SINDACO A ROMA DA BARCA E CLINI. ATTESA PER IL DECRETO SPECIALE

«Bagnoli, troppo costoso trasferire la colmata»

23 aprile 2013 - pfratt
Fonte: Roma

NAPOLI. «Rimuovere la colmata di Bagnoli, al momento, non è una soluzione praticabile. Mancano i soldi per la bonifica e soprattutto manca un sito dove depositare i detriti. Sia l'ipotesi di trasferirli alla Darsena di Piombino che quella di portarli alla Darsena di Levante di Porto Fiorito sono venute meno. L'unica soluzione sarebbe il trasferimento in discarica all'estero, tramite navi. Ma costerebbe troppo». Per il vice-sindaco ed assessore all'Ambiente, Tommaso Sodano, insomma, la colmata a mare dell'ex Italsider è destinata a rimanere lì dov'è ancora per molto tempo. Emblema del fallimento ormai trentennale delle dismissioni e simbolo del disastro ecologico che attossica Bagnoli. La soluzione che Palazzo San Giacomo sta studiando, invece, prevede un'altra soluzione per l'ecomostro da 1 milione e 800mila metri cubi di cemento e scorie. Seppellirlo sotto un tappeto. Sigillarlo a monte con una barriera idraulica di cemento armato per bloccare i flussi inquinanti che defluiscono dal retroterra e chiuderla a mare con una cornice di palancole di metallo, che la isoli completamente dai fondali. L'unico obiettivo a portata di mano per l'amministrazione de Magistris, infatti, al momento risulta essere il ripristino della linea di costa con la realizzazione della spiaggia pubblica che andrà dalla colmata "lombata" a Coroglio. Altri scenari non sembrano essercene. Il Porto di Piombino, col quale era in corso una trattativa plurimilionaria per il trasferimento dei detriti da utilizzare per il riempimento della Darsena, si è tirato indietro dall'operazione alla fine del 2012, informandone tramite lettera ufficiale il Comune di Napoli. Stessa cosa ha fatto Porto Fiorito, che ha optato per altri materiali per la Darsena di Levante. Anche la gara per la bonifica dei suoli si è arenata poco più di un anno fa. «Il Provveditorato alle Opere Pubbliche - spiega Sodano aveva già predisposto il bando. Tutto era pronto, quando il Governo Monti ha tagliato i fondi necessari alla bonifica quasi di due terzi. Da oltre lOOmilioni siamo passati a soli 50 milioni di euro, del tutto insufficienti per portare a termine i lavori previsti dal bando». Da qui, l'idea del Comune: «Chiedere al Governo un'integrazione all'accordo di programma per utilizzare quei fondi per la bonifica dei fondali e la realizzazione della spiaggia pubblica dei napoletani». Nell'attesa, però, che da Roma arrivino altre risorse per la ricostruzione di Città della Scienza e per la bonifica integrale di tutto il sito posto sotto sequestro giudiziario. Ï sindaco Luigi de Magistris, intanto, oggi volerà a Roma per incontrare il ministro Fabrizio Barca (Coesione Territoriale) e forse anche il ministro Corrado Clini (Ambiente). Il decreto speciale per Napoli potrebbe essere firmato già nel consiglio dei ministri di oggi. Se i tempi dovessero allungarsi, è possibile che sia lo stesso Clini a venire a Napoli nella giornata di domani. Intanto, è attesa per oggi anche la relazione dei tecnici relativa al sopralluogo della scorsa settimana. Il documento potrà chiarire molte delle incognite che ancora persistono sul luogo dell'incidente e sullo stato dei manufatti. Il Comune, ad ogni modo, presenterà al Governo i 2 siti alternativi per la ricostruzione: l'ex acciaieria Italsider, che tuttavia è sottoposta a sequestro, ed i terreni sgombri tra la strada e Città della Scienza, che è, invece, la soluzione più accreditata. La spiaggia, ad ogni modo, resta un punto fermo e si estenderà su 30-50 metri tra la Città ed il mare. «Una volta avuti i fondi - conclude Sodano - i tempi per la ricostruzione saranno brevi: non più di 18-24 mesi».

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