Ambiente Il ministro Orlando nella terra dei fuochi chiede scusa per i disastri causati dall'inquinamento

Ogni giorno 256 mila euro di multa

Rifiuti, tre anni persi e nessuna soluzione. L'Europa ci condanna
21 giugno 2013 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Alla fine è arrivato il deferimento da parte dell'Ue per la cattiva gestione dei rifiuti in Campania, con tanto di salatìssime multe. Quando arriverà la sentenza tra qualche mese l'Italia dovrà sborsare già i primi 30 milioni. Ma se non dimostrerà di mettersi in regola ne dovrà pagare quasi 260 mila al giorno. L'Ue non si fida, anche se riconosce piccoli passi in avanti. Per esempio per la differenziata, «tranne che m provincia di Napoli». Ma contìnua a sferzare le amministrazioni perché non hanno rispetto i tempi e quanto scritto nel piano regionale. Il ministro Orlando: «Ora bisogna spingere su diffe renziata e impiantistica, perché 200 milioni non li abbiamo». E in visita nella Terra dei fuochi: «Vi chiedo scusa anche se sono ministro da soli 44 giorni».
CASERTA — Alla fine è andata inesorabilmente come anticipato dal ministro per l'Ambiente, Andrea Orlando, a questo giornale. Deferimento in attesa della seconda condanna dell'Ue per la gestione dei rifiuti in Campania. L'Europa ha anche proposto una multa: 256.819 euro per ogni giorno di ritardo dopo la seconda sentenza, fino a quando l'Italia non si metterà in regola. Si legge nella nota europea: «Inevitabile pagare 28.090 al giorno tra le due sentenze». Cosa vuoi dire? La prima sentenza è stata emessa dalla Corte lussemburghese nel marzo 2010. Se la seconda sentenza sarà negativa, come ormai è certo dal momento che in pochi mesi non si potrà raddrizzare la situazione, l'Italia pagherà quei 28 mila e rotti euro al giorno per i tré anni ormai trascorsi. A conti fatti non si potrà comunque evitare una multa minima che già supera i 30 milioni di euro. Ð rischio, però, è che potremmo arrivare a pagare dieci volte di più. Un disastro.
Pur riconoscendo i progressi fatti, ad esempio sotto il profilo della raccolta differenziata, la Commissione «non esclude nuove emergenze, dato che il trasporto dei rifiuti fuori dalla regione non risolve in modo adeguato i problemi endemici del territorio». Dall'estate 2011 le amministrazioni locali hanno infatti «dirottato» grandi quantità di rifiuti verso impianti in altre regioni, «soluzione questa di natura meramente temporanea a problemi che caratterizzano la regione ormai da anni». Bruxelles guarda con «preoccupazione» ai ritardi che hanno portato all'arresto della costruzione della maggior parte degli impianti previsti per il recupero dei rifiuti organici, degli inceneritori e delle discariche. «Il rischio ora — spiegano — è che molte delle installazioni previste non siano pronte per la fine del 2016, cioè in tempi ancora ragionevoli dalla prima sentenza della Corte». Non solo. Uno dei nodi da sciogliere riguarda sei milioni di tonnellate di ecoballe stipate principalmente a Giugliano, che a tutt'oggi hanno una «sorte incerta» nell'attesa che venga costruito un impianto ad hoc. Senza contare il «basso» tasso di raccolta differenziata nella provincia di Napoli. «Pur essendo la città della Campania che produce più rifiuti — spiegano — Napoli ha un tasso di raccolta differenziata solo di circa il 20 per cento». Alcuni progressi sono stati compiuti. L'Italia ha infatti adottato un nuovo piano di gestione dei rifiuti per la Campania nel gennaio 2012 e a giugno ha presentato un programma di misure destinate a gestire i rifiuti nella regione fino al 2016, quando dovrebbero diventare operativi nuovi impianti di trattamento. Chiamatelo pressing o spada di Damocle, l'Ue non ha più fiducia- «Sono trascorsi tré anni dalla sentenza della Corte Ue — queste le parole di una portavoce nello spiegare la decisione di deferimento —. Sono tanti, e nonostante tutta l'assistenza data dalla Commissione alle autorità italiane, non è stata trovata una soluzione. Abbiamo dovuto prendere la decisione del deferimento e delle multe». Ð commento a caldo di Orlando a Caivano: «Io ho detto che a Bruxelles dobbiamo dire come chiudere il ciclo. Non ci possiamo consentire di pagare una multa di 200 mila euro al giorno». Per Orlando, ovviamente, è necessario accelerare. «Da qui alla condanna dobbiamo dimostrare all'Ue di fare i fatti», ha aggiunto. Quanto alla possibilità, prevista dal decreto del Fare, di poter commissariare per velocizzare la costruzione degli impianti e che ieri ha fatto scattare il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, Orlando chiarisce: «Se gli enti locali non decidono si commissaria. Ma è proprio il contrario di ciò che si pensa, si commissaria per tentare di evitare la costruzione di due inceneritori e per accelerare impiantistica alternativa». E ancora: «Io non voglio fare gli inceneritori non perché siano pericolosi ma perché capisco che ormai si è logorato il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni e perché nella pratica se si fa una differenziata spinta potrebbero essere sovradimensionati». Ma è chiaro che se le amministrazioni non si mettono in pari anche quella sarà una strada inevitabile. Posizione simile quella dell'assessore regionale Giovanni Romano che ribadisce: «È sbagliato tenere una posizione pregiudiziale, ideologica. Ma se si faranno tutti i passi necessari sarà necessario un solo altro impianto da affiancare ad Acerra».
Quanto a de Magistris in mattinata in prefettura a Caserta ha incontrato Orlando con il vicesindaco Tommaso Sodano. «Quello con il ministro dell'Ambiente, Orlando, è stato un incontro proficuo e sono fiducioso. Stiamo lavorando, governo e istituzioni locali, a dare risposta all'Europa che, pur riconoscendo i passi avanti compiuti sul tema rifiuti, comunque ci esorta a migliorare. E noi vogliamo migliorare, in particolare, su due direttrici: l'ampliamento della raccolta differenziata e l'impiantistica alternativa. Napoli è pronta a questa sfida, ma per farlo ha bisogno di risorse economiche, in particolare per quanto riguarda l'estensione del porta a porta, che vogliamo arrivi a coinvolgere 500 mila cittadini entro l'anno, mentre stiamo lavorando alla creazione di tré impianti per il trattamento della frazione umida (digestori anaerobici) e un impianto per la separazione manuale sul modello attuato anche a San Francisco».

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