La línea L'assessore: inceneritori necessari per produrre energia, sintonia con Orlando

«Napoli in ritardo sulla differenziata colpa del Comune» - Intervista a Giovanni Romano

Regione, Romano denuncia lo stallo: in città raccolta ancora sotto la media
20 giugno 2013 - Paolo Maniero
Fonte: Il Mattino

Giovanni Romano non ha dubbi, se Napoli non alza la media della raccolta differenziata a risentirne sarà l'intera regione. «Il Comune di Napoli - dice l'assessore regionale all'Ambiente - deve semplicemente fare quello che nella stragrande maggioranza delle atta campane si fa correttamente. Certo, Napoli ha una densità abitativa elevata ma è indubbio che ci siano ritardi forti».
Il traguardo del 50 per cento è ancora lontano? «Per la differenziata a Napoli la Regione ha messo a disposizione otto milioni ma non è stato speso neppure un centesimo. Anzi, le dirò di più, il Comune non ha chiesto neanche l'anticipazione perché non è nelle condizioni di farlo avendo avuto problemi con le gare. Il punto è che i livelli di Napoli abbassano la media regionale».
Qual è l'obiettivo? «Avevamo previsto di toccare il 50 per cento entro la fine del 2013. Non sarà facile, anche se gli ultimi dati ci dicono che, nonostante Napoli, possiamo farcela. E la cosa ci fa arrabbiare ancora di più perché se Napoli avesse percentuali migliori potremmo andare ben oltre il 50 per cento».
Dunque il rendimento di Napoli condizionala Campania? «Esattamente. Evidentemente non si è compreso che una buona raccolta differenziata ha l'effetto diridurre la quantità di rifiuti da smaltire e di ridurre i costi. È evidente che dobbiamo fare gli impianti ma se pure Napoli avesse tutti i siti di compostaggio programmati non avremmo materiale da metterci dentro perché la raccolta differenziata è ancora ferma o, quantomeno, non ancora a livelli programmati».
I livelli quali programmati quali sono? «Ricordo la promessa di de Magistris in campagna elettorale, disse che entro un anno avrebbe portato la differenziata al 70 per cento. Siamo a malapena arrivati al 27 per cento».
De Magistris continua a apporsial termovalorizzatore e lo stesso fa De Luca a Salerno. Come al gioco dell'oca si è sempre al punto di partenza, ovvero nessuno vuole gli impianti. Come se ne esce? Lo stesso ministro Orlando ha detto che gli impianti sono necessari. «Orlando non ha detto che i termovalorizzatori si fanno e basta. Il ministro ha invece detto una cosa estremamente banale quanto devastante, cioè che se non si possono fare le discariche l'unica alternativa possibile è il recupero di energia attraverso i termovalorizzatori. Vorrei ricordare che, a norma di legge, si portano i rifiuti ad Acerra non per bruciarli ma per produrre energia; e vorrei ancora ricordare gli ultimi dati Ispra secondo i quali in Italia il 40 per cento dei rifiuti finisce in discarica mentre negli altri Paesi europei siamo al 5 percento».
In sostanza, l'unica alternativa ai termovalorizzatori sono i termovalorizzatori. «Io non ho rapporti con le lobbies della termovalorizzazione. Anzi, le dico che se il piano di due anni fa dovesse rilevarsi ridondante il primo a dire che il numero di impianti può essere ridimensionato sarò io. Da questo punto di vista la posizione di Orlando, uno che non è della mia parte politica, è più che ragionevole, anche se il risultato è che gli hanno occupato la sede del partito. Del resto è l'Europa a dirci che i rifiuti vanno trasformati in energia».
A proposito di Europa, sarà ancora possibile evitare le sanzioni? «Il rischio della sanzione resta ma ciò non significa che dovremmo pagare subito perché dal deferimento avremo sei mesi entro i quali dovremmo avviare la realizzazione del piano».
Per farcela servono i commissari, come ritiene Orlando?  «Orlando non vuole commissariare perché e' è una emergenza ma per accelerare e superare gli ostacoli burocratici. E credo che abbia ragione».

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