I sindaci: «Lo Stato ci ha lasciati troppo soli»
E` un coro unanime che dal Vesuvio al casertano si leva dai sindaci costretti a convivere insieme ai propri cittadini con rifiuti, roghi, scarichi illeciti, discariche legali e abusive, siti di varia spazzatura: «Noi siamo presenti sul territorio e difendiamo ambiente e salute». Con i mezzi, scarsi, che hanno a disposizione. «Sono Provincia, Regione, Stato a essere inadempienti» accusano. E sono anche stufi i primi cittadini di dover parlare ancora e sempre di rifiuti tra emergenze multiformi, «una storia datata» commenta il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco. C'èbisogno invece, e insistentemente lo chiedono, di assunzione di responsabilità e di bonifiche , di interventi concreti e non solo di firme in calce ad accordi che diventano carta straccia. E che finalmente si ammetta, chiosa Sagliocco, il nesso tra roghi tossici e aumento di patologie mortali: «È palese che tra le province Nord di Napoli e Sud di Casería i dati di malattie tumorali nei residenti siano al di sopra della media regionale e nazionale. Dal 2007 si discute sul registro regionale dei tumori: parole mentre ci sono questioni e problemi non più rinviabiB» precisa. Aversa, città normanna e centro dell'Agro aversano, tra Università ed ospedale ogni giorno registra 25mila presenze in più. In pochi mesi, grazie a maggiori controlli e migliore organizzazione, la raccolta differenziata è balzata dall'11 al 52%. La polizia ambientale, nuova branca della municipale, in accordo con Prefettura e Questura e in sinergia con i Comuni dell'Agro, provvede a controlli sul territorio sia per lo sversamento di rifiuti sia nel settore produttivo, dagli esercizi commerciali agli opificii per far emergere il lavoro sommerso. «Abbiamo preso manganellate dallo Stato quando siamo scesi nelle strade e nei campi perché non volevamo le discariche. Siamo stati accusati di essere favoreggiatori e compiici della criminalità organizzata perché volevamo che la nostra terra restasse intatta», ricorda amaro Salvatore Russo, vicesindaco di Santa Maria la Fossa, provincia di Caserta, 3mila abitanti, raccolta differenziata al 65%, un territorio di 29km quadrati, che i piani regionali per i rifiuti ad anni alterni individuano come sede per un inceneritore e dove l'orizzonte è stato modificato dai milioni di metri cubi di immondizia stivati in discariche statali nate provvisorie diventate eterne, «Invece - aggiunge-proprio lo Stato è stato complice e infedele come dimostrano gli arresti di chi ha gestito la discarica di Ferrandelle, aperta durante la grande emergenza rifiuti del 2008». Per questa discarica e per varie altre aSantaMarialaFossa spettano lOmi- lioni di euro dallo Stato a titolo di compensazione ambientale, ma finora nelle casse comunali non è arrivato un euro: «Abbiamo firmato l'accordo di programma in Prefettura a luglio 2009. Da allora se ne parla solo - afferma il vicesindaco -. Dal 2009 abbiamo un progetto per la messa in sicurezza della discarica di Parco Saurino, ma da Roma periódicamente ci chiedono di presentare la documentazione, sempre la stessa». E conclude: «Chi dowebbe essere responsabile, cioè gli Enti superiori, viene sempre meno». Quindi si agisce come si può e anche se il danno è fatto nessuno pensa di arrendersi. Nei terreni di fronte alla discarica di Ferrandelle e in altre aree confiscate alla camorra il Comune ha piantato pioppi ed altre essenze non destinate all' alimentazione umana o animale per bonificare, per non interrompere la catena economica, per non lasciare la terra ostaggio dei rifiuti.