"Bagnoli, rispetto per i giudici"
QUELLO che è successo nel processo sul Global Service conferma che avevo ragione a esprimere massima fiducia nella magistratura. La stessa che ribadisco oggi per l`indagine che riguarda la bonifica di Bagnoli», dice Rosa Russo lervolino.
L`EX Sindaco di Napoli osserva da lontano le polemiche che stanno accompagnando gli sviluppi giudiziari di due dei momenti più complessi dei suoi dieci anni a Palazzo San Giacomo: i progetti di risanamento dell`ex Italsider, dove ora la Procura parla di «bonifica virtuale», e l`inchiesta che, nel 2008, portò agli arresti domiciliari quattro tra assessori ed ex assessori della sua giunta, Felice Laudadio, Ferdinando Di Mezza, Enrico Cardillo e Giuseppe Gambale.Tuttiassoltiinprimoeorain secondo grado, come sarebbe stato assolto anche Giorgio Nugnes, che si tolse la vita prima di essere formalmente indagato. Ma su questa pagina, la lervolino non intende tornare. «Ho giurato varie volte fedeltà alla Costituzione, per la magistratura posso solo esprimere rispetto», ribadisce. L`ex sindaco spende invece parola di stima peri protagonisti dell`indagine che ha portato al sequestro delle aree di Bagnoli. «Posso solo dire che considero i miei due vice sindaci Rocco Papa e Sabatino Santangelo persone al di sopra di ogni sospetto, e come loro anche Mario Hubler e i funzionari che si sono occupati di quella vicenda». Bagnoli era stata individuata come una delle mission della giunta lervolino ma l`ex sindaco taglia corto: «Sono due anni che non parlo, e ne avrei di sassolini da togliermi dalle scarpe. Ma non sono Renzi, io. Sono abituata a fare politica con il mio stile, non parlo di chi è venuto dopo di me», conclude prima di chiudere la comunicazione. Un altro ex vicesindaco. Riccardo Marone, come Papa e Santangelo ex presidente di Bagnolifutura ma non coinvolto nell`indagine, intervistato dal Mattino non ha invece risparmiato severe critiche all`inchiesta sulla bonifica, contestando ai magistrati di essersi spinti al di là del proprio ruolo. Giandomenico Lepore, che guidava la Procura quando l`indagine è iniziata, scuote il capo: «Non sono d`accordo con Marone. Se ci sono elementi dai quali emerge che i lavori non sono stati effettuati a regola d`arte, bisogna intervenire», sottolinea. Sui tempi dell`indagine, che contiene intercettazioni risalenti anche al 2007, Lepore spiega: «Il fascicolo nasceva dalla riunione di due diversi procedimenti. La materia era delicata, occorrevano accertamenti approfonditi. Ed è fatto tutto in maniera rigorosa».
Nelle prossime ore Bagnolifitura deciderà se impugnare al Mésame il decreto di sequestro chiesto dal pm Stefania Buda. Agli atti c`è anche la testimonianza di due imprenditori di Cremona che nel 2009 avevano lavorato in uno dei cantieri di Bagnoli e , sentiti dagli inquirenti, hanno detto di aver rilevato, si legge nel provvedimento notificato giovedì scorso, «una serie di problematiche, inadeguatezza dei cantieri, totale assenza di controlli, anomalie, inosservanza di tutte le procedure e le prassi sempre riscontrate in altri cantieri». Lepore, che con il Corriere del Mezzogiorno aveva fatto autocritica sull`indagine Global Service, resta intanto convinto che, in quel caso, l ` ufficio da lui diretto abbia commesso un errore. E al presidente del Tribunale Carlo Alemi, che a Repubblica aveva sottolineato come, prima delle assoluzioni, le valutazioni degli inquirentifossero state condivise dal gip e dal Riesame, replica: «Ma la fase cautelare è ben differente da quella di merito».