Intervista a Raffaele Del Giudice

«Togliamo carburante ai piromani ma senza controlli sforzi inutili»

21 giugno 2013 - Enrcio Ferrigno
Fonte: Il Mattino

«I roghi di rifiuti non sono affatto diminuiti, anzi con l'estate ormai alle porte c'è una recrudescenza del fenomeno». Raffaele del Giudice, il presidente dell'Asia, non crede che la Terra dei Fuochi sia ormai libera di respirare aria pulita così come i primi dati del 2013 facevano sperare. Da gennaio sono stati censiti 640 incendi tra quella parte di territorio compresa tra il Casertano ed i paesoni a nord di Napoli, un dato confortante rispetto agli oltre 4000 roghi tossici appiccati tra il 2011 e à anno scorso. «Proprio l'altro giorno ne ho denunciato uno grandissimo che ci ha costretto a tappare ermeticamente porte e finestre con gli ormai consueti stracci bagnati» rivela Del Giudice. Già, perché il presidente dell'Asia continua ad abitare con sua moglie a Qualiano, nell'epicentro di quelle terre devastate dalla diossina, dai veleni e falcidiate dalle morti per cancro. Giuseppe del Giudice ha 46 anni di cui una buona parte passata a dirigere Legambiente Campania e a scrivere dossier sulle ecomafie. A lui si deve l'invenzione del «marchio» Terra dei Fuochi coniato ben 10 anni fa. Nel 2007 si vestì dei panni di novello Caronte per traghettare gli autori del pluripremiato docu-film «Biùtifùl cauntri» tra gli scempi dello smaltimento illegale dei rifiuti tossici m Campania che da sola ospita il 43 per cento dei veleni d'Italia.
Cosa è cambiato da allora? «Grazie al protagonismo della Chiesa locale e all'azione dei comitati si sono accesi i riflettori su di una realtà per anni dimenticata costringendo la politica ad occuparsene. Non è cosa da poco che un ministro viene di persona a rendersi conto della situazione ed a prendere precisi impegni. Ma anche che all'appello rispondano oltre 40 Comuni, due Province e la Regione».
Ma intanto si continua a sversare veleni ed a bruciare rifiuti. «Un primo passo è stato fatto con la firma del protocollo per il conferimento gratuito al consorzio Ecopneus dei copertoni dismessi. Così si sottrae ai criminali un comburente per bruciare i rifiuti tossici. Ora però tocca alla bonifica dei territori contaminati di cui deve farsi carico lo Stato visto che siamo stati la discarica d'Italia. E poi introdurre finalmente pene più severe per gli ecotrafficanti».
Come si contrasta lo smaltimento illegale di oltre 4 milioni di rifiuti tossici prodoni dalle aziende campane? «Con i militari a presidio dei territori utilizzati normalmente dagli ecotrafficanti, ma anche conia creazione in loco di impianti per lo smaltimento dei rifiuti industriali».
Secondo lei sarebbe sufficiente? «Ora a sversare nelle nostre campagne sono piccoli camion di ditte legate alla criminalità locale a cui si rivolgono i proprietarie delle piccole fabbriche di provincia che lavorano in nero».
E quindi? «Chi evade le tasse non smaltisce regolarmente i rifiuti che produce ed è in tal senso che bisogna intensificare soprattutto i controlli fiscali per stroncare entrambi i fenomeni».
Fin qui le responsabilità delle altre istituzioni. Ma come presidente dell'Asia, lei cosa fa per arginare lo smaltimento illegale dei rifiuti? «Abbiamo installato in città 680 moduli per la raccolta degli abiti usati e sottratto così 5 tonnellate di stracci che sarebbero stati utilizzati per bruciare sostanze tossiche. Gli ecotrafficanti imbevono gli indumenti di solventi e li danno alle fiamme perché altrimenti sarebbe possibile risalire ai produttori. Aver sottratto questo materiale ai criminali è una prima vittoria».
Ma Napoli intanto abbonda di rifiuti abbandonati lungo le strade di periferia così come rilevato anche da Google Maps. «Solo da qualche giorno la Provincia ci ha indicato dove sversare questi rifiuti speciali, la giunta ha stanziato 500 mila euro per la rimozione e credo che a breve bonificheremo le discariche vicino ai campi Rom, ma se non ci saranno sistemi di controllo adeguati, tutto tornerà come prima in pochi giorni».

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