Un patto contro i fuochi

Sepe: chi appicca i roghi sarà giudicato da Dio

12 luglio 2013 - Valeria Chianese
Fonte: Avvenire

Chi inquina, chi sversa illegalmente rifiuti tossici, chi li brucia, chi li interra attentando ad ambiente e salute, come pure chi non reagisce e assiste passivamente allo sfregio contro territorio e persone, «compie un peccato grave che grida vendetta al cospetto di Dio», ha ammonito il cardinale Crescenzio Sepe concludendo ieri in Regione Campania il convegno per la presentazione e sottoscrizione del Patto per la Terra dei Fuochi. «Verrà il giorno del giudizio» anche per questi «delinquenti accecati dal demone dell'arricchimento» per i quali «neppure il diritto sacrosanto alla salute e alla vita dei figli, delle mogli e dei genitori costituisce motivo di scrupolo e di rimorso». Ma non ci sono solo i criminali. «Avverto i limiti della stessa indignazione - ha sottolineato Sepe-, che ormai non basta e non serve, perché non riesce a smuovere le coscienze, le menti e la mano di chi si lascia guidare dall'egoismo, dall'arroganza e dalla protervia, per cui la speranza rischia di finire sommersa da cumuli di rifiuti, nell'indifferenza di chi si sente estraneo o lontano dal problema».
L'arcivescovo ha poi ricordato che la Chiesa ha più volte fatto sentire la sua voce (ricordando anche l'impegno "coraggioso" di don Maurizio Patriciello) perché «non può stare zitta» quando «è in gioco la dignità dell'uomo, e quindi di quel Dio che ha creato l'uomo non per esse re avvelenato, ma per vivere una vita di dignità». E il Patto per la Terra dei Fuochi, siglato tra istituzioni, Chiesa e cittadini che prevede un sistema di iniziative rivolte a contrastare i roghi tossici tra le province di Napoli e Caserta, nasce anche dall'impegno delle parrocchie, che hanno raccolto il dolore delle persone appoggiando le azioni di denuncia dei cittadini riuniti in comi- tati. «Oggi è una tappa importante, ma non definitiva - ha commentato Angelo Spinillo vescovo di Aversa e vice presidente della Cei -. La Chiesa partecipa al dialogo con tutte le componenti della vita associativa e dei territorio. Oggi siamo in grado di impegnarci insieme per dare una nuova forma al territorio attraverso l'attenzione marcata all'ambiente». Spinillo ha quindi riletto il senso del documento del 1989 dei vescovi. II Paese non crescerà se non insieme: «Le componenti della società devono entrare in dialogo tra loro per avviare sforzi comuni lontano dalla logica delle opportunità del momento. Diversamente - ha concluso - imiteremmo il modo di fare della criminalità organizzata».
Il Patto , che dovrebbe servire anche a dare una scossa al senso civico, si pone due obiettivi chiari: la coesione territoriale e il coordinamento istituzionale. Entrambi puntano a contrastare, oggi, e ad azzerare, domani, il criminale fenome no. Tra i firmatari ci sono la Regione, gli enti provinciali e le prefetture di Napoli e Caserta, l'Anci e l'Arpa Campania, le Asl di Napoli (1,2 e 3) e Caserta, il Compartimento Anas, il Fai, le Guardie ambientali d'Italia, Legambiente Campania, Isde Medici per l'Ambiente, il delegato del Viminale per i roghi di rifiuti e i 55 Comuni che rientrano nel quadrilatero della terra dei Fuochi compreso tra il litorale domitio, l'agro aversano-atellano, l'agro acerranonolano e vesuviano e Napoli. E per fuoco oggi non s'intende più la semplice combustione di rifiuti, qui è sinonimo di tumori e di devastazione.
«Non un enunciato di principi, ma un elenco di iniziative concrete per dare risposte valide alla tutela ambientale con più poteri ai Comuni e più responsabilità» ha precisato il viceprefetto Giuseppe Cafagna, l'incaricato del Viminale. «Il protocollo chiude la fase delle omissioni per ché vedere, sapere e non denunciare è grave come abusare delle nostre terre. Oggi archiviamo le omissioni» ha assicurato il sottosegretario Gianpiero Bocci.

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