Palazzo San Giacomo, le scelte Ok alla delibera su Napoliservizi: contratto da 342 milioni, gestirà il patrimonio fino al 2018

Il Comune blinda case e rifiuti: no ai privati

Trasporti, il sindaco apre: il 40% del comparto può andare sul mercato
2 luglio 2013 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Una maratona cominciata alle 10 e finita solo alle 20: alla fine il Consiglio comunale ha votato si a Napoliservizi quale azienda «di interesse generale» ovvero non finirà sul mercato. Gestirà il patrimonio immobiliare e molto altro fino al 2018 con un contratto di 68,5 milioni à anno, complessivamente 342 milioni e mezzo. Quota che secondo i calcoli fatti a Palazzo San Giacomo dovrebbe essere più bassa di quellapagataallaRomeo, il precedente gestore. Afavore della gestione pubblica e intema del patrimonio immobiliare oltre alla maggioranza che sostiene la giunta arancione anche il Pd, l'Udc e Ricostruzione democratica. Opposizione quasi assente in aula, non si sono visti quelli del Pdl e Liberi il sud - capitanati da Gianni Lettieri che hanno disertato in gran parte la seduta; in aula solo Fratelli D'Italia con l'inossidabile Vincenzo Moretto che all'atto del voto ha abbandonato la sala dell'Assemblea cittadina. Ha votato no invece Futuro e libertà, ovvero Andrea Santoro. «Nei primi tré mesi del 2013 - dice Santoro - il Comune ha incassato dal suo patrimonio immobi liare 3.563.146,53 euro attraverso Napoliservizi. Una riduzione notevole rispetto al primo trimestre 2012, quando con il vecchio gestore si era incassato 7.718.648,40. Una riduzione del 54% che non trova giustificazione nella massiccia azione di dismissione: i beni venduti negli ultimi 18 mesi incidevano per 1'8% sulle riscossioni». Questa la denuncia di Fli. Alla quale replica l'assessore alle Finanze Salvatore Palma: «Un calo naturale, i soldi non sono andati perduti ma verranno recuperati. In ogni passaggio di gestione avviene, prestissimo recupereremo». La delibera ha visto ricompattarsi in aula tutto il centrosinistra come non era mai accaduto prima. Sembrano quasi le prove della nuova maggioranza sfumata in extremis prima del rimpasto. Un dialogo che però sotto traccia continua. Al di là del dato politico, la nuova mission assegnata a Napoliservizi delinea le strategie future di Palazzo San Giacomo sulla dismissione delle aziende partecipate. Come è noto - entro il 31 dicembre - in ossequio a una legge dello Stato tutti gli enti locali dovranno dire quali sono gli asset di «interesse generale» e quelli che invece vanno sul mercato. Per Napoli dunque, il patrimonio, le strade, l'acqua e i rifiuti resteranno in mano pubblica. Naturalmente la scelta comporta il fatto che in caso di problematiche finanziarie non ci saranno paracaduti governativi con fondi a go go oppure leggi spedali come quella sul predissesto. Piuttosto il dato interessante da questa scelte è quello che riguarda i disastrati trasporti. Come è noto il Comune ha varato la holding dei trasporti che comprende Anm, Napolipark e Metronapoli. Il sindaco al riguardo è stato netto: «II 40 per cento del comparto trasporti può essere affidato al mercato. De Magistris, illustra la strategia futura: «Maglia nera perché non privatizziamo? No, io mi considero maglia rosa. E non mi sento un sindaco isolato. Napoli su questi temi è prima ora è importante che partiti, consiglieri, sindacati, aprano lo stesso dibattito anche altrove siamo la prima città in Italia per dibattito contro il pensiero del neoliberismo che ha caratterizzato gli ultimi Governi, da Berlusconi a Monti». De Magistris però precisa: «Noi non siamo contro i privati, anzi ne vogliamo molto e fùngeremo da stimolo per loro. Però non vogliamo prenditori ma gente che fa i suoi legittimi interessi senza calpestare la città. Parole molto soft per il governo Letta: «Si apre una partita politica perché vorremmo convincere l'esecutivo che si deve lasciare maggiore autonomia alle città per poter puntare sul pubblico. Ora siamo in presenza di una stagione dialettica con il Governo Letta molto più attento nell'ascolto dei territori. Nessuno scontro ma dialogo, meglio ripeterlo».

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