«All`A2A che mi intervista ripeto: per il territorio una ferita aperta»

8 aprile 2013 - en.fe.
Fonte: Il Mattino

ACERRA. A quattro anni dall`inaugurazione, l`inceneritore è stato «digerito» da Acerra che ne contrastava la realizzazione? A chiederlo ad una serie di cittadini è stata l`A2A, la società che gestisce l`unico impianto brucia-rifiutì della Campania. Una serie di interviste che la multi-utility lombarda ha commissionato al consorzio Aaster, un istituto di ricerca demoscopico milanese. «Si tratta di una campagna finalizzata a promuovere un radicamento maggiore dell`infrastnittura con il territorio», spiega nella lettera-invito U direttore dell`istituto Aldo Bonomi. Nei giorni scorsi sono stati intervistati una decina di esponenti dei comitati ambientalisti locali tra cui Virginia Petrellese (Donne del 29 Agosto) e Luigi Montano (Ecodem). Starnarli invece ad essere sollecitato dalle domande dell`intervistatrice sarà il portavoce storico del comitato contro l`inceneritore Tommaso Esposito che da 14 anni si batte contro l`impianto di Acerra. Ma nifestazioni e cortei come quello del 29 agosto del 2004, a pochi giorni dall`apertura del cantiere, a cui parteciparono oltre 30 mila persone e culminato con gli scontri con le forze dell`ordine. «Non è cambiato nulla da allora, la ferita democratica inferta al nostro territorio è ancora aperta - dice Esposito - l`inceneritore impostoci con la forza non ha rispettato alcuna prescrizione fissata dalla commissione Via e non ci rassicura assolutamente da un punto divista della sicurezza e della tutela di un ambiente già gravemente ammalato». E in città non c`è nessuno che non si lamenti perché le compensazioni promesse - piantumazione di alberi, bonifica dei siti inquinati, ristori ambientali e sgravi sulla Tarsu - sono rimaste sulla carta. «Sono folli se pensano di raddoppiare un impianto già bollato dalla commissione Via come obsoleto e da sempre in manutenzione e soprattutto di imporlo ancora una volta con la forza - incalza Tommaso Esposito, 48 anni, avvocato, sposato e con tre figli - gli inceneritori chiudono dappertutto perché sono mutili se si punta sulla differenziazione e sul riciclo dei rifiuti, qui invece la Regione che ne è proprietaria pensa solo al profitto derivante dagli incentivi governativi. Assurdo». Per garantire una maggiore trasparenza il Comune intende promuovere un proprio osservatorio ambientale per monitorare lo stato di salute dell`ambiente e controllare da vicino gli effetti del termovalorizzatore. «Ma senza protocolli d`intesa con la Regione e la presenza di esperti non serve a nulla: è solo una riedizione con denominazione diversa di una commissione consiliare», sbotta Esposito.

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