Rifiuti, la Ue minaccia una seconda multa per il caso Campania
NAPOLI — La Commissione europea giudica «insufficienti le misure» adottate per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania e pertanto si intravede il rischio,entro giugno, di un «secondo deferimento dell'Italia» alla Corte Uè. Da oltre un anno — hanno chiarito da Bruxelles — è in corso una fase interlocutoria tra le autorità italiane e la Commissione. L'auspicio è che nel periodo che resta prima della nuova procedura di infrazione si riesca a porre rimedio alla situazione, anche perché le conseguenze delle penalità sarebbero «disastrose». Sia dal Comune di Napoli che dalla Regione distraggono l'attenzione, giustificandosi che si tratta di «di una procedura che riguarda inadempienze risalenti al 2006». Sarà. Tuttavia dal 2006 ad oggi poche soluzioni si son trovate per completare il ciclo integrato per lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Si contìnua a trasferire spazzatura all'estero con le navi («6oo mila tonnellate l'anno — commenta l'assessore regionale all'ambiente, Giovanni Romano —- pari allo stesso quantitativo smaltito dal termovalorizzatore di Acerra. Facendo un rapido calcolo parliamo di un costo medio di 180 euro a tonnellata, quindi di una spesa di 108 milioni di euro l'anno. Se avessimo realizzato il termovalorizzatore di Napoli est avremmo risparmiato milioni su milioni, considerato che la tariffa di Acerra si aggira intomo ai 78 euro a tonnellata»), A proposito di termovalorizzatore, è saltata la gara a Napoli est. La differenziata a Napoli va a rilento. E così il completamento degli impianti di compostaggio. «Purtroppo — riprende Romano — occorre dire con chiarezza che chi sposa ideologicamente la filosofia del rifiuto zero, al di là dell'auspicio che tutti sosteniamo, e si oppone alla realizzazione degli impianti prolunga i tempi della non soluzione e involontariamente consente benefici a chi, come la malavita, lucra sulla precarietà di queste condizioni». Per il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, il rigetto del ricorso del governo italiano da parte della Corte Uè «non intacca i finanziamenti comuni- tari a supporto dell'estensione della raccolta differenziata e della realizzazione degli impianti intermedi in città, sui quali puntiamo. L'intrazione europea nasce negli anni dell'emergenza rifiuti per la pessima gestione del ciclo e per la mancata raccolta differenziata. Da due anni Napoli non vive più l'emergenza, anche grazie al nuovo clima createsi tra le istituzioni, cresce la raccolta differenziata, abbiamo aperto le ecologiche, un sito di trasferenza temporanea dei rifiuti e, ora, stiamo lavorando per la realizzazione di impianti di compostaggio». Romano la vede diversamente: «Ciò che come Regione dovevamo fare lo abbiamo fatto: dal piano rifiuti al piano bonifiche. Soffriamo per la mancanza di impianti e chi insiste a portare la spazzatura all'estero non fa altro che far pesare sui campani la tassa rifiuti più alta d'Europa».