«No all`inceneritore ma via libera a quattro impianti»

Rifiuti, il piano De Magistris: sì a 4 impianti

Oggi vertice sindaco-Orlando. Il primo cittadino: «No all'inceneritore, ecco le alternative»
20 giugno 2013 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

«Finché sarò sindaco di Napoli non si faranno discariche e inceneritori m città». Il sindaco Luigi de Magistris conferma che sul fronte rifiuti nona saranno marce indietro. La bussola resta quella dell'incremento della differenziata e di impianti alternativi all'inceneritore a cominciare da quelli per il compostaggio e per la selezione a freddo dei rifiuti. Una questione che il sindaco tratterà oggi con il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, con il quale ieri ha avuto l'ennesimo contatto telefonico. Su Orlando de Magistris è molto misurato: «La posizione mia e del Comune non è m polemica con quella del ministro, come lui abbiamo l'obiettivo di evitare la multa della Uè e la stessa Unione europea ha riconosciuto i passi in avanti fatti da noi. Con Orlando mi incontrerò oggi e ne discuterò». Cosa ci sarà al centro del vertice? Il piano di Palazzo San Giacomo che i passati ministri dell'Ambiente conoscono. Ora tocca trasmetterlo ad Orlando. Un piano che porta la firma di Tommaso Sodano, il vicesindaco che ha la delega specifica. «A Napoli servono 4 impianti, non l'inceneritore, ne servono tré per l'umido e un separatore di secco dall'umido, sempre trattamenti a freddo dove non c'è cattivo odore. Non siamo all'anno zero. Il primo impianto per l'umido, il digestore anaerobico lo faremo in project financing con Asia. Il bando partirà entro due settimane, già approvata la delibera. Lo faremo a Napoli nord, impianto da 30mila tonnellate l'anno». Gli imprenditori che si imbarcheranno nell'impresa lo avranno in gestione per almeno 10 anni tempo utile per rientrare dall'investimento che non supera i 20 milioni. «Di digestori - spiega ancora Sodano - ne servono altri due: uno nella zona occidentale e la localizzazione la stiamo di- ì» scutendo con la Municipalità. Un altro a Napoli est dove vogliamo fare il distretto ecologico e dove intendiamo collocare anche il separatore. Però ci serve la restituzione dell'area bloccatain un accordo di programma con il governo del 2010. Con Orlando bisogna riscrivere l'accordo per la restituzione del sito. I quattro impianti in totale costeranno molto meno di quanto costa un termovalorizzatore». L'inceneritore vale 400 milioni il piano del Comune dovrebbe attestarsi sui 130-150. Giornata intensa il mercoledì di Sodano. Perché nel pomeriggio è partito alla volta di Roma con l'assessore alle Finanze Salvatore Palma per stoppare unaingiunzione di pagamento di 20 milioni ad Asia. Unicredit ne ha chiesto la restituzione. Vicesindaco e Palma hanno strappato una dilazione del debito evitando così una crisi dell'azienda dei rifiuti che poteva portare a unanuova emergenza. Torniamo al sindaco, perché è da non sottovalutare l'impatto politico della strategia messa in campo da Palazzo San Giacomo. La parola d'ordine è sinergia e concertazione con tutte le Istituzioni. Un de Magistris che ci tiene dunque a evidenziare come in La scelta L'ex pm conferma: «Si parte con l'impianto per l'umido lo faremo a Napoli nord» questa fase «tutte le Istituzioni stanno lavorando insieme per fare di Napoli e della Campania un luogo virtuoso sul fronte del ciclo deirifiuti. La sfida dell'impiantistica alternativa la vogliamo vincere e non vogliamo essere ostacolati. Il ministro sa che noi non ci facciamo commissariare». Puntualizzazione riferita alla possibilità che i commissari che il go verno potrebbe nominare per l'impiantistica, non necessariamente si debbono occupare di inceneritori e della loro costruzione, ma piuttosto dovrebbero muoversi a largo raggio su tutta la filiera dei rifiuti. E dunque mettere le mani anche sul piano del Comune. Ma il sindaco vuole autonomia su tutto il pacchetto. «Noi - conclude de Magistris - diamo il nostro contributo e l'interlocuzione con la Regione e con il Ministro Orlando è positiva». Poi un rammarico : «È paradossale che la multa arrivi ora, per eredità del passato, proprio quando siamo considerati virtuosi». Se la Uè non dovesse accettare il piano l'Italia dovrebbe pagare 8 milioni al giorno perl'infrazione. 

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