Quanto costa la giostra dei rifiuti

Nessuna discarica, molte navi così funziona il ciclo dei rifiuti
21 aprile 2013 - Roberto Fuccillo
Fonte: Repubblica Napoli

RIFIUTI, sentenze e polemiche, piani e multe, soldi che vanno e che vengono. È un ginepraio ormai la vicenda dello smaltimento rifiuti, come riattizzata anche dagli ultimi pronunciamenti Ue. Il primo è chiaro. Riguarda oltre 46 milioni, la quota che l' Europa doveva assicurare all' interno del pacchetto complessivo da 92 milioni programmati a suo tempo dalla Regione, gestione Bassolino, sul capitolo 2000-2006. Soldi che furono bloccati in ragione della crisi, che l' Italia era tornata a chiedere, e ai quali la Corte di giustizia europea ha detto ora definitivamente di rinunciare. È anche vero che una cifra simile, 40 milioni europei su 80 totali, è stata autorizzata all' interno del pacchetto 2007-2013. Qui cade il secondo segnale venuto da Bruxelles: una indiscrezione, che vorrebbe la Commissione europea orientata a far partire l' ennesimo deferimento contro la Campania. Il che metterebbe di nuovo a rischio quei 40 milioni oltrea prospettare una possibile multa che in occasione del primo deferimento non era stata irrogata. Minaccia considerata strana in Regione, visto che il piano ha avuto di recente almeno il placet necessario a sostenere l' aggiornamento del monitoraggio a metà giugno. In realtà quello che si teme è un intervento duro contro l' intero paese, determinato soprattutto stavolta dal pessimo giudizio emerso sulla condizione del Lazio. SE LA partita europea sembra un Monopoli fatto con soldi ancora virtuali, ben più concreti sono quelli che intanto stanno sparendo ogni giorno in un vulcano sempre pronto a esplodere. L' emergenza non c' è più, è un fatto. I flussi di Napoli fanno da modello per capire perché. Il capoluogo produce circa 1100 tonnellate di rifiuti al giorno, di cui il 26 per cento, secondo Asìa, riesce ad andarsene in differenziata. Dato leggermente corretto dalla Regione che stima intorno al 21 per cento, in seguito alla eterna contesa su circa 200 tonnellate al giorno che vengono scaricate sulla strade periferiche e che il Comune considera non di sua pertinenza perché scaricate da Comuni limitrofi. Sta di fatto che, tolta la differenziata, il resto va agli Stir, che comunque non hanno ancora varato le previste ristrutturazioni. Quel che esce dagli Stir, a questo punto sotto la gestione della società provinciale Sapna, va in parte al termovalorizzatore di Acerra, il resto in impianti fuori Campania: da altre regioni italiane alle navi per l' Olanda. Sono ormai sparite le discariche. Quelle vecchie sono esaurite, quella nuova di Paenzano è una fiaba per ragazzi. Sicché ecco che navi e camion imbarcano qualcosa come 600 mila tonnellate, dato 2012 per l' intera Campania. Non ci sono eccessivi problemi di capienza, con l' Olanda c' è un contratto che può far smaltire ancora circa 200 mila tonnellate. Il problema è il costo. Il Comune sostiene che l' esportazione in altre province costa circa 140 euro a tonnellata, mentre quella in Olanda ne vale circa 100, ma in Regione fanno una media di costo intorno ai 180 euro. In ogni caso una cifra totale che si avvicina ai 100 milioni annui. Che si aggiungono al deficit già consolidato di oltre un miliardo di debiti nei confronti dei consorzi e degli operatori. È questo, quello finanziario, alla fine il vero spettro. Il Comune punta sugli impianti di compostaggio. Per il primo, a Secondigliano, il bando è quasi pronto. Dovrebbe trattare fra 30 e 50 mila tonnellate annue di umido proveniente dalla differenziata che pure, al momento, vanno fuori regione al costo di 165 euro a tonnellata. Per il secondo, a Napoli Est, c' è la contesa con la Regione per il terreno individuato: la gara per il previsto termovalorizzatore ha visto la A2A gettare la spugna, ma la Regione non esclude un nuovo bando ritenendo necessario almeno un inceneritore nel sistema, che smaltisca quanto ad Acerra, guarda caso circa 600 mila tonnellate, quelle che invece oggi vengono spedite fuori. Ma incombe su tutti l' incubo salvadanaio: il passaggio da Tarsu a Tares ha privato fin qui i Comuni degli introiti annuali. E se vengono menoi soldi davvero la giostra rischia di fermarsi di nuovo.

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