Rifiuti, oggi il verdetto dell`Ue de Magistris: L`inceneritore? Mai

20 giugno 2013
Fonte: Denaro

Oggi l'Ue chiederà una maxi multa contro l'Italia da 35 milioni di euro più 250 mila euro al giorno sulla mancata esecuzione delle prescrizioni della prima sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Secondo quanto si apprende, la Commissione deferirà l'Italia per la non esecuzione della sentenza del marzo 2010 sulla gestione dei rifiuti in Campania. Fonti della Commissione riferiscono che Bruxelles intende chiedere alta corte di condannare l'Italia e sanzionarla per il periodo tra la prima sentenza e questa attesa seconda sentenza. In più, la Commissione vuole che l'Italia debba pagare 250 mila euro al giorno (91.25 milioni annui) per ogni giorno ulteriore di permanenza in stato di infrazione dopo la seconda sentenza. Secondo le fonti comunitarie i piani di gestione presentati dal Governo "non sono stati considerati soddisfacenti, perché prevedevano l'operatività degli impianti di gestione al 2016, tardi quindi e anche questa data non è garantita".
Il ministro bacchetta la Campania Quelle di "Roma e Napoli sono due emergenze" che potrebbero essere una "beffa" per l'Ita- lia, dal momento che è "frustrante" doversi trovare a "pagare le sanzioni" europee per via delle procedure di infrazione. Lo dice il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando intervenendo alla presentazione del rapporto Rifiuti Ispra 2013. "In Campania - osserva Orlando - potremmo arrivare a dover pagare 200 milioni all'anno. Pensate quante cose si potrebbero fare con 200 milioni. E lo dico sia dal punto di vista di chi amministra la cosa pubblica che da quello dei cittadini". A proposito della Campania, spiega il ministro, "l'accelerazione delle procedure riguarda quanto descritto dagli elementi del Piano della Regione; il che non vuoi dire necessariamente inceneritori. Ora. il punto è spiegare a Bruxelles e al Paese come si chiude un ciclo".
E, nonostante, "la Regione abbia raggiunto sulla differenziata risultati significativi vicini al 50 per cento, Napoli resta indietro anche se ha incrementato la raccolta". Questo, dice Orlando, potrebbe lasciar pensare che "forse gli impianti previsti sono sovradimensionati. Lì, però. il punto è che non si va avanti neanche sugli impianti che sulla carta non dovrebbero avere forme di resistenza o di reazioni", tipo quelli per il "compostaggio". "Abbiamo bisogno di superare ¡I contesto emergenziale - conclude Orlando ricordando l'incontro in Consiglio europeo - seguendo tutte le raccomanda1 zioni dell'Ue, quelle con- tenute nei Piani, e incrementando la differenziata".
La risposta del sindaco Intanto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ¡n Consiglio regionale avverte: "Finché sarò sindaco di Napoli non si faranno discariche e inceneritori in città", de Magistris ieri nel corso della mattina si sente con il ministro dell'Ambiente con cui si incontrerà oggi per sottolineare che "questa posizione non è una polemica". Ma ancora tutti parlano dei rifiuti solidi urbani mostrando di non aver messo a fuoco il reale problema che affligge Napoli e la Campania.
Ma di quali impianti si parla? Tutti pensano che a monte vi siano i rifiuti urbani, ossia la mancanza di impianti di smaltimento, la necessità di nuovi inceneritori e la mancata chiusura del ciclo. Le cose non stanno esattamente così. Ad Avellino, nei pressi della ex Isochimica, ci sono 500 blocchi di cemento in fase di degrado che inglobano fibre di amianto. Il ciclo per i rifiuti industriali della Regione prevede che quell'amianto, proveniente dalle carrozze dei treni dei tempi che furono, debbano essere trasformati in pietra lavica con una torcia al plasma. Lo si legge a pagina 195 del Piano rifiuti della Regione presentato un anno fa alle autorità di Bruxelles. Intanto tutti parlano degli impianti che mancano. Quelli di termovalorizzazione di Napoli e Salerno e quelli di compostaggio per chiudere il ciclo della raccolta differenziata.
I veleni di cui nessuno parla Ad avere le idee più chiare è un medico di frontiera come Antonio Marfella reduce dalla presentazione della mappa del rischio tumori a Napoli redatto dall'Osservatorio sulla Salute attuato dalla rete dei medici di famiglia con l'ausilio di un paio di esperti epidemìologi. Roba da far accaponare la pelle che conferma in pieno l'allarme suonato in solitudine dai due ricercatori Antonio Giordano e Giullo Tarro nel libro bianco "Campania terra di veleni" pubblicato per Denaro libri. "Parlare di rifiuti, ambiente e Salute e cercare di definire criteri e procedure per stabilire un nesso di causalità significa innanzitutto chiarire bene di cosa si parla In relazione al potenziale danno alla salute pubblica. I rifiuti di divedono in due grandi categorie, i rifiuti solidi urbani di cui tutti parlano e i rifiuti speciali e industriali di cui nessuno parla, meno che mai in Campania, la cui responsabilità di gestione è esclusivamente privata.

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