IL CASO NO DELL'UE ALLO SBLOCCO DI 46,6 MILIONI. NUOVO DEFERIMENTO IN ARRIVO: SI RISCHIA UNA MAXIMULTA

Rifiuti, doppia stangata dall`Ue

De Magistris: «Paghiamo colpe altrui». Romano: «Vicenda del 2006»
La mancata attuazione del piano alla base del "no" alle risorse da parte delle istituzioni continentali. L'Italia era già stata condannata nel 2010 per la cattiva gestione del ciclo della spazzatura -tit_org- Rifiuti, batosta dall’Europa - Rifiuti, doppia stangata dall’Ue
20 aprile 2013 - Eugenio Filini
Fonte: Roma

NAPOLI. Doppia stangata dell'Ue all'Italia per il disastro dei rifiuti in Campania. La Corte di Giustizia dice no allo sblocco di 46,6 milioni ed è in arrivo un nuovo deferimento che potrebbe costare una multa giornaliera di 625mila euro. «Paghiamo gli errori del passato» dice il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «Si tratta di un atto dovuto per una vicenda risalente al 2006», spiega l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano.
L'Italia rischia un secondo deferimento alla Corte Uè per la vicenda dell'emergenza rifiuti in Campania. Cosa che potrebbe portare anche ad una multa salata: fino a 625mila euro al giorno. E si tratta di un rischio «estremamente concreto». È quanto trapela da fonti Uè. D tutto dopo che la Corte di Giustizia ha respinto il ricorso con il quale l'Italia aveva chiesto lo sblocco delle risorse del Fesr che dovrebbero essere destinate al piano di smaltimento del la spazzatura. Il diniego di Bruxelles è fondato perché è collegato al finanziamento con fondi europei proprio delle misure oggetto della procedura d'infrazione, in pratica la realizzazione del sistema per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti e, in misura particolare, della raccolta differenziata: il tutto previsto dal piano operativo presentato dalla Campania e vistato favorevolmente dalla Commissione nel 2000. I fondi oggetto del contenzioso sono pari a 46,6 milioni di euro. Nel 2008, però, Bruxelles ha deciso di sospendere l'erogazione dei soldi perché l'anno prima aveva aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia per mancato rispetto della direttiva derivante da mancanze riscontrate nell'attuazione del piano campano. Avverso questa decisione, l'Italia aveva presentato un ricorso alla Cor- te di Giustizia affermando che i fondi del Fesr erano destinati al finanziamento di specifiche opere e azioni previste nel piano e quindi non era possibile bloccarli con una procedura d'infrazione avente ad oggetto singole operazioni. Una posizione, questa, che non ha convinto la Corte che ha respinto il ricorso dell'Italia. Anche perché dai giudici europei è arrivato il chiarimento sul fatto che la procedura riguardava sia ü piano nella sua completezza, sia l'insufficiente raccolta differenziata: condizione fondamentale, questa, per procedere all'attuazione efficiente del piano. La Corte di Giustizia, tra l'altro, ha già condannato l'Italia per la cattiva gestione dei rifiuti in Campania: è accaduto nel 2010. E adesso il Governo rischia seriamente di essere deferito ancora dalla Commissione Uè presso la Corte per mancato rispetto della prima sentenza. E questa volta il provvedimento potrebbe essere corredato anche dalla richiesta di sanzioni. Il rischio è molto alto, visto che le fonti Uè riferiscono che da più di un anno c'è un momento interlocutorio tra autorità italiane e Commissione. Quest'ultima, però, non avrebbe giudicato sufficiente le misure adottate fino a questo momento. Adesso l'ultima speranza è legata alla possibilità che prima che sia inoltrata la nuova procedura di infrazione si riesca a trovare qualche soluzione. Diversamente, le conseguenze della multa potrebbero essere disastrose per tutto il Paese.

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