In ventotto sono sotto accusa per il pessimo andamento della differenziata nei primi anni Duemila

Rifiuti, via alla requisitoria contro Bassolino

Nelle prossime udienze del 10 e del 17 giugno i pm illustreranno le irregolarità nella gestione della raccolta
28 maggio 2013 - Laura Nazzari
Fonte: Cronache di Napoli

NAPOLI Processo sulle presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti a Napoli e in provincia agli inizi del Duemila, ieri mattina il pubblico ministero Paolo Sirleo (applicato su questo procedimento) ha 'inaugurato" la requisitoria che durerà con buona probabilità altre due udienze. Dinanzi ai giudici della quinta sezione penale del tribunale di Napoli, il magistrato inquirente si è soffermato sul pessimo andamento della raccolta differenziata in Campania agli inizi degli anni 2000. sostenendo che c'era disinteresse a incentivare la raccolta per fare in modo che negli impianti di Cdr fossero conferiti più rifiuti e di conseguenza, per le società che li gestivano, i guadagni fossero maggiori. Questo, secondo l'accusa, fu anche il motivo per il quale non furono mai costruiti gli impianti per la produzione di compost dalla frazione umida dei rifiuti. La requisitoria è cominciata alle dieci del mattino ed è finita intomo alle sei: proseguirà nell'udienza del 10 giugno e se necessario si allungherà anche all'udienza del 17 giugno. La sentenza, invece, è attesa per il 15 luglio, ma è già scontato che molti capi di imputazione sono prescritti, Sul banco degli imputati ci sono 28 persone, tra le quali l'alierà governatore della Regione Antonio Bassolino (nella foto) che è accusato nelle vesti di commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania. Imputati anche Raffaele Vanoli (ex vicecommissario per l'emergenza), Giulio Facchi (l'ex subcommissario). Salvatore Acampora (l'ex direttore tecnico), Paolo e Piergiorgio Romiti (amministratore delegato e dirigente di Impregilo Spa). Al centro dell'inchiesta c'è il funzionamento dei Cdr: per la magistratura inquirente quegli impianti sono andati in tilt nel pieno dell'emergenza rifiuti perché inadeguati, e la loro inadeguatezza sarebbe già stata nota in fase progettuale sia all'Impregilo che al Commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti che stipularono l'accordo per la realizzazione degli impianti. Una convinzione, quella dei pm, rafforzata dal contenuto delle relazioni di esperti sul funzionamento degli impianti di stoccaggio dei rifiuti. Difficile dimenticare le parole del professor Arena: quegli impianti mostravano delle "carenze imbarazzanti". Per la difesa, invece, quegli impianti andarono in tilt perché il loro corretto funzionamento dipendeva dalla raccolta differenziata che invece a Napoli e in alcuni comuni della provincia non veniva fatta, il che rendeva impossibile la giusta selezione dei rifiuti che andavano mandati ai Cdr. 

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