Sistri, la truffa dei rifiuti Le spese mutili del caso Sistri "Asia, danno di 800 mila euro"
La rabbia del manager Fortini: sistema imposto solo in Campania
ESPLODE il caso Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti mai entrato in funzione. Nell'inchiesta arrestate 22 persone, in carcere l'imprenditore stabiese Francesco Paolo Di Martino. Le aziende di igiene urbana della Campania, uniche in Italia, erano state costrette a dotarsi di "scatole nere" e chiavette usb anche per il trasporto dei rifiuti solidi urbani. Dice l'ad di Asia, Daniele Fortini: «Siamo al danno e alla beffa: 800 mila euro è costato ad Asia questo assurdo "pacchetto". Lo avevamo sempre detto che era inutile, dannoso, costoso. Ma nessuno ci ha voluto ascoltare».Ainapoletani dunque il Sistri è costato 80 ce ntesimia testa.
ERA iniziato tutto durante «la più grave emergenza ambientale dell'ultimo ventennio», la crisi nfiuti che aveva umiliato Napoli tra il 2006 e il 2009. Il progetto Sistri sulla tracciabilità dei rifiuti nasce in questo «scenario drammatico», dove il ministero dell'Ambiente prova ad individuare le soluzioni migliori per traghettare il territorio fuori dald isastro dei cumuli di spazzatura che invadono le strade.
Ma l'iniziativa fornirà solo il presupposto per «realizzare gravi condotte di illecito arricchimento», come scrive il gip Nicola Miraglia del Giudice nell'ordinanza eseguita ieri mattina dalla Guardia di Finanza nell'ambito delle indagini condotte dai pm Catello Maresca, Marco Del Gaudio e Maurizio Giordano. E la Campania, che avrebbe dovuto essere aiutata dal Sistri a combattere le ecomafie, si ritrova colpita due volte dallo scandalo. Primo, perché il sistema di tracciabilità non è mai entrato in funzione e quindi non sono mai state mai individuate e punite le responsabilità sulle enormi discariche fuorilegge dell'hinterland. Secondo: perché le aziende di igiene urbana della Campania, uniche in Italia, erano state costrette letteralmente, dal ministero dell'Ambiente, a dotarsi di quelle scatole nere e di quelle chiavette Usb anche per il trasporto dei rifiuti solidi urbani. Ovvero: un sistema satellitare per controllare che i sacchetti neri (o le buste della differenziata) andassero dalla piazza X al noto stir di Caivano o Tufino? Ebbene si. Daniele Fortini, amministratore delegato di Asia, ora scuote la testa. Ora può dirlo con estrema libertà. E anche rabbia: «Siamo al danno e alla beffa: 800 milaeuroècostatoadAs'iaquesto assurdo "pacchetto". Lo aveva mo sempre detto che era inutile, dannoso, costoso. Ma nessuno ci ha voluto ascoltare. Lo avevo detto anche come presidente di Federambiente. E so che, come noi, si erano ribellati anche gli altri servizi di igiene urbana, da Salerno ad Avellino. Tutto inutile». Bastano due conti per capire che a ogni cittadino napoletano, lattanti compresi, L'affare Sistri è costato 80 centesimi. Racconta Fortini: «La prima cosa assurda è che è stato imposto solo alla Campania, a dispetto delle proteste vibranti di Federambiente e di Asia e di altre aziende di igiene urbana della regione. Perché la tracciabi- lita dei rifiuti urbani, nella forma ideata dalSistri, era stupida e inutilmente costosa. Noi abbiamo montato 265 scatole nere sui nostri camion e abbiamo addestrato 800 autisti. Non solo: avevamo in allestimento anche una sala operativa, qui, nei nostri uffici di Agnano. Tutto inutile. Soldi buttati via. Ovviamente, a ogni test, le chiavette nonfunzionavano, l'input alla centrale operativa non arrivava e via di questo passo».
Ma se davvero il sistema fosse entrato m funzione, come si sarebbe comportata Asia? «A ogni curvadelpercorso,aogni svuotamento di cassonetto, i nostri auti sti avrebbero dovuto registrare dove si fermavano, e poi proseguire fino alla strada successiva. Un'assurdità. Eppure, un sistema così palesemente inutile, ci veniva imposto dopo lunghissime riunioni non da questo o da quell'imprenditore interessato, ma da funzionari del ministero dell'Ambiente che si dicevano convinti che bisognava andare avanti. Questa è l'amarezza».