Ambiente Il ministro: «In Europa non è andata bene». Domani sarà a Caivano

Rifiuti, condanna sicura L`Ue non si fida: condanna per i rifiuti

Orlando: «Trattiamo per una sanzione ridotta»
Il ministro Orlando: «Trattiamo sulla sanzione». Domani in visita a Caivano
19 giugno 2013 - Simona Brandolini, Roberto Russo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

L'Europa non si fida più della Campania e la sanzione per l'infrazione in tema di smaltimento rifiuti è ormai inevitabile. Lo ha detto senza mezzi termini ieri il commissario all'ambiente Potocnick al ministro Andrea Orlando in Lussemburgo. «Non è andata bene — ha amesso il ministro — ma per questo Governo è un pareggio». Il pareggio significa che, a fronte della sicura condanna, l'Italia potrebbe non dover pagare otto milioni di euro al giorno, ma una cifra inferiore. A patto però che si metterà mano agli impianti in maniera seria e di qui a un anno si riuscirà a dimostrare di aver fatto profgressi. Intanto con Orlando polemizza Beppe Grillo accusandolo di favorire «la lobby degli inceneritori». E domani il ministro sarà a Caivano per incontrare i volontari dell'ambiente.
NAPOLI — La Campania sarà condannata, anzi ritalia a causa della Campania. Ma il governo sta mediando sulle proporzioni della multa per evitare la mazzata da 8 milioni di euro al giorno. Questa è l'estrema sintesi dell'incontro tra il commissario europeo all'Ambiente Janez Potocnick e il ministro Andrea Orlando. La conferma arriva proprio da Orlando: «Non è andata bene, ma per questo governo è un pareggio, diciamo così. Al tavolo con il commissario dovevamo discutere di una decina di procedure d'infrazione, ma senza dubbio il deferimento della Campania era quello che più ci preoccupava. Tanfè che Potocnik ci ha detto chiaramente che ormai è troppo tardi, che in Campania non c'è un quadro di certezze».
Decreto «Fare» Ma nei giorni scorsi il governo ha messo in campo qualche arma. Nel decreto del «Fare» è previsto che il ministro per l'Ambiente avrà «la possibilità di procedere a commissariamenti per realizzare gli impianti previsti dal piano regionale che sono ancora incompiuti: non solo i termovalorizzatori di Napoli Est e Salerno, ma anche gli impianti per il compostaggio e la differenziata». Non solo. Qualcosa m questi anni, dall'infausto 2008, l'annus horribllis dell'emergenza rifiuti, la differenziata a livello regionale è arrivata a quota 50 per cento. Ð problema resta proprio la città di Napoli, che oltre a non avere impianti alternativi, sul fronte della differenziata è ferma al 22 per cento. Ma, forte di dati generali più confortanti, Orlando è riuscito a strappare una promessa a Potocnik: «Siccome i tempi della condanna sono lunghi, se nel frattempo aumenterà la raccolta differenziata e verranno sbloccate le procedure per una serie di impianti, l'Europa terrà conto dello stato di avanzamento e la multa sarà proporzionato al ritardo reale accumulato al momento della condanna». Nel frattempo il ministero ha commissionato uno studio airispra per verificare se a fronte di un aumento della diffe renziata siano realmente necessari due impianti, cioè Salemo e Napoli est, o ne basti uno solo. O addirittura, ma è per ora una vaghissima ipotesi, se basterà far andare a regime le altre due linee dell'impianto di Acerra. Ma questo sempre che Regione e amministrazioni campane alla fine si mettano d'accordo e premano sull'acceleratore. Sinora tutte le scadenze previste dal piano regionale dei rifiuti sono saltate. È difficile far colpa all'Europa se in tré anni non s'è mossa una foglia.
