I cittadini: «Basta speculazioni» De Magistris: «Emerga la verità»
L'Assise Cittadina per Bagnoli, il comitato di residenti ed esperti delle università campane che da anni si riunisce per discutere della riqualificazione dell`area, chiede che l`indagine della Procura che ha portato al sequestro dell`ex Italsider, faccia luce non solo sullo stato della bonifica dell`ex acciaieria ma anche sugli arenili e sui terreni della Città della Scienza. «Sugli arenili - spiega il comitato infatti vigono concessioni turistico balneari malgrado il persistere dell`inquinamento nel mare e su gran parte delle stesse spiagge. L`inchiesta andrebbe aperta anche alla bonifica di Città della Scienza». Occorre aprire in città un confronto pubblico «che riaffermi l`esigenza di realizzare un vero risanamento ambientale - aggiunge l`Assise -. È necessario controllare il grande parco urbano ed il recupero del litorale a spiaggia pubblica, bandendo ogni strumentalizzazione della speculazione edilizia per realizzare porti, case ed alberghi sul lungomare». «È venuto il momento di dare una sveglia al Governo e al Parlamento perché mettano i fondi per la bonifica di Bagnoli, così come hanno fatto in altre aree critiche del nostro paese". Lo dichiara il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, interpellato dai cronisti in merito al sequestro dell`area ex Italsider ed Eternit da parte della Procura di Napoli. De Magistris ricorda di aver già espresso, in occasione della seduta monotematica del Consiglio comunale di Napoli dedicata proprio a Bagnoli, l`idea che «il rilancio di queir area deve passare anche dalla via giudiziaria: c`è il diritto di tutti noi, di chi vive in città e di chi vuole investire in quella zona, di sapere cosa si può realizzare, quant`è la parte di bonifica fatta, se c`è stato sperpero di denaro pubblico, come ho sempre immaginato e pensato. Sono cose che dobbiamo sapere». La città, incalza de Magistris, «ha diritto al risarcimento e alla bonifica». «La gravissima vicenda della mancata bonifica dell`area di Bagnoli, cosi come viene ipotizzata dalla procura di Napoli che ne ha disposto il sequestro per disastro ambientale, non ci stupisce ed è purtroppo esemplificativa di come rischi di essere stata praticata una parte del risanamento dei siti inquinati in Italia», cosi il vice presidente di Legambiente Stefano Ciafani sul sequestro delle aree inquinate. «Connivenze, conflitti d`interesse, comportamenti dolosi, illegalità e omertà - continua Ciafani - sono tristemente di prassi nel nostro paese, come dimostrano le storie raccolte da anni nel nostro rapporto Ecomafia, e questo riguarda anche la gestione del recupero ambientale dei siti inquinati».