Contrordine: la spazzatura torna a Flumeri
Si torna a Flumeri. I comuni irpini rientranti nei bacini dei consorzi Av1, Bn2 e Na3 conferiranno nuovamente presso la stazione di trasferenza del Cosmari Av2 i rifiuti raccolti che verranno, poi, trasferiti a Pustarza. Lo ha stabilito una nuova ordinanza commissariale, a firma del generale Giannini, emessa nel pomeriggio di ieri. Proprio mentre Asl, Arpac, Cosmari, Provincia, Asa ed un colonnello del commissariato stavano eseguendo un sopralluogo presso l'Irm per verificare la possibilità di realizzare in loco la trasferenza. Una soluzione da trovare in fretta, visto che, per il secondo giorno consecutivo, la raccolta nei comuni del Cosmari Av1 è rimasta paralizzata. Aggravando di fatto una situazione di emergenza con 700 tonnellate già stoccate a terra nel capoluogo ed altrettante nel resto del bacino. Nel capoluogo è di nuovo emergenza con i cumuli di immondizia che bloccano interi marciapiedi. La stazione di trasferenza di Flumeri non riesce, da sola, a garantire i conferimenti di tutta la provincia e questo ha comportato disagi e ritardi per i compattatori dell'Asa che hanno penalizzato anche i normali servizi di raccolta. Soluzioni diverse, però, almeno nell'immediato, non sembrano essercene. Fino a lunedì bisognerà fare di necessità virtù. In attesa che l'ennesima riunione tecnica tra le parti riesca a definire l'iter da seguire e l'area in cui realizzare la trasferenza, ovvero il deposito del rifiuto raccolto per trasferirlo su mezzi di maggiore capienza che poi andranno a conferire in discarica. Non è da escludere che si propenda nuovamente per la Irm. Il sopralluogo di ieri ha, infatti, evidenziato la fattibilità del progetto. «Abbiamo presentato - spiega il direttore del dipartimento di Avellino dell'Arpac Barbato - una serie di prescrizioni che, se realizzate, permetterebbero di effettuare la trasferenza all'interno della Irm. Resterebbe il problema legato alla gestione che non potrà essere assunta dal Cosmari che non è titolato per la mancanza di requisiti, tantomeno dalla Irm perché per legge gli impianti di trasferenza devono essere amministrati da enti pubblici». I soliti beninformati parlano di ostacoli superabili, ma non è detto che la scelta ricada sulla Irm. Anche perché la voce della protesta si fa sempre più forte. Ieri, sulla vicenda, è intervenuto il comitato di tutela ambientale Monte S. Angelo, costituitosi proprio in seguito all'incendio che il 22 gennaio del 2005 si sviluppò all'interno della Irm di Manocalzati. «Non si comprendono - scrive il comitato in una nota - la logica e l'opportunità di tale decisione. La folta popolazione residente nelle vicinanze della Irm conosce bene il sito ed è allarmata».