Termovalorizzatore, scontro e veleni Sodano-Romano
Rifiuti; non si placa la polemica tra Regione e Comune. Oggetto della contesa; l`area dove doveva sorgere il termovalorizzatore di Napoli est e che, dopo il fallimento della gara per l`assegnazione delle opere, è stata destinata dal Comune a un impianto di compostaggio. Decisione contestata mercoledì dalla Regione. Ieri replica del vicesindaco Tommaso Sodano e controreplica dell`assessore regionale all`ambiente Giovanni Romano. Sullo sfondo su tutti incombe la multa della Uè: per Bruxelles la mancanza di qualsiasi tipo di impianto termovalorizzatore o sito di compostaggio che sia, indica che la crisi resiste e quindi resta sempre più concreta l`ipotesi di un nuovo deferimento alla Corte. E questo farebbe scattare una supermulta che potrebbe arrivare fino a 625 mila euro al giorno fino alla realizzazione di un ciclo completo e corretto. In serata il governatore Caldoro ha spiegato: «Costa mandare i rifiuti fuori, ma costerebbe di più realizzare impianti in più che non servono»: bisogna quindi valutare in maniera complessiva e integrata «la quantità di impianti necessari» perché altrimenti, si rischia, come per esempio in molte aree del Nord, che ci sia «un eccesso di strutture». Sodano dal canto suo ha spiegato che a Napoli, con un milione di abili governatore Caldoro «Evitare un numero eccessivo di impianti, occorre valutare i costi» tanti e una produzione di 100mila tonnellate di rifiuto umido, sono necessari siti di compostaggio che a regime tratteranno circa 30mila tonnellate l`uno. «Abbiamo immaginato tré aree - dice Sodano - una a nord, una a est e una a ovest. Quella a Napoli nord l`abbiamo individuata, a est abbiamo pensato all`area che si trova di fianco al depuratore. Si tratta di un`area industriale, già vocata allo smaltimento deirifiuti. Invece di fare un inceneritore si fa un impianto di compostaggio, nel giro di pochi giorni si può chiudere senza alcuna polemica». A proposito degli impianti, Sodano ha spiegato che si vuole provare a realizzarli con fondi europei, accedendo ai nuovi finanziamenti destinati all`area metropolitana e di farli gestire dall`Asia, la partecipata del Comune di Napoli. «Le aziende urbane si occupano solo della fase di raccolta e dello spazzamento - spiega - e non hanno mai intercettato la parte più ricca della selezione e del recupero dei materiali. Questo può rendere l`azienda più solida e può abbattere i costi per i cittadini che pagano una tarsu elevata per com`è composto il ciclo di smaltimento». A stretto giro la replica di Romano che sostiene: «Se in due ore il vicesindaco di Napoli riesce a convocare presidente del Consiglio e capo della Protezione civile e a produrre un atto di pari forza ma di contenuto contrario a quello del 2008 con il quale si individuava l`area di Napoli est per la realizzazione del termovalorizzatore, non ci saranno problemi a modificare la ubicazione dell`impianto». E ancora: «Non è il tempo della propaganda. Non credo assolutamente sia questa l`intenzione del Comune. Per modificare una decisione interistituzionale è necessario che tutti gli enti coinvolti siano d`accordo e producano un atto uguale e contrario a quello precedente». Secondo Romano la realizzazione di un impianto di compostaggio sarebbe importante ma non decisiva perché «non risolve il problema dei rifiuti che vengono mandati in Olanda. Termovalorizzatori e impianti di compostaggio non sono alternativi, ma complementari: entrambi servono nell`ambito del ciclo dei rifiuti. Funziona così in tutto il Paese».