L'assessore Mola: no alle zone da bonificare. Scampia e l'ex Icm in pole position

Termovalorizzatore, il Comune adesso punta su Napoli Nord

L'inceneritore prevede una ciminiera alta decine di metri, quindi l'area dell'aeroporto non va bene per il traffico in volo
18 giugno 2008 - Paolo Cuozzo
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Per il termovalorizzatore a Napoli il Comune esclude le zone della città interessate da bonifiche ambientali. E lo dice chiaro e tondo l'assessore alla Nettezza Urbana, Gennaro Mola. 
«Escluderei sia Bagnoli che l'ambito tredici di Napoli est, perché si tratta di zone da bonificare e quindi i tempi di realizzazione si allungherebbero ben oltre i tre anni. Cerchiamo invece altre aree, immediatamente disponibili ». Mola, che coordina in nome e per conto della Iervolino il lavoro con gli uffici urbanistici impegnati nella ricerca di un'area da destinare alla costruzione di un termovalorizzatore, «taglia» quindi fuori una fetta importante della città dove erano stati ipotizzati i possibili siti per l'inceneritore che dovrà essere costruito. «Il rispetto dei tempi è fondamentale », ha aggiunto Mola, che si è detto convinto che «il Comune indicherà a Bertolaso il sito. E nei tempi previsti». L'assessore esclude dunque la zona orientale di Napoli, dove c'è già la centrale Termoelettrica di Vigliena e dove verrà edificata anche la Darsena di Levante. Anche se nelle stanze di Palazzo San Giacomo si discute ancora di una possibile costruzione del termovalorizzatore in un'area tra Barra e Ponticelli, cioè nell'area della ex Icm nella zona dove ora c'è il sito di stoccaggio con l'Asìa proprietaria del suolo. Quindi, comunque, Napoli Est, dove in queste ore si stanno effettuando numerosi rilievi.
Di certo, se non è a est né a ovest, l'area (o le aree) individuate o da individuare non possono che essere a nord (anche perché a sud della città c'è il mare) e che appartengano alla cintura periferica. E i siti su cui stanno lavorando i tecnici del Comune di Napoli sono quello di San Pietro a Patierno, in una zona a ridosso dell'aeroporto di Capodichino, e quella della ex Centrale del Latte di Scampia. Anche se il termovalorizzatore prevede una ciminiera di diverse decine di metri di altezza che quindi potrebbe creare problemi agli aerei in decollo e atterraggio. Poi c'è il problema del fumo, che pure può incidere con le rotte aeree. Ecco perché per la zona dell'aeroporto ogni ragionamento è complicato. Dal canto suo la Iervolino si dice comunque sicura che «il Comune di Napoli rispetterà la scadenza del 23 giugno nell'indicazione dell'area dove dovrà sorgere il futuro termovalorizzatore di Napoli », quindi lunedì prossimo. La sindaca ha anche confermato di voler organizzare una delegazione dei presidenti delle Municipalità e dei capigruppo consiliari per un sopralluogo all'impianto di smaltimento di Brescia. Anche se incredibilmente, il Comune di Napoli è alla ricerca dei soldi per pagare i soldi dei biglietti aereo: «Non mettetevi a ridere — ha infatti detto la Iervolino — ma il biglietto aereo per Brescia costa 250 euro e l'assessore al bilancio Enrico Cardillo sta cercando la possibilità per lo stanziamento del denaro necessario ». Ed ancora: «Ci andremo o prima o dopo il termine di scadenza previsto dal Decreto del governo — ha aggiunto la sindaca — perché vogliamo comunque rassicurare presidenti di Municipalità e capigruppo sulla sicurezza degli impianti». Nei prossimi giorni, e prima comunque che l'area venga individuata, la sindaca incontrerà a quattr'occhi il sottosegretario Bertolaso. Nei giorni scorsi la Iervolino aveva sostenuto come «a Napoli non abbiamo mezzo millimetro di spazio» e che quindi si stessero cercando con difficoltà «soluzioni intraurbane, perché qui non è come Roma, tutt'intorno lo spazio non c'è». Parole che Bertolaso ha letto con attenzione sui giornali, non senza stupore.

 

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