Acerra, addio ai soldati: inceneritore non più sito strategico
Il caso Acerra, addio ai soldati: inceneritore non più sito strategico Dopo nove anni l'inceneritore di Acerra non sarà più presidiato dalle forze dell'ordine. I militari posti a guardia dell'unico impianto buciarifiuti della Campania andranno via il prossimo 28 aprile. Dopodiché a garantirne la sorveglianza ci dovrà pensare l'A2A, la società lombarda che gestisce rimpianto costruito da I mpregilo ediventato da qualche mese di proprietà della Regione. Ad annunciarlo è stato il responsabile unico del procedimento Sergio De Rosa, incaricato da novembre di occuparsi della gestione del termovalorizzatore. La zona è stata presidiata ininterrottamente dall'agosto del 2004, quando con un blitz venne aperto il cantiere di contrada Pantano. Duemila tra poliziotti, carabinieri e guardia di finanza penetrarono nell'area occupata dal comitato antinceneritore e diedero il via all'inizio dei lavori durati circa 5 anni. L'intera area dove attualmente sorge l'inceneritore fu prima presidiata dalle forze dell'ordine e poi, dopo l'avvenuta dichiarazione di «area di interesse strategico» dai militari. «Ora la sorveglianza come da contratto tocca alla A2A«, spiega il responsabile regionale Sergio De Rosa nel corso di un convegno organizzato ad Acerra dagli Ecologisti del Pd. Il costo per mantenere i militari a sorveglianza dell'impianto è stato di un milione di euro all'anno. E non sono mancate polemiche durante questi anni visti i ripetuti incendi di natura dolosa verrficatesi nell'adiacente sito di stoccaggio delle ecoballe destinate all'incenerimento. Sul possibile ampliamento del termovalorizzatore, parlamentari e consiglieri regionali del Pd hanno annunciato due interrogazioni.