Poggioreale, discarica vicino al cimitero
Un campo rom circondato da una discarica a cielo aperto, con muri di rifiuti alti anche cinque metri, a pochi passi dal cimitero e dal centro della città. Zona Poggioreale, via del Riposo: chi si trova a salire costeggiando il sepolcreto più grande di Napoli è costretto ad imbattersi in questo apocalittico scenario, degno di baraccopoli e bidonville che vediamo solo nei film o nei documentari. Una malinconica cartolina che racconta di una zona dimenticata dalle istituzioni, in cui si fa fatica non solo ad intervenire, ma persino ad ascoltare i disagi dei cittadini. Sono esasperati gli abitanti della zona, esattamente come i fratelli Paolo e Raffaele Roscigno, proprietari di uno showroom di impianti industriali per l`alimentazione che affaccia direttamente sul campo rom: «La situazione è diventata ingestibile: siamo circondati da rifiuti di ogni tipo, che vengono letteralmente lanciati dalle baracche nella zona retrostante al campo, adibita a discarica. Abbiamo paura per la nostra salute: oltre ai danni d`immagine per la nostra attività, viviamo a due passi da un enorme immondezzaio. Chi ci assicura che quei rifiuti non possano portare delle malattie?». La situazione è destinata a peggiorare con l`avvento dell`estate: «Andiamo incontro al caldo, al sole a picco tutta la giornata. Immaginate che buon odore quando quei rifiuti rimarranno esposti al sole per tante ore di seguito». I due imprenditori hanno già provato a risolvere la situazione rivolgendosi alle istituzioni: «Sono già intervenute Asia ed Arpac, e ci hanno riferito che non possono intervenire fin quando i rifiuti non saranno differenziati. Io che pago le tasse sui rifiuti sono costretto a portare fuori l`immondizia a giorni e orari alterni, loro invece accumulano tutto in vere e proprie discariche abusive e a cielo aperto , bloccando il passaggio per alcune strade e costringendo noi cittadini a vivere a stretto contatto con topi grossi come gatti che proliferano nell`immondizia. Le istituzioni non ci tutelano, e a volte abbiamo anche difficoltà a farci ascoltare e ricevere. Vorremmo sapere per quanto tempo saremo costretti a vivere in queste condizioni di degrado». Non solo i rifiuti, però: il passato ci insegna che l`adiacenza a siti come questo può anche condurre ad altre problematiche, prime tra tutte furti e attività illecite. Continua Raffaele Roscigno: «In tutta sincerità, non abbiamo ancora registrato alcun tipo di illegalità. Loro sono scoraggiati nel commettere reati, comprometterebbero la loro permanenza in questa zona. Hanno occupato una zona perfetta, in quanto sono vicini all`acqua del cimitero e danno fastidio a pochi sfortunati come noi. Ciò però non vuoi dire che siamo al sicuro: il confine tra lecito ed illecito, in accampamenti come questo, è molto sottile, e in un niente si può passare dalla tranquillità all`oasi dell`illegalità. Abbiamo già subito ingenti danni d`immagine per la nostra attività, vediamo la nostra salute compromessa giorno dopo giorno, qualche settimana fa abbiamo visto divampare un incendio. Niente di eccessivo, ma parliamo sempre di fuoco. Cosa vogliono che succeda prima di intervenire? E` possibile che fino a che non scappa il grande caso di cronaca nessuno possa fare qualcosa almeno per noi cittadini? Oppure il lavorare o l`abitare in una zona non densamente popolata deve per forza significare abbandono e degrado?». L`amara domanda finale dei fratelli Rescigno vuole essere l`appello di una zona stanca di vivere ad un palmo di naso da mura di rifiuti e da una baraccopoli abusiva. Un appello che non possiamo esimerci dal girare alle istituzioni.