Controesame fiume per Vassallo

Cosentino, la difesa contro il super-pentito: versioni discordanti e troppi «non ricordo»

Gli avvocati dell'ex sottosegretario: accuse solo dopo 46 interrogatori La replica: non mi lascio intimorire
18 giugno 2013 - Marilù Musto
Fonte: Il Mattino

Musto CASERTA. In sei ore di controesame, l'imprenditore-pentito Gaetano Vassallo, al processo che vede imputato l'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, ha pronunciato 35 volte: «Non ricordo». Per quattro volte il presidente del collegio giudicante ha dovuto «mettere in riga» accusa e difesa, durante un'udienza piuttosto tesa che si è svolta ieri nell'aula al pian terreno del tribunale di Santa Maria CapuaVetere: «Non polemizzate - ha rimproverato alle parti il presidente Gianpaolo Guglielmo - siamo qui per accertare la verità». Un'udienza fatta di numeri, quella di ieri, snocciolati dalla difesa di Cosentino: 46 sono gli interrogatori dell'ex colletto bianco del clan dei Casalesi prima che racconti ai pm, il 28 agosto del 2008, che il clan Schiavone aveva messo gli occhi sul termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa e di aver ricevuto conferma di ciò da Cosentino; tré sono le versioni fomite agli inquirenti, tutte diverse, del suo primo incontro con il deputato di Casal di Principe; due sono le volte che, effettivamente, l'imprenditore dei rifiuti colluso con i Casalesi incontra il politico, stando al suo racconto. In un interrogatorio del 12 settembre del 2008, infine, davanti ai pm Alessandro Milita e Maria Cristina Ribera, Vassallo aveva con sé il numero del settimanale L'Espresso con la notizia delle indagini su Co sentino. Quando l'avvocato di Cosentino, Stefano Montone, gli chiede conto di queste difformità tra i verbali e le deposizioni in udienza, Vassallo risponde: «Io sono libero dal 2002 e potevo anche comprare il giornale, ma quel giorno non l'ho fatto. Non ricordo. Potete anche non sentirmi più - sbotta - io posso venire a Santa Maria Capua Vetere, in aula, non mi lascio spaventare da nessuno».
In ogni caso, la verità di Gaetano Vassallo è tutta contenuta nell'interrogatorio-fiume di ieri: «Le forze dell'ordine mi facevano pressioni per sapere informazioni, i carabinieri mi dicevano: fai a noi qualche confidenza, non alla Guardia di Finanza». Vassallo è imputato in un procedimento per calunnia a Roma perché querelato dall'ex sindaco di Cesa, Giuseppe Fiorillo. Ha anche confessato di aver fatto uso di cocaina. Nel corso dell'udienza è emerso che l'imprenditore - accusato di sversamenti illeciti di rifiuti pericolosi prima di collaborare con la giustizia- aveva ottenutodeiricoveri per problemi neurologici presso la cllnica Pinetagrande di Castelvolturno e Villa Camaldoli di Napoli pagando dei medici e infermieri.
Dopo le «puntualizzazioni chirurgiche» del legale Montone, Vassallo ha riferito, rispondendo alla domanda dell'altro avvocato, Nando Letizia, che quando ci fu il pagamento della presunta tangente di 50 milioni di lire da parte di Sergio Orsi a Cosentino, quest'ultimo, probabilmente, era già sottosegretario. In realtà, Cosentino diventa sottosegretario nel giugno del 2008, due mesi dopo il pentimento di Gaetano Vassallo. Il collaboratore di giustizia non ha smentito che quando ottennel'appalto della raccolta dei rifiuti a San Cipriano d'Aversa c'era come assessore al Comune anche Lorenzo Diana, ex senatore, e come sindaco l'odontotecnico Angelo Reccia. Gli avvocati hanno anche fatto emergere che la frase divenuta famosa pronunciata, secondo Vassallo, da Nicola Cosentino («Eco4 song'io»), è riportata in un verbale riassuntivo dell'interrogatorio del pentito. Mentre nel verbale integrale di Gaetano Vassallo, si legge: «II consorzio Casería 4 sono io, è una creatura mia», riferendosi al consorzio di rifiuti con partecipazione pubblica e privata. Il 15 luglio è previsto il completamento del controesame.

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