Zuccarelli: la terra dei fuochi non diventi come Taranto Bruno Zuccarelli: «Rifiuti e tumori, dobbiamo evitare un`altra Taranto»
Rifiuti interrati che avvelenano il terreno. Roghi tossici. Il triangolo della morte tra Napoli e Casería diventa caso nazionale con una Commissione d'inchiesta del Senato mentre in Campania si apre il confronto sui tempi e i modi del registro dei tumori. Bruno Zuccarelli, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli non commenta le diverse opinioni dei colleghi a proposito del registro e dei dati che dovrà contenere, ma aggiunge: «Ritengo che non ci sia più tempo da perdere. Capisco che ci possano essere interessi a non approfondire, ad esempio, per la filiera alimentare, ma il parlarne senza conse guenze fa più danno, un'incidenza di tumori maggiore nella regione Campania alimenta sospetti e c'è bisogno di certezze. Cerchiamo di evitare una ripetizione dell'uva di Taranto».
NAPOLI — Le denunce corrono ormai da anni sul web, le foto pubblicate dai siti «La Terra dei Fuochi» o «Rifiutarsi» mostrano copertoni adagiati su lastroni d'amianto, su cui si ripongono altri rifiuti speciali, oppure stracci: pezze prodotte e abbandonate da aziende locali, imbevute di sostanze chimiche industriali infiammabili, che non lasciano traccia una volta bruciate. Le fiamme, ogni giorno, nel Nolano, a Nord di Napoli, nell'area flegrea, a Caserta, sprigionano fumi che avvolgono abitazioni poco distanti, strade, scuole e viaggiano sulle coltivazioni che finiscono in tutta Italia e nelle conserve.
A Caivano sono stati sequestrati migliaia di ettari di coltivazioni a metalli pesanti e toluene: cavolfiori giallo ocra. I dati sull'incidenza dei tumori in crescita nelle zone Sin d'Italia (vedi il progetto di ricerca Sentieri) si impennano in Campania, ma non c'è modo di incrociare i dati sulle mortalità per tumori o cancro (alla tiroide, esofago, pancreas, colon, mammella e molti decessi sono in età di prescreening, molto al di sotto dei 35-40 anni secondo i medici di base della Terra dei Fuochi) a quelli pure eccezionali delle esenzioni dai ticket sanitari per gli ammalati oncologici, come ha scritto in questi giorni il Corriere del Mezzogiorno. Quindi al Senato è stata annunciata un'inchiesta che dovrebbe verificare la correlazione tra l'avvelenamento ambientale del Napoletano e Casertano e le malattie oncologiche e se sia stata compromessa m maniera irreversibile la rete idrica campana con le falde che servono le coltivazioni e la catena alimentare. A discariche tossiche, sversamenti abusivi e incenerimenti legali e non, in Campania, oggi, si aggiunge anche l'allarme per i pozzi di trivellazione per la ricerca di idrocarburi attesi nel Salernitano, Sannio e Irpinia, dove sindaci e comitati commentano con estrema preoccupazione le notizie dalla Val d'Agri, dove la Procura ha appena aperto un'inchiesta ipotizzando il disastro ambientale al lago del Pertusillo, bacino idrico di prima importanza per l'intero Mezzogiorno. Tornando ai tumori e ai rifiuti speciali che si mescolano a quelli ordinari della Campania, l'altro giorno il professor Luigi Santini, ordinario di Chirurgia alla Sun e specialista dei tumori tiroidei, ha detto che in realtà quello del Registro Tumori «è un falso problema», perché i dati «ci sono già e la Regione ha perso un sacco di tempo: ci sono quelli del servizio epidemiologico delle Asi, i documenti che mandiamo alla Regione quando operiamo un paziente oncologico e, ovviamente, i codia 048 per esenzione ticket da neoplasie in possesso dei medici di base», inoltre «il Registro tumori così progettato da Calabrò prevede un notevole aumento di costi e assunzioni e perciò la Corte Costituzionale lo ha bocciato accogliendo il ricorso del Governo, ma non occorrono assunzioni, serve razionalizzare e organizzare». Secondo l'Associazione Registri Tumori dei ricercatori operanti presso i Registri di popolazi one più di 29 milioni di cittadini (il 47% degli italiani) vivono in aree coperte dall'attività dei Registri con queste percentuali: Nord-Ovest 55%, Nord-Est 69%, Centro 26% e Sud e Isole 40% ma qui la quota è soprattutto siciliana: in Campania risultano attivi Salemo e un distretto di Napoli. Il presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, ripete un appello ormai antico: «Fate presto».
«Noi arriviamo con grande ritardo sul Registro Tumori, si è perso molto tempo, solo alcune Asl hanno raccolto dati oggettìvi di osservazione in alcuni anni (fino all'emergenza rifiuti del 2008, ndr) e ci vorranno due anni perché il Registro sia a regime. Si tratterebbe, per ora, di assemblare i dati ufficiali delle Asl o del Pascale e dei medici di base, e dare una prima risposta nel più breve tempo possibile». La fotografia, dice Zuccarelli, «è molto semplice soprattutto a Caserta e Napoli 2 Nord», e «correnti di pensiero diverse non impediscono di accelerare il Registro, che è visto come una iniziativa concreta e ufficiale sull'incremento dei tumori in Campania: non è più tempo dei ping pong istituzionali. La popolazione deve sapere lo stato dello cose, sema allarmismi, le risposte sano chiare». Il penultimo bollettino dell'Ordine mette in primo piano il «supposto avvelenamento ambientale» e collegamenti con le neoplasie, con interviste a Donato Greco, Sabino De Placido e Maurizio Montella del Pascale.
Zuccarelli non commenta le diverse opinioni dei colleghi, eppure «ritengo che non ci sia più tempo da perdere», dice, «capisco che d possano essere interessi a non approfondire, ad esempio, per la filiera alimentare, ma il parlarne senza conseguenze fa più danno, un'incidenza di tumori maggiore nella regione Campania alimenta sospetti e c'è bisogno di certezze. Cerchiamo di evitare una ripetizione dell'uva di Taranto».