Rabbia a Caivano Ma Orlando non ha un problema di mediazione solo in Europa. Dovrà mediare anche con una parte dei campa- ni, come don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano che guida la rivolta ambientale contro roghi tossici e interramento di veleni a Nord di Napoli. «Non mi sono piaciute le parole del ministro per l'Ambiente Orlando — spiega il sacerdote —. Torna a parlare di due inceneritori di cui non si sente davvero il bisogno». «E poi — aggiunge — che c'entrano i rifiuti urbani con l'avvelenamento causato dalle scorie industriali nocive abbandonate e dai roghi tossici?». Mentre non è piaciuta ai comitati ambientalisti l'intervista del ministro al «Mattino». Così è facile prevedere che Orlando troverà tensione alle stelle domani a Caivano quando incontrerà gli esponenti dei comitati nella chiesa di San Paolo apostolo.
Intanto, ad attaccare il responsabile per l'Ambiente ieri è stato anche Beppe Grillo sul suo blog, definendolo uno dei «ministri allo sbaraglio». Grillo accusa Orlando di aver mentito circa la necessità di costruire due nuovi termovalorizzatori per evitare le pesantissime sanzioni dell'Unione europea.
Cinque stelle accusa Cita le dichiarazioni dei due senatori stellati Andréa Cioffi e Paola Nugnes che fanno notare come il Parlamento europeo «col voto del 20 aprile 2012 ha previsto entro il 2020 il divieto di incenerimento di qualsiasi materiale riciclabile e compostabile. Inoltre — spiegano ancora i due parlamentari — le gare per gli inceneritori in Campania sono andate deserte più volte perché gli impianti costano troppo». Poi la bordata finale: «Anziché sostenere la lobby dell'incenerimento Orlando promuova la riduzione dei rifiuti, la raccolta porta a porta (abolendo la Tares come chiesto dal MgS con proposte parlamentari), costruzioni di centri riciclo e compostaggio, sistemi alternativi all'incenerimento e alla discarica, in linea con l'Europa».
La replica del ministro Accuse pesanti alle quali il ministro per l'Ambiente replica con una nota nel tardo pomeriggio: «Agli attacchi personali non rispondo se non per dire che l'unico network di cui faccio parte si chiama Pd. Mi spiace che Grillo mi attacchi per cose che non ho detto. Non ho mai parlato di svolta, ne penso che la svolta consista nel fare gli inceneritori per i quali non nutro nessuna particolare passione. Anzi, ho dato atto di come in molte realtà della Campania si sia fatto un salto di qualità nella raccolta differenziata che forse può rendere sovradimensionata la previsione degli impianti di incenerimento per il piano regionale».
Conclusione, per Orlando «gli inceneritori devono avere un ruolo marginale rispetto agli altri impianti come quelli per il compostaggio e la differen ziata. Tuttavia quello che non si può fare è scrivere delle cose nei piam (fatti dalle regioni) e poi non farle. L'Europa non ce lo consente. E per questo saremo deferiti. Se Grillo ha suggerimenti in merito li ascolterò con attenzione». E che il ministro domani debba prepararsi ad ascoltare le voci critiche che si leveranno dalla «terra dei fuochi» è ormai una certezza. Una, tra le più autorevoli, è quella dei «Medici per l'Ambiente» della Campania.
Con un documento pubblico hanno diffidato il ministro dall'awiare la costruzione di nuovi inceneritori. «Ï problema più grave è rappresentato dai rifiuti industriali non da quelli urbani che finiscono nell'inceneritore. I rifiuti assimilabili agli industriali, per i quali non esistono impianti, sono quattro volte più di quelli urbani».
Inoltre, per quanto riguarda Napoli e Casería spiegano, «con il documentato aumento di mortalità per tumori, il principio di precauzione sancito dal Parlamento europeo, impedisce la progettazione di impiantì di incenerimento». Infine ieri ci sono stati gravi problemi sul fronte smaltimento per il blocco dell'impianto di Santa Maria Capua Vetere causato dalla protesta dei dipendenti che non ricevono lo stipendio da mesi.

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