Sostanze inquinanti e cancerogene in mare

L`allarme dei magistrati: «Il disastro ambientale è arrivato fino a Nisida»

13 aprile 2013 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Acqua, sale e sostanze cancerogene. Questo è attualmente il mare da Bagnoli a Nisida, secondo quanto scrivono nel decreto di sequestro dell`area ex Italsider i giudici Bruno D`Urso, Francesco Chiaromonte, Luigi Giordano, accogliendo l`istanza presentata dal pubblico ministero StefaniaBuda. In particolare, redta il provvedimento, a pagina 19: «..con le omissioni di controllo indicate, non impedendo (gli indagati Gianfranco Caligiuri, Maria Palumbo, Gaetano Cortellessa, Antonio Ambretti, n.d.r.) che pericolosi inquinanti cancerogeni si propagassero in mare, cagionavano un danno ambientale». Proseguono i giudici: «In tal modo determinavano una condizione di pericolo, con una immensa capacità diffusiva che coinvolge l`integrità della salute di un numero non individuabile di persone, considerato che l`area della colmata e lo specchio di mare adiacente sono frequentati da sportivi e pescatori e, m estate, sono utilizzati anche per la balneazione(sia pure in violazione del divieto di balneazione)». Un disastro ambientale che arriva, secondo i giudici, fino alla costa di Nisida, sito di interesse comunitario che dista 850 metri dalla spiaggia di Coroglio. Nel leggere questo passo del decreto, che riguarda in particolare gli effetti nefasti dalla mancata rimozione della colmata(prevista da una legge del 1996) e dalla insufficiente messa in sicurezza della stessa, tornano in mente i proclami dei tanti, dei troppi i quali hanno sostenuto in questi anni che, in fondo, con la colmata si potesse convivere. I fautori della tesi che la rimozione di quella banchina di 22 ettari realizzata tra il 1962 ed il 1965, realizzata con un milione di metri cubi di loppa d`altofomo, siano «rigidezze ideologiche» di ambientalisti privi di senso pratico. Non è così e lo scrivono i giudici a chiare lettere, quando fanno riferimento alla realizzazione di una barriera idraulica di emungi mento dell`acqua di falda che avrebbe dovuto evitare lo sversamento a mare delle sostanze inquinanti. Idrocarburi polidclici aromatici e policlorobifenili hanno continuato, invece, a filtrare a mare, fino a superare di uno o due ordini di grandezza le «concentrazioni soglia». Compiici, secondo quanto si apprende dal decreto, il cattivo funzionamento della barriera idraulica ed il degrado dello specifico telo che avrebbe dovuto isolare i contaminanti stivati nel corpo della banchina artificiale. Se dal mare si passa alla terraferma, il quadro non è meno allarmante, secondo il pubblico ministero Buda ed i giudici che hanno accolto l`istanza di sequestro avanzata dal pm. In particolare, a Gianfranco Caligiuri, Gaetano Cortellessa, Maria Palumbo, Daniela Cavalière, Emilio e Vincenzo de Vizia, Francesco Nigro, Claudio Moccia ed Angelo Marchitelli si contesta, a vario titolo, di avere interrato nell`area di bonifica almeno 78.530 tonnellate di morchie oleose (fanghi altamente inquinanti) che avrebbero dovuto essere indirizzate a discarica speciale e sarebbero state invece sepolte sotto il Parco dello Sport. Spunta poi un dato, relativo all`amianto, che confermerebbe, secondo i gip, la fondatezza delle accuse del pm relative ai controlli assolutamente fasulli circa la bonifica in corso. Nel cantiere ex Eternit, in particolare, scrivono le toghe, «le 780 analisi esaminate, misurate nell`arco di un anno di rilevamenti, riportano sempre valore fibre zero». Assolutamente irrealistico, argomentano: «Le misurazioni effettuate dall`Università Federico II, nelle stesse date di Bagnoli Futura, (15-17 luglio 2009) non registrano mai un valore zero. Come, del resto, è normale in area prospidente un cantiere ove è in atto la rimozione». C`è poi un passaggio della richiesta di sequestro avanzata dal pm Buda, che non è però confluito nel provvedimento del collegio dei gip, che riguarda le perforazioni fino a 500 metri sotto terra nell`area Parco Urbano, lotto i. Le sta realizzando l`istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Sostiene il pm, sulla base della consulenza del perito De Vivo, che tale attività possa contribuire ad inquinare ulteriormente l`area, provocando la risalita in superfide di fanghi intrisi metalli inquinanti tossid. Fabrizio Geremicca Veleni in mare Una veduta di Nisida, secondo i magistrati e i loro esperti, i veleni in particolare il Pbc sarebbero arrivati via mare fino all`isola e sarebbe pericoloso bagnarsi lungo tutta l`area davanti Bagnoli.

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