Rifiuti e cancro, osservatorio con 200 medici
GIUGLIANO. «L'istituzione di un osservatorio permanente sull'incidenza dei tumori e sulle malattie respiratorie nella terra dei fuochi»: è questo lo scopo di un progetto promosso dalla Co.Me.F. Società cooperativa dei medici di famiglia. Sono in duecento, ma se ne aggiungeranno altri, che metteranno insieme sia i dati su famiglie e patologie, ma anche i riferimenti territoriali, le zone di appartenenza, le abitazioni, i luogi di lavoro.
«Viviamo - spiega Aniello Cecere, presidente dell'associazione - in un'area in cui, negli ultimi dieci anni, si è registrata un'alta incidenza di neoplasie e patologie legate all'apparato respiratorio. Parliamo non solo di Giugliano, che è il territorio più vasto con i suoi novantaquattro chilometri quadrati e i arca centotrenta nula abitanti, ma anche dei comuni limitrofi, di Qualiano, Villaricca, Calvizzano, Maraño, Mugnano, Melito».
Un incremento di patologie che non poteva passare inosservato ai medici di base della cooperativa, che sono i primi a vivere il dramma dei pazienti soprattutto nelle fasi iniziali della comparsa della malattia e poi in quelle successive. «Ci troviamo - sottolinea il dottore Cecere - davanti a una problematica che non ci sentiamo più di ignorare e che una volta per tutte ci proponiamo di chiarire. Vogliamo fornire alla popolazione - aggiunge - dati importanti che attraggano l'attenzione di tutti non solo a livello locale, ma soprattutto regionale e nazionale».
Puntare i riflettori sull'incidenza tumorale nella terra dei fuochi, per anni martoriata da sversamenti illegali di rifiuti, anche tossici, è l'obiettivo dei medici della Co.me.F. Soc.Coop. «Già nel 2006 con circa una quarantina di colleghi di Giugliano - chiarisce Cecere - avevamo condotto uno studio innovativo, il primo realizzato su aria comunale, grazie al quale avevamo evidenziato che, se nel nostro paese la mortalità per cancro era nella media nazionale, era invece aumentato il numero di casi di tumore».
Da uno studio locale, ad un progetto ambizioso, ad essere coinvolti questa volta, infatti, circa duecento medici associati o in cooperative dei vari distretti della provincia a nord di Napoli. Stavalta sarà più consistente il contributo delle tecnologie e della rete, le informazioni passeranno più velocemente e più velocemente saranno catalogate e analizzate. «Creeremo - spiegano i medici della Co.me.F - una rete con tutti i colleghi del territorio, disponibili a mettere la mediana generale al servizio del sociale». Uniavoro di squadra, dunque, che intende sopperire alla bocciatura da parte della Regione Campania dell'istituzione del registro tumori a causa dei costi.
«Vogliamo realizzare in un altro modo il registro che doveva essere a carico del sistea sanitario pubblico - incalza il presidente della società -. È giusto dare alla popolazione un'idea precisa di ciò che sta accadendo nella nostra area come si vive, ma soprattutto come, purtroppo si muore». I dati, saranno raccolti attraverso un software di archiviazione, utilizzato quotidianamente dai medici di famiglia. Diversi gli elementi presi in analisi: la localizzazione·dei siti potenzialmente inquinanti (discariche autorizzate e non, siti di stoccaggio), i dati relativi alla popolazione osservata(anno di insorgenza e tipo di patologia, residenza attuale e storica, familiarità) e la valutazione delle emissioni provenienti·dai·fenomeni di combustione·non controllata·di rifiuti. Come per lo studio realizzato nel 2006 i medici saranno supportati da un sistema informativo geografico, attraverso il quale trasformeranno le informazioni ottenute in una mappatu ra, dalla quale era emerso che i tumori più frequenti erano quelli alle mammelle, al polmone, alle vie urinarie e alla prostata, particolarmente frequenti nel centro di Giugliano.