Bagnoli, la polemica

Eternit: Regione e Comune nella bufera

Mancata costituzione come parte civile così nessun diritto ai risarcimenti
5 giugno 2013 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

È carico di polemiche il day after della sentenza Eternit. La Corte di Appello ha riconosciuto alle vittime di Bagnoli gli stessi diritti (compreso quello al risarcimento) dei morti di Monferrato, contrariamente a quanto era avvenuto nella sentenza di primo grado. E ha anche stabilito consistenti risarcimenti: al Comune di Casale Monferrato andranno 30,9 milioni di euro, alla Regione Piemonte 20 milioni all'Emilia Romagna una provvisionale di 350 mila euro. Alla Regione Campania e al Comune di Napoli nessun risarcimento. Nessuno dei due enti, infatti, si era costituito in giudizio: la prima si era presentata parte civile in primo grado quando era governatore Bassolino, ma non lo ha fatto in appello, il secondo non ha mai dato mandato ai legali. Mancanze sottolineate con forza da Giovanni Sannino, responsabile Fillea e animatore del comitato «Mai più amianto» che sostiene: «Si tratta di posizioni inaccettabili». E il segretario della Cgil regionale, Franco Tavella commenta: «Si tratta di un gesto di sottovalutazione politica, che dimostra un'assoluta mancanza di sensibilità su una vicenda che ha coinvolto migliaia di lavoratori e le loro famiglie». La giunta Caldoro risponde con una nota e sostiene: «La Regione Campania non ha cambiato posizione sulla vicenda. Si costituì regolarmente parte civile. A seguito della prematura scomparsa del legale incaricato di rappresentare la Regione nel processo penale, si ritenne di non affidare un ulteriore incarico nella stessa sede e di adire direttamente il giudice civile per una più adeguata e precisa valutazione del danno». Il sindaco De Magistris, invece, scende in campo m prima persona e dice: «Questa amministrazione accoglie la richiesta che parte dal territorio di Bagnoli, ed in particolare dalle famiglie delle vittime di amianto, perché si compia il percorso della giustizia. La costituzione di parte civile era una scelta che spettava alla precedente amministrazione che, sbagliando, optò perla non costituzione. Per quanto ci riguarda invece, come detto già ieri in occasione di una sentenza storica, come è quella della Corte d'Appello di Torino, procederemo sulla strada dell'azione civile che possa portare al risarcimento per le vittime e le loro famiglie». A commentare la sentenza interviene anche la società Bagnolifutura che sottolinea di aver sostenuto attivamente attraverso l'associazione «Mai più amianto» la battaglia legale fornendo alle parti civili elementi documentali utili ed indispensabili al fine di fare chiarezza sull'intera vicenda. E dalla sala di San Giovanni Maggiore dove ha partecipato al convegno sulla sicurezza nel lavoro fortemente voluto dalpresidente dell'ordine degli ingegneri, Luigi Vinci, anche il procuratore Raffaele Guariniello, che nel pro cesso di Torino ha sostenuto l'accusa, ha commentato la condanna al manager Stephan Schmidheiny: «La sentenza ha stabilito che quello provocato dall'Eternit è stato un disastro ambientale. È una sentenza storica, destinata a cambiare non solo il lavoro, ma anche la vita della gente». E ancora: «Ormai il messaggio che arriva è un indirizzo per le imprese che è meglio fare prevenzione che subire queste conseguenze. Una sentenza che non era mai stata così pesante, 18 anni di reclusione, forse è la cosa più sorprendente, non si era mai vista in Italia enei mondo. Tutti gli altri Paesi guardano a questo processo perché è una cosa che tutti vorrebbero che ve nisse fatta, ma non la si riesce a fare. Dobbiamo dire grazie ai nostri padri costituenti che hanno distinto il potere politico da quello giudiziario. «Le leggi che abbiamo nel nostro Paese sono tra le migliori al mondo. Il proble- ma è l'applicazione di queste leggi che lascia ancora a desiderare soprattutto per la carenza di controlli sia da parte degli organi di vigilanza che della magistratura».

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