Sito di stoccaggio in carcere A Secondigliano non parte perché mancano i rifiuti

Il paradosso denunciato dal deputato socialista Di Lello
I detenuti in attesa da mesi di partecipare al progetto
26 maggio 2013 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Sono 1400 i detenuti nel carcere di Secondigliano, che ne potrebbe ospitare poco più della metà. Secondigliano non è considerato uno dei peggiori. Non è Poggioreale, per intenderci, dove si vive una vera emergenza sociale. Ieri Marco Di Leilo, deputato socialista eletto nelle liste del Pd, ha varcato i cancelli del penitenziario napoletano, con lui il consigliere regionale Corrado Gabriele, nell'ambito di un'iniziativa di sensibilizzazione portata avanti dal gruppo socialista chiamata «la Rosa dei diritti». Cominciata la scorsa settimana a Rebibbia dove il deputato ha incontrato il disoccupato calabrese Luigi Preiti, che ha sparato contro i carabinieri il giorno dell'insediamento del governo Letta. A Secondigliano ha parlato invece con l'ex sottosegretario al Tesoro Nicola Cosentino in cella dal marzo scorso. Racconta Di Leilo: «Leggeva, come mi ha detto fa per la maggior del tempo che non passa mai. L'ho trovato tutto sommato bene, lucido, quasi sereno, determinato. Anche se si trova nel reparto di alta sorveglianza, ha molte ore di socializzazione a disposizione. Soprattutto ormai è esperto della situazione e della condizione carceraria che in Italia è drammatica. Al Sud ancora di più». L'ex sottosegretario all'Economia, ed ex parlamentare Pdl, è stato rinchiuso in quel reparto soprattutto per garantire la sua sicurezza, evitando che possa entrare in contatto con esponenti della criminalità organizzata che stanno scontando lunghe pene. Cosentino, racconta ora chi è andato a trovarlo, sta cercando di vivere la condizione carceraria rendendosi utile ai detenuti meno fortunati. Anche a Secondigliano, infatti, oltre al sovraffollamento (mediamente le carceri italiane ospitano almeno il doppio dei detenuti previsti di cui il 40 per cento preventivamente), oltre al dover stare stipati in sei in una cella realizzata per tré, il problema principale è che manca la funzione della riabilitazione. Chi entra non fa nulla, non impara nulla, «quando esce è un uomo peggiore se possibile e nella maggior parte dei casi toma a delinquere. Cosentino mi ha raccontato di un ragazzo immigrato con cui ha condiviso molte ore e molte storie — continua Di Leilo —. Il giorno della sua uscita, il giorno in cui poteva finalmente riabbracciare i suoi due figli, piangeva. Perché non sapeva cosa avrebbe potuto mai fare, come avrebbe potuto sfamare la sua famiglia. Se da un lato servono strutture nuove, dall'altro bisogna portare lavoro, devono imparare a fare qualcosa, altrimenti è un fallimento». Di progetti in giro nelle carceri italiane ce ne sono molti. A Rebibbia per esempio, per conto di Telepass, i detenuti si occupano del riconoscimento delle targhe. Oppure fungono da centro prenotazioni dell'ospedale Regina Elena. Nelle carceri del Nord quasi ovunque i detenuti più volenterosi vengono impiegati in attività professionali, in corsi di forma zione. Insomma, si cerca davvero di offrire loro una possibilità, una alternativa. E a Secondigliano? È ancora Di Leilo a raccontare una storia che appare paradossale. Eccola: «A Secondigliano hanno inaugurato un progetto pilota sulla raccolta differenziata. Quale progetto migliore? Ebbene un mese fa circa i Nas, pare per mancanza di un'autorizzazione, hanno sequestrato questa sorta di sito di stoccaggio interno al carcere». Successivamente il sito è stato finalmente dissequestrato. Tutto a posto? Nemmeno per sogno. Ð paradosso è che una volta dissequestrato i detenuti non sono tornati al lavoro. Attualmente è tutto fermo e perché? «Per mancanza di approvvigionamento — spiega il parlamentare socialista — . Cioè nella regione che produce più rifiuti, non si trovano plastica, lattine e quant'altro». In piena emergenza rifiuti, le aziende che si occupavano di riciclo dovevano comprare la plastica fuori dalla Campania. Insomma una contraddizione purtroppo non nuova. «Ma grave — termina Di Leilo —. In Campania proporremo alla giunta di finanziare percorsi di apprendimento e partnership con i privati affin- Visita II parlamentare Marco Di Leilo ha visitato alcuni detenuti a Poggioreale tra cui Cosentino che la detenzione svolga davvero quella funzione emendativa della pena. Il migliore investimento per il domani visto che ogni detenuto ci costa 200 euro al giorno». Eppure lo Stato che paga per il mantenimento dei detenuti rinuncia a investire un po' di risorse per offrire loro un'alternativa al nulla. Una scelta davvero difficile da comprendere.

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