Quei rifiuti contesi in Europa "Così Napoli regala milioni"
L'ULTIMA si è staccata poche ore fa, dal buio del molo 44 è partita la "Wilson Flushing", categoria generai cargo, a poppa la bandiera delle Barbados, carretta moderna di appena un anno, nuova ma molto lenta con i suoi 10 nodi l'ora, ideale per trasportare senza fretta mercé che vale. Come i rifiuti che Napoli manda a bruciare anche in Olanda, pagando 103 euro per tonnellata a Rozem- burg eDelfgjil, inceneritori dei colossi "Avr" e "E.On Energy", l'Enel tedesca. Rifiuti che fanno ricchi tutti: strutture europee che producono energia, vettori marittimi e su gomma, discariche meridionali come quelle di Taranto, ormai provincia simbolo del disastro ambientale. Un viavai di navi e tir che il "Venerdì" di "Repubblica" in edicola oggi racconta nel servizio di copertina.
MIGLIA 2.333, la crociera dei rifiuti durava sette giorni con la "Nordstern" a 16 nodi. La "Wilson" a 10 non risparmia tempo, ma molto carburante. L'Olanda insegna ad essere ricchi, avari, saggi. Trattare i rifiuti di Napoli, spiega Eric Sloot, direttore commerciale, «fa coincidere l'affare economico con la salvaguardia dell'ambiente, perché m Italia finirebberomdiscaricamainOlanda si produce energia». Sul filo dei paradossi, la spedizione in nave è stravagante ma anche la più economica. Lo dimostra il Comune. «Si consegnano i rifiuti al porto, e tutti i rischi e le spese passano a carico del vettore». Il vicesindaco Tommaso Sodano diventa più esplicito. «Non ci sono più intermediazioni, Basta. Siamo riusciti ad evitare le zone grigie». In Italia sono più cari: Busto Arsizio pretende 223 euro, Padova e Trieste 162 e 175. C'è chi offre prezzi più bassi di 103 euro. La Slovacchia, dopo Germania e Austria, insiste per avere la Fst, "Frazione secca tritovagliata". Ma è difficile rompere gli equilibri. Il camion non è solo motore, cassone e ruote. Sa farsi ascoltare. «Se si ferma la giostra di Napoli, per noi è la fine», implorano gli autisti incontrati in questo viaggio sulle piste dei rifiutidi Napoli, verso Taranto. Hanno modi più convincenti le fortunate società che vincono le gare. Nelle discariche di Taranto (Vergine, Ecolevante e Italcave) si incrociano anche ditte di Caserta e Casal di Principe. Gli appalti aggiudicati a Cite, Nestambiente e Cisa prevedono 143 e 144 euro a tonnellata. La cifra comprende «discarica e trasporto su gomma». È molto più bassa, circa 50, per i comuni della Puglia negli stessi siti. Come mai? «Nessuno vuole i nostri riliuti, poi li prendono zitti zitti e ci strozzano», protesta Daniele Fortini, amministratore di Asia. Solo campanilismo in Puglia? E in Lombardia, Piemonte, Friuli?
La SapNa, società della Provincia di Napoli, ha chiesto i certificati antimafia. L'amministratore Enrico Angelone prenota anche 40 mila metri quadri per un sito di stoccaggio nel porto. Risponderà no, con garbo istituzionale, Emilio Squillante, segretario generale del porto. Immaginate una collina di monnezza dove sbarca un milione di croceristi all'anno.
Ma sarà sempre cosi? È la primavera del grande freddo anche tra Comune (Asia) e Provincia (Sapna). Il 30 giugno scade la legge regionale. Varata ai tempi di Bertolaso, Cosentino, Cesaro, governo Berlusconi, anno 2008. Finora i comuni hanno la peggio: raccolgonoepagano. Le province gestiscono. Un affare da centina di milioni. L'Asia, quindi Napoli, si candida a gestire. La prima mossa tocca a Giovanni Romano, assessore all'Ambiente. Come reagiranno le ditte di trasporto e le Province? «Per non trattare con gli italiani, gli stranieri disertano le gare d'appalto», è la tesi di Tommaso Sodano. L'ideologo del no all'inceneritore di Napoli Est, d'accordo con de Magistris, punta su un "digestore anaerobico", impianto moderno per la Fos (Frazione organica stabilizzata). Progetto condiviso da Daniele Fortini. Ora Napoli la manda in Piemonte, Lombardia e Veneto, pagando 150 euro a tonnellata, 50 di trasporto. Può in vece produrre energia (biogas) e compost, risparmiare sui Tir, creare posti di lavoro. Ma che fatica invertire il rapporto tra spendere e guadagnare. Quando l'Anno zero dei rifiuti?