009,2010 e 2011. Un destino segnato, visto che la società era m liquidazione da tempo e schiacciata da una massa debitoria di circa 70 milioni. Non più tardi di qualche mese fa la Corte dei conti l'aveva definita «un carrozzone». «Si è posto fine ad una scatola vuota — commentano dalla Regione —, rispetto alla quale era già stato varato un piano di rientro. Per i 463 lavoratori non dovrebbe cambiare molto, visto che sono in cassa integrazione e per loro è previsto il trasferimento in un'altra società, "Campania Ambiente"». La vita dell'Astir (ex Recam) è stata un susseguirsi di difficoltà e inchieste giudiziarie. Nacque nel '93 con due azionisti: la Regione (51%) e Italia Lavoro (49%) che poi ha ceduto pacchetto agli amministratori di via Santa Lucia per 490 mila euro. «Ci chiediamo — afferma Lina Lucci, segretario campano della Cisl — se al di là dal necessario rispetto della legge, non sia doveroso fare tutto quanto è possibile per una società di derivazione pubblica in cui sono occupati 463 dipendenti. Alla Regione e al commissario Testa chiediamo che si attivino immediatamente per impugnare la sentenza e per salvaguardare l'azienda e i posti di lavoro». La vicenda Astir, tuttavia, potrebbe fare il paio con le vicedne in un'altra società partecipata. Per Bagnolifutura sarà un'estate nera; se non dovessero incastrarsi alcune cose, il primo ottobre prossimo potrebbero aprirsi le porte del fallimento. Le tinte fosche della vicenda sono "chiarissime" ed hanno a che fare con l'esposizione debitoria che la Stu ha con banche e fornitori. Un'esposizione che ammonta a circa 190 milioni di euro (70 con Mps, 60 con Fintecna, 20 con Banca della Campania, uno con Unicredit e 38 con altri fornitori di beni e servizi), il cui pagamento in parte è stato avviato ma che a un certo punto si è bloccato. D "certo punto" è l'inchiesta che ha sequestrato i suoli di Bagnolifutura e che, di conseguenza, ha chiuso i rubinetti. Per questo qualche giorno fa in una riunione con tutti i creditori tenuta alla Porta del parco (presenti il dg Antonucci, il presidente Ambrogi e l'assessore Palma) Bagnolifutura ha chiesto una dilazione temporale alle operazioni di saldo dei creditori. La Stu aveva firmato accordi che prevedevano di esaurire il debito entro il 31 luglio di quest'anno. Durante quella riunione ha ammesso che così non potrà essere. Per questo ha proposto ai creditori una moratoria, promettendo di saldare tutti i debiti entro il 31 giugno dell'anno prossimo, in cambio di un interesse sulle somme vantate del 4,5%. Agli stessi creditori ha dato tempo fino al 30 settembre per dare parere favorevole (o meno) a tale moratoria. Che succederà? Questo è tutto da vedere, perché se è vero che i creditori più robusti (le banche) possono anche trovare comodo un interesse del 4,5% (oltre alle garanzie reali sui suoli, le ipoteche, che già hanno), magari lo stesso non è per i creditori più piccoli e forse alle prese con una crisi che li sta strangolando. Non accettando la moratoria, il primo di ottobre potrebbero partire con i decreti ingiuntivi e un giudice, in presenza di tali atti, non potrà che sancire il fallimento della società. Bagnolifutura si dice certa di poter onorare la data del giugno 2014 facendo leva su attività ancora da espletare su parte di suoli non sequestrati (lotto 3 e lotto 4) e su un accordo quadro con il ministero dell'Ambiente che sancisce il proseguimento delle attività di bonifica. Ma siamo alle speranze. Intanto, proprio ieri è partita la messa m mobilità di 38 dipendenti (i dirigenti non sono stati toccati): se entro 150 giorni non si troverà un accordo (Comune e Bagnolifutura da un lato, e sindacati dall'altro) per loro ci sarà il licenziamento. Netto.

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