Veleni nell’acqua, allarme per i militari Usa
Tetracloroetilene dai rubinetti. Un risultato «inaccettabile» per i marines americani. Arrivano i primi test nelle case occupate dai militari Usa in Campania. E non sono buoni, confermando l’inquinamento ambientale del nostro hinterland. Anche se lo stesso comando dell’U.S. Navy si affretta a spiegare che il numero delle abitazioni prese in esame in questo momento - sette - sono «statisticamente insignificanti a convalidare l’intero processo di esami ambientali» condotti sugli alloggi dei marines all’indomani dell’emergenza rifiuti, come anticipato dal «Mattino»: test su acqua di rubinetto, aria e terreno sono stati fatti in 130 delle villette sparse per le province di Napoli e Caserta e altri ne verranno eseguiti nelle 1800 abitazioni degli yankees. I risultati in questi casi si sapranno solo nel 2009. I livelli di rischio sono calcolati usando i livelli di esposizione a 30 anni adottati dall’Usepa, l’agenzia Usa di protezione ambientale: livelli che - ricorda l’U.S. Naval Support Activity - sono cauti in considerazione degli alti valori attribuiti all’area napoletana. E una volta eseguiti gli esami, gli esperti dell’U.S. Navy assegnano a ciascuna casa alla categoria che meglio rappresenta il livello di rischio: accettabile, potenzialmente preoccupante, inaccettabile. Una casa, tra le sette monitorate ad Aversa, Bacoli, Casa di Principe, Gricignano, Varcaturo e Villa Literno, è considerata a un livello inaccettabile, proprio per la presenza di un’elevata concentrazione di solvente, il tetracloroetilene, considerato nocivo per inalazione e pericoloso per l’ambiente (scarsamente biodegradabile e non infiammabile). Presenza confermata da una doppia analisi. I residenti di questa casa sono stati informati e hanno chiesto di essere trasferiti nella base di supporto di Gricignano d’Aversa. E le restanti sei case rientrano nella categoria di potenzialmente preoccupante per l’acqua di rubinetto. Su circa 200 prodotti chimici rilevati, sono state trovate tracce di sostanze «preoccupanti». In tutte le case è stato trovato trialometano, prodotto usato nella disinfezione dell’acqua. Tetracloroetilene in due abitazioni, il triocloroetilene in una e la diossina, come prodotto di combustione, in un’altra. Altri campioni verranno presi nelle sei case per confermare le analisi. Anche qui bisogna usare cautela. I dati raccolti nelle sette abitazioni non possono essere usati per trarre conclusioni sull’area in questione, a nord di Napoli. Il comando dell’U.S. Navy ha fatto sapere anche che non esistono rischi per le famiglie, a patto che usino acqua di bottiglia; e che gli esami vanno avanti. Le famiglie e i proprietari di casa continueranno a essere informati nel caso le analisi rivelino potenziali o effettivi rischi.