«Sono un architetto, ma ora fotografo i Tir che avvelenano» Storia di Vincenza, l`architetta guarita dal «brutto male» Ora dà la caccia ai Tir sospetti

21 giugno 2013 - Ro.Ru.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

«Se il ministro vieterà di importare rifiuti industriali in Campania avremo fatto un passo avanti», Vincenza Cristiano, 35 anni architetta di Caivano, è la donna che ha inviato la lettera aperta a Orlando in cui ha rivelato di essere stata colpita da un tumore per colpa dell'inquinamento. «Ora sono guarita ma non rinuncio a lottare per la mia terra». Vincenza quando può segue e fotografa i camion sospetti che sversano rifiuti nocivi nei campi nell'area a Nord di Napoli dove si muore di cancro.
Lei è Vìncenza Cristiano, 35 anni, architetta di Caivano. Sei anni fa venne colpita da un tumore. Per fortuna ora è guarita. È la donna che ha scritto la lettera aperta al ministro Orlando. È una delle migliaia di abitanti della «terra dei fuochi» ai quali il responsabile dell'Ambiente ha chiesto scusa.
«Qui stiamo morendo più che altrove, qui ci ammaliamo oltre ogni umana immaginazione — aveva scritto Vincenza al ministro — si documenti sul vero problema: i rifiuti industriali sepolti o dati alle fiamme».
Da qualche tempo abita a Minturno col marito. Ma «la terra dei fuochi e dei veleni» non l'ha mai abbandonata. Anche perché quando sconfiggi il mostro, quando il cancro che si è portato via decine di amici e conoscenti ti risparmia, quando raggiungi la certezza che quei fumi neri di diossina o le lastre di eternit scaricate lungo le strade siano le cause della morte di migliaia di giovani, donne, bambini che non hanno avuto il tempo d'invecchia re, alla paura subentra la rabbia. Così si finisce per seguire ogni tir sospetto che s'inoltra nei campi per scaricare qualcosa. «L'ultimo l'ho fotografato l'altra settimana — racconta Vincenza — andavo a Cardito e a un tratto il tir davanti a me, che già era strano, ha lasciato l'asse mediano e si è quasi nascosto in una stradina di campagna. Ho telefonato per dare l'allarme».
Vincenza si espone, partecipa alle manifestazioni contro i roghi tossici, non ha paura di parlare del "brutto male". «Perché io grazie a Dio sono guarita, ma penso agli altri, penso all'ospedale Pascale che scoppia di pazienti, alle chemio in day hospital all'intemo di reparti affollatissimi. Penso a come ci hanno presi in giro quando ci facevano credere che il problema fossero i rifiuti urbani. "Fate la differenziata" ci dicevano le autorità, mentre le aziende avvelenavano i nostri campi».
Già, i campi coltivati. Ma quanti proprietari terrieri tra Caivano, Giugliano, Frattamaggiore hanno venduto la salute dei propri compaesani facendo interrare veleni?
«La verità è che spesso sono latifondisti che vivono altrove — argomenta l'architetta —basta leggere l'ultima relazione della Commissione rifiuti, le 700 e passa pagine per capire».
E se si vogliono rintracciare le aziende che hanno sversato quei veleni?
«Facile, tacitissimo. Nelle campagne in molti casi ci sono anche sacchetti e imballaggi persino con i marchi delle aziende quasi tutte del Nord». Un traffico che va avanti, sospettano da queste parti, con la complicità di molti pezzi delle istituzioni.
«Perciò — conclude Vincenza — spero che davvero il ministro vieti l'importazione di rifiuti industriali in Campania, sarebbe un primo passo, importante ma non sufficiente. Servono pene severe, anni di carcere lungo per gli avvelenatori, altrimenti non finirà mai».

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