«La colmata? Un veicolo per sostanze inquinanti»
L'UNIVERSITÀ «La colmata? Un veicolo per sostanze inquinanti» NAPOLI. La colmata a mare di per sé non è un fattore altamente inquinante, ma diventa veicolo per tutto quello che da monte si spinge verso il mare». La bonifica dell'ex area industriale di Bagnoli deve essere fatta da monte a valle, ovvero dalle aree interne scendendo fino alla linea di costa. Non eliminare la colmata a mare significherebbe ritrovarsi, a bonifica di spiagge effettuata, tra cinque anni, con gli stessi problemi di inquinamento. Eppoi la mancata rimozione viene contestata espressamente dai pm nel decreto di sequestro dell'ex Italsider.
Lo spiega uno studio, pubblicato sulla rivista americana "Journal of Geochemical Exploration" da alcuni ricercatori dell'Università Federico Ð di Napoli nel 2009. Ð lavoro è il frutto di alcuni anni di studi e rilevamenti nelle acque an tistanti Bagnoli e ieri sera è stato presentato ai cittadini. ((LO studio circola negli ambienti accademici da qualche anno, sopratutto all'estero - spiega uno degli autori, Diego Civitillo, ricercatore della Federico II - Partendo dai dati Icram del 2005 siamo riusciti a capire che la pulizia dei fondali marini e delle spiagge ha un senso solo se l'entroterra è bonificato. Di qui il "ruolo" della colmata».
In poche parole dallo studio geochimico emerge che la concentrazione di arsenio, piombo e nichel non è solo dovuta alla presenza dell'acciaieria ma anche dall'origine vulcanica dell'area dei Campi Flegrei. «In questo senso una bonifica del mare e dei fondali - spiega Civítíllo - sarebbe impossibile in quanto si riformerebbero per natura. Differente invece è il problema di elementi come IPA e PCB, ovvero idro carburi aromatici e policlorobifenili, composti organici dovuti alla presenza dell'acciaieria che si sono depositati sui suoli e nelle acque». Questi ultimi secondo lo studio sarebbero il problema principale dell'inquinamento di tutta l'area di Bagnoli con concentrazioni di 14mila volte superiori alle norme di legge. «La colmata - aggiunge il ricercatore - è una sorta di veicolo per questi elementi inquinanti che si infiltrano nel sottosuolo e finiscono a mare e poi sulle spiagge. Solo dopo con una bonifica interna delle aree e con lo smantellamento della colmata si potrà pensare a recuperare mare e spiagge. La colmata si potrebbe riutilizzare in loco perché gli elementi che la compongono ormai sono stabilizzati».
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