«I viaggi dei rifiuti modello per l`Europa»
13 luglio 2013 - Daniele Fortini (Addi Asia e presidente Federambiente )
Fonte: Il Mattino
Che la gestione dei rifiuti italiani sia improntata all'assurdità, purtroppo, non è un mistero e chi si deve occupare della materia, può succedere che sia afflitto da disturbi della personalità come ha ironicamente sostenuto ieriAntonio Galdo sul Mattino. L'Italia è il primo riciclatore al mondo di rifiuti in legno, primo riciclatore europeo di alluminio e cartone, secondo in Europanel riciclo di vetro e frazione organica. Sono primati nazionali della raccolta differenziata comunale dei rifiuti urbani. L'Italia è anche, però, il paese europeo che più di tutti, insieme alla Grecia, usa le discariche dove nasconde il 42% dei suoi rifiuti urbani, cioè 14 milioni di tonnellate all'anno di ricchezza sprecata. L'elenco delle assurdità potrebbe essere molto lun go e incrocia financo leggi inapplicabili, pianificazioni strampalate, incompetenti burocrazie e talvolta, una criminalità tanto feroce da avvelenare la terra in cui pure cresce i suoi figli. Ogni anno abbiamo bisogno di smaltire rifiuti, non utilmente riciclabili, prodotti in regioni non ancora autosufficienti. Quei rifiuti potrebbero essere accolti nelle regioni che hanno impianti di termovalorizzazione sicuri e capacità residua di trattamento da offrire. Ma le Regioni del nord non vogliono quelli della Campania costretta, come presto potrebbe essere il Lazio, alla esportazione.
Quando il Pii mondiale cresce del 3,1% e quello dell'Italia diminuisce del 2,7%, un governo serio dovrebbe impegnarsi a trattenere in casa propria I viaggi dei rifiuti ogni occasione di profitto, di lavoro, di opportunità. I rifiuti residui e non riciclabili, fintanto che saranno prodotti, possono essere fonte di energia evitandone il seppellimento in disca- Daniele Fortini * La sollecitazione al governo ed alle Regioni è quella di trovare un accordo che consenta al «sistema paese» di essere autosufficiente, permettendo anche alla città di Roma di trovare sbocchi domestici alle sue 300milaà tonnellate di rifiuti combustibili che non può smaltire nel Lazio. Il Comune di Napoli ha risolto la propria e l'altrui emergenza (92 comuni della provincia inviano rifiuti in Olanda) contribuendo ad organizzare una esperienza, transitoria, eppure trasparente, conveniente, efficace ed efficiente aiutando, così, tutta la Campania il cui ciclo integrato dei rifiuti è ancora incompleto. Per liberarsi di rifiuti non riciclabili, che non potevano e non possono andare ai forni di Acerra già saturi e nell'impossibilità di farli accettare negli impianti del nord Italia si è stati costretti all'export. Sono stati messi alla porta gli intermediari e i faccendieri, si è risparmiato il 35% di denaro rispetto ai prezzi offerti dal mercato in passato, si sono individuati impianti d'eccellenza m cui trattare il recupero di energia in Olanda, si è organizzata una logistica inedita e ora imitata altrove. Due anni fa nessuno voleva venire ad aiutarci e tutti ci respingevano. Oggi, anche grazie a quest'esperienza, da tutta Europa riceviamo visite e proposte, siamo diventati affidabili e la nostra reputazione consentirà vantaggio anche per coloro che dovessero ora affacciarsi sul mercato europeo dello smaltimento di rifiuti residui. Il sindaco de Magistris ha sempre detto che questa esperienza è transitoria e gli obiettivi del Comune sono sempre stati chiari nella negazione di un inceneritore a Napoli e nel promuovere un sistema alternativo fondato su riciclo e recupero di materia. D'altra parte, aggiungo, l'area metropolitana di Napoli un inceneritore lo ha già, ad Acerra c'è il secondo più grande d'Italia a servizio di tutta la Campania. La sfida è farcelo bastare, almeno per i rifiuti urbani quotidianamente prodotti. È una sfida, certo, che dipende dallo sviluppo della raccolta differenziata. La città metropo- litana di Napoli raggiunge ora il 30% di differenziata, invia il restante rifiuto residuo a tre impianti di trattamento meccanico-biologico dai quali escono due flussi: uno di materiali combustìbili inviatiadAcerra e all'estero per una minima quantità, l'altro di rifiuti umidi che dovranno essere stabilizzati per il collocamento a risanamento di aree degradate. Crescerà la raccolta differenziata, si avranno impianti di compostaggio e di selezione dei «rifiuti secchi», dovranno convenirsi gli Stir e si dovrà impiantare una soluzione efficace per trattare le ecoballe e le eccedenze combustibili. È un percorso acddentato e non breve, ma è certamente quello più vicino all'Europa e al comune sentire dei cittadini, oltre che quello economicamente ed ambientalmente più equilibrato.
Quando il Pii mondiale cresce del 3,1% e quello dell'Italia diminuisce del 2,7%, un governo serio dovrebbe impegnarsi a trattenere in casa propria I viaggi dei rifiuti ogni occasione di profitto, di lavoro, di opportunità. I rifiuti residui e non riciclabili, fintanto che saranno prodotti, possono essere fonte di energia evitandone il seppellimento in disca- Daniele Fortini * La sollecitazione al governo ed alle Regioni è quella di trovare un accordo che consenta al «sistema paese» di essere autosufficiente, permettendo anche alla città di Roma di trovare sbocchi domestici alle sue 300milaà tonnellate di rifiuti combustibili che non può smaltire nel Lazio. Il Comune di Napoli ha risolto la propria e l'altrui emergenza (92 comuni della provincia inviano rifiuti in Olanda) contribuendo ad organizzare una esperienza, transitoria, eppure trasparente, conveniente, efficace ed efficiente aiutando, così, tutta la Campania il cui ciclo integrato dei rifiuti è ancora incompleto. Per liberarsi di rifiuti non riciclabili, che non potevano e non possono andare ai forni di Acerra già saturi e nell'impossibilità di farli accettare negli impianti del nord Italia si è stati costretti all'export. Sono stati messi alla porta gli intermediari e i faccendieri, si è risparmiato il 35% di denaro rispetto ai prezzi offerti dal mercato in passato, si sono individuati impianti d'eccellenza m cui trattare il recupero di energia in Olanda, si è organizzata una logistica inedita e ora imitata altrove. Due anni fa nessuno voleva venire ad aiutarci e tutti ci respingevano. Oggi, anche grazie a quest'esperienza, da tutta Europa riceviamo visite e proposte, siamo diventati affidabili e la nostra reputazione consentirà vantaggio anche per coloro che dovessero ora affacciarsi sul mercato europeo dello smaltimento di rifiuti residui. Il sindaco de Magistris ha sempre detto che questa esperienza è transitoria e gli obiettivi del Comune sono sempre stati chiari nella negazione di un inceneritore a Napoli e nel promuovere un sistema alternativo fondato su riciclo e recupero di materia. D'altra parte, aggiungo, l'area metropolitana di Napoli un inceneritore lo ha già, ad Acerra c'è il secondo più grande d'Italia a servizio di tutta la Campania. La sfida è farcelo bastare, almeno per i rifiuti urbani quotidianamente prodotti. È una sfida, certo, che dipende dallo sviluppo della raccolta differenziata. La città metropo- litana di Napoli raggiunge ora il 30% di differenziata, invia il restante rifiuto residuo a tre impianti di trattamento meccanico-biologico dai quali escono due flussi: uno di materiali combustìbili inviatiadAcerra e all'estero per una minima quantità, l'altro di rifiuti umidi che dovranno essere stabilizzati per il collocamento a risanamento di aree degradate. Crescerà la raccolta differenziata, si avranno impianti di compostaggio e di selezione dei «rifiuti secchi», dovranno convenirsi gli Stir e si dovrà impiantare una soluzione efficace per trattare le ecoballe e le eccedenze combustibili. È un percorso acddentato e non breve, ma è certamente quello più vicino all'Europa e al comune sentire dei cittadini, oltre che quello economicamente ed ambientalmente più equilibrato.