Una catena di debiti e crediti mette a rischio il conferimento

Casal di Principe lite con la Gisec niente pagamenti ed è allarme rifiuti Comune moroso, stop rifiuti nello Stir

Casal di Principe, conferimento a rischio per un debito da 460 mila euro
25 giugno 2013 - Roberto Fuccillo
Fonte: Reoubblica Napoli

 

ALLARME rifiuti a Casal di Principe. La cittadina casertana è stata sostanzialmente messa in mora dalla Gisec, la società pro vinciale per la gestione del ciclo rifiuti. Gisechadenunciatosiaal prefetto di Caserta che alla Procura di Santa Maria CapuaVetere l'insopportabile situazione debitoria nella quale versano molti Comuni e ha annunciato unalinea dura che avrà a Casal di Principe la prima applicazione: dal primo luglio «in assenza di pagamenti, anche parziali, delle fatture emesse nei confronti del Comune di Casal di Principe, nonsaràpiùconsentito allo stesso di conferire rifiuti presso gli impianti di trattamento e smaltimento nella titolarità diretta o indiretta della Gisec». Insomma Casale non potrà più sversare nello Stir di Santa Maria. Gisec ricorda che «il mancato versamento delle quote da parte dei Comuni al Consorzio unico di bacino Napoli-Caserta ha portato a oltre 100 milioni di euro di crediti verso il Consorzio». E Gisec, che ha a sua volta 9 milioni di esposizione conifornitori, non vuolfarelastessafine. Casale ne deve 460 mila. «Non paga da gennaio - dice l'amministratore delegato Donato Madaro Così anche altri Comuni del Casertano, come Maddaloni, Capua e il capoluogo Caserta, che ha con noi un debito di oltre un milione, per cui potremmo emettere un decreto ingiuntivo. Ma solo per Casale abbiamo minacciato lo stop ai conferimenti perché la commissione prefettizia recentemente ha risposto al le nostre sollecitazioni con una nota piuttosto paradossale: ovvero che non riconosce la Gisec. Allora non dovrebbe neanche conferire allo Stirdanoigestito». C'è dunque anche una guerra con il commissario prefettizio Silvana Riccio. La stessa che una settimana fa ha annunciato invece l'arrivo dei contatori dell'acqua per sanare situazioni di illegalità che durano da anni. Intanto in Regione l'assessore Giovanni Romanoprometteche «lo studio dal quale far dipendere la rimodulazione dell'impiantistica è stato avviato, la prossimasettimana presenteremo le risultanze al governo». Si tratta della rimodulazione sulle esigenze di impiantistica chiesta di fatto qualche giorno fa dal ministro Andrea Orlando, con la speranza di allestire un nuovo piano in due mesi per tentare di salvarsi da almeno un parte delle multe Uè sui rifiuti. Orlando eratomato sul tema ieri mattina, nel corso di una visita in Irpinia. Romano si dice d'accordo, ma avverte: «Solo l'aumento qualitativo della differenziata può consentire la rimodulazione. Al momento gli scarti dalle lavorazioni delle frazioni raccolte con la differenziata sono ancorafra il 35 e il 40 per cento, e quindi i residui necessitano ancora dello smaltimento finale». Finale con ennesimo richiamo a Napoli: «Occorre che città ancora indietro con la raccolta raggiungano entro l'anno la percentuale prevista dalla legge, il 65 per cento».
INIZIA sostanzialmente l'era del commissario ai trasporti in Regione. Ieri Pietro Voci, commissario ad acta per il riordino delle partecipate nel settore, ha emesso un provvedimento che dovrebbe portare da qui a trenta giorni alla ricognizione completa di debiti e crediti delle società stesse. Nominato a novembre. Voci si era fin qui dedicato soprattutto all'Eav, fino a riuscire a far trovare alla Regione 39 milioni per la holding. Ora passa a affrontare il sistemacompletodellesocietàin capo alla Regione. Il decreto in realtà propone di mettere a disposizione del commissario una struttura di supporto, e dunque emana un avviso pubblico per la formazione di una "short list" di esperti in materie giuridiche e economiche da selezionare poi al fine di reperire il personale necessario. In base al decreto, già pubblicato sul sito della Regione Campania, le domande dovranno pervenire entro à 1 luglio. I costi della struttura sono già coperti, in base a un decreto dell'anno scorso, con le risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione. Il successivo cammino prevede che Voci, dopo la ricognizione sui bilanci, abbia 60 giorni per elaborare un piano di rientro dal disavanzo e un piano per i pagamenti, che può essere articolato su un massimo di 60 mesi. Intanto da Bruxelles arriva un'altra nota di preoccupazione per la Campania. È la parlamentare Pdl Erminia Mazzoni a render nota la risposta ricevuta dalla Commissione europea a una sua interrogazione, inoltrata dopo che il presidente della Regione Stefano Caldoro aveva minacciato il ritiro del grande progetto sul porto di Napoli. «Stando ai dati piu recenti - si legge nella replica - gli impegni perii programma del Fondo europeo di sviluppo regionale relativo alla Campania corrispondono all'80 per cento mentre i pagamenti al 18 percento delbilancio complessivo». Succede così che «la Commissione - dice Mazzoni - non nasconde la preoccupazione per la scadenza del 31 dicembre 2015, entro la quale si dovrà spendere il restante 82 per cento elle risorse». In effetti, aggiunge la parlamentare «nell'ultima grande revisione del programma regionale i Grandi progetti costituiscono un elemento importante e purtroppo alcuni di essi sono bloccati. Sul grande progetto del porto di Napoli la Commissione ritiene necessari chiarimenti su questioni importanti quali il calendario d'implementazione, gli aspetti legati agli aiuti di Stato e la compatibilita con il piano normativo del porto, che tra polemicheelitigi,tardanoadarrivare. Se questo progetto dovesse essere escluso, intoto o in parte, dalprogramma, l'importo dei finanziamenti cosi sbloccati dovrebbe essere destinato ad altri progetti per evitare che vada perso». 
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