Rifiuti, rivolta Sapna: rischiamo la chiusura

Allarme dell'amministratore: per noi nessuna competenza con la nuova legge regionale La norma II servizio di smaltimento sarebbe sottratto alle aziende provinciali
1 giugno 2013
Fonte: Il Mattino

La Sapna minaccia di sospendere gli appalti e di mandare in tilt la raccolta, visto che dal primo luglio entrerà in vigore la norma regionale che ridisegnerà la mappa delle responsabilità del ciclo e la partecipata della Provincia rischia di scomparire. Dalla Regione l'assessore Giovanni Romano sottolinea: «Ci sarà un periodo transitorio di sei mesi, i passaggi di consegna avverranno in maniera graduale». Ma l'amministratore unico della Sapna, Enrico Angelone, ha già stoppato tutte le gare in itinere e nei prossimi giorni sospenderà anche gli appalti in essere. Primo e più importante risultato, quella che arriverà lunedì pottebbe essere l'ultima nave a partire per l'Olanda. E dal primo luglio saranno interrotti anche i contratti che permettono di trasferire la spazzatura nel resto d'Italia. SpiegaAngelone: «Una legge regionale non può riattribuire alle Province, e per esse alle società provinciali, compiti che gli sono stati tolti da una legge nazionale. Per mantenere in vita il sistema attuale è necessaria una legge dello Stato, altrimenti la Sapna non ha competenze: la società deve essere messa in liquidazione e il personale a termine licenziato. Tutti gli altri dovranno passare ad altri enti». La Sapna ha 210 dipendenti e occupa 164 lavoratori del consorzio di bacino. La norma prevede che la competenza dello smaltimento, finora attribuito alle società provinciali, passi ai Comuni riuniti in Ato (ambiti territoriali ottimali) disegnati dalla Regione. Il personale dellapartecipata, dunque, dovrebbe essere trasferito ai Comuni che dovrebbero assorbire anche i dipendenti dei consorzi di bacino. L'articolazione napoletana ha ben 884 unità: di queste solo le 164 hanno un incarico. La norma alla quale sta lavorando Romano prevede che anche questi passino ai Comuni e l'assessore ha già sottoposto la questione al ministro Andrea Orlando chiedendo «un accompagnamento normativo alla nuova legge regionale con norme che aiutino a garantire la tenuta dei livelli occupazionali dei lavoratori dei consorzi ». La norma di chiusura dell'emergenza prevedeva 424 esuberi che non sono mai stati attuati. E anche questo sarà un nodo da sciogliere. È certo che se i costi dei bacini ricadranno sulla Tares questa sarà ancora più alta del previsto: si calcola che i consorzi costano 50 euro all'anno a ogni contribuente.

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