«Chiedo scusa per il vostro dramma» Il ministro torna nella terra dei veleni

Orlando a Caivano nella chiesa del sacerdote che combatte i roghi tossici
La promessa: stop all'importazione dei rifiuti industriali in Campania
21 giugno 2013 - Simona Brandolini, Roberto Russo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

«Di fronte a un popolo spaventato non posso che chiedervi scusa». A sorpresa, appena il ministro per l'Ambiente Andrea Orlando prende la parola nella chiesa affollata del Parco Verde di Caivano, scattano gli applausi. Non se li aspettava a dirla tutta. In prefettura a Caserta qualche funzionario gli aveva consigliato di lasciar perdere quella visita «difficile» nella parrocchia di don Maurizio Patriciello, il luogo simbolo della Terra dei fuochi e dei veleni, la chiesa dove si celebrano più funerali per tumori che battesimi. Per quasi due ore Orlando, ministro da 44 giorni, accetta il confronto con un'umanità disperata e legittimamente arrabbiata.
Don Maurizio è padre e portavoce dell'intera comunità: «Ministro, d hanno ingannati con la storia dei rifiuti urbani mentre le imprese del Nord ci avvelenavano con i rifiuti tossici. Eccoli qui i nostri morti per tumori, guardi le foto: questo bimbo aveva otto anni, questa signora 30, quest'uomo 40...Ministro, ccà 'a gente sta murenno!». Don Patriciello non fa sconti. «È vero la camorra ha sotterrato i rifiuti tossici. È vero — incalza — c'è la camorra con la coppola e la lupara ma anche un'altra più terrificante: quella con la cravatta e il computer». Composte le donne che hanno perduto figli e fratelli, stringono le foto dei loro cari come raggelanti testimonianze. Le «mamme vulcaniche» di Terzigno, i medici per l'ambiente, i ragazzi dei comitati di Chiaiano che chiedono di intervenire con insistenza, al punto che il sacerdote deve ammonirli a rispettare il luogo, li invita a dare al ministro la possibilità di esprimersi per ultimo dopo aver ascoltato tutti. Due senatrici del M5S, VumaMoronese e Paola Nugnes, premono per parlare. Ð sacerdote alza la voce: «Sedetevi, andate a fare i 5 stelle da un'altra parte». Chiede rispetto, ma soprattutto ringrazia, perché non sono tanti i politici e i ministri che si fanno vedere al Parco Verde. Orlando prima chiarisce che lui non ha mai parlato della necessità di costruire nuovi inceneritori in Campania, poi utilizza la metafora del topolino e della montagna. D topolino sono le iniziative minime che si possono mettere in campo da subito. Le ha presentate in mattina in Prefettura a Caserta, come «una piccola risposta alla lettera della giovane architetto» (intervistata qui sotto, ndr), le ripete à Caivano. Un protocollo d'intesa con aziende private per lo smaltimento degli pneumatici, i privati investiranno i milione e mezzo di euro. Sette milioni di euro sono stati stanziati dal governo per incrementare la raccolta differenziata nei comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche. Nella legge delega sulle semplificazioni approvata dal consiglio dei ministri è prevista la revisione dei reati ambientali, con un inasprimento delle pene. Per l'occasione è stata istituita una commissione di lavoro coordinata dal gip Raffaele Piccirillo che si è occupato proprio di questa materia. La montagna, a cui fa invece riferimento Orlando «quella che dobbiamo costruire è evitare un ulteriore aumento dell'ingresso dei rifiuti in questa regione. Ð governo ponga il divieto nelle importazioni di rifiuti industriali in Campania».
Il problema però restano le bonifiche, per quelle illegali le risorse ci sono, ma per altre bombe ecologiche da Lo Uttaro e Taverna del Rè, no. «Per il momento — riconosce il ministro — non ci sono risorse aggiuntive per bonificare le discariche o i siti legali gestite senza il rispetto della normativa ambientale da imprenditori privati o anche da enti pubblici. Ci vorrebbe una manovra finanziaria per questi interventi, in particolare per la Resit di Giugliano, ora le risorse ci sono solo per i numerosi siti illegali dislocati tra Caserta e Napoli».
Don Maurizio, nel ruolo di autorevole moderatore, consente a tutti di porgere domande al ministro. È un confronto serrato, a tratti duro. «Faremo le barricate se non verranno rispettati i nostri diritti» minaccia un attivista di Chiaiano. Orlando si rende conto che la politica da queste parti ha perso credibilità. Così, a chi gli dice: «Vogliamo fidarci di lei», replica: «No, non dovete fidarvi, dovete continuare a controllare». Alla fine il sa cerdote lo ringrazia e gli chiede: «Quando tornerà da noi?». Il ministro non da una data, il tempo delle promesse è finito.

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