«Liquami in mare, l`impianto bloccato dai ritardi dell`Enel»
NAPOLI - «Vero, la situazione del Pollena, l'alveo che riversa a ciclo continuo liquami nel mare di San Giovanni a Teduccio, è scandalosa. Vero anche che ad agosto 2012 il comune di Napoli si era impegnato a risolverla al più presto, finanziando con una spesa di circa 100 mila euro l'allacciamento all'Enel dell'impianto di sollevamento, indispensabile a portare i liquami fino al depuratore di Napoli est. Ð fatto che ad oggi non sia ancora accaduto, però, non dipende dall'amministrazione, ma dalle lungaggini dell'Enel». Tommaso Sodano, il vicesindaco della giunta de Magistris, interviene sul caso del corso d'acqua che, dai comuni vesuviani, dove è impropriamente utilizzato a mò di fogna, immette ogni giorno nel golfo di Napoli quintali di liquami. Sostiene il vicesindaco: «La prima richiesta di allacciamento, da parte nostra, risale al 22 maggio 2012. C'è stato poi un sollecito il 28 maggio 2012. L'undici dicembre un'altra istanza. A quel punto credevo che la situazione fosse risolta. Invece, a marzo 2013, l'architetto Pulii, responsabile del settore Ambiente, mi dice che è tutto fermo. Decidiamo di contattare personalmente il responsabile Enel per la Campania e finalmente si riesce a realizzare un sopralluogo, il 13 maggio». Ora la vicenda pare che stia per essere risolta positivamente. «Entro giugno», annuncia il vice di de Magistris, «questo benedetto allacciamento all'Enel dell'impianto di sollevamento sarà realizzato con la spesa di 85.000 euro». Sarà eliminato così, finalmente, uno dei fattori che rendono impraticabile il mare della costa orientale di Napoli. Non l'unico, peraltro. Altro caso clamoroso è infatti il depuratore di Napoli est, di proprietà regionale, gestito da Termomeccanica, che non ha ne una linea biologica di trattamento dei liquami, ne la fase di abbattimento dei fosfati. Si attendono da anni i lavori di adeguamento, finanziati con 89 milioni di fondi statali. Giovanni Romano, assessore all'Ambiente nella giunta Caldoro, ha recentemente annunciato che è avviata la fase propedeutica alla progettazione. Intanto, le acque di scarico dell'impianto finiscono ad un pas so dalla battigia, nel molo Bausan del porto: mare marrone, tanfo, gabbiani in picchiata sui liquami. Del caso San Giovanni si è discusso anche durante l'incontro di due giorni fa tra de Magistris, Sodano ed il ministro per l'Ambiente, Orlando. m particolare, della costruzione del sistema di depurazione delle acque di falda, contaminate da residui chimici, eredità di decenni di vari insediamenti industriali. La progettazione è affidata alla Sogesid, ma non è ancora definito in tutti i suoi aspetti. Manca, soprattutto, la localizzazione dell'impianto di trattamento di quelle acque avvelenate. Sindaco e vicesindaco hanno chiesto al ministero dell'Ambiente di verificare, con la Regione proprietaria dei suoli, la possibilità di ubicarlo nell'area del depuratore di Napoli est